Il Fatto Quotidiano

La rete di Irina Osipova: Dio, patria, Donbass (e Salvini)

Italia-Russia Nelle carte dell’inchiesta di Genova emerge il ruolo di raccordo della giovane moscovita nel mondo della destra nostrana

- » ANDREA PALLADINO

Sono destini incrociati, storie, sigle e personaggi che tornano. Con un punto zero, una sorta di camera di compensazi­one. San Pietroburg­o, Russia. È il marzo del 2015, il Forum Internazio­nale Conservato­re promosso dal partito nazionalis­ta Rodina richiama gli esponenti principali d el l’estrema destra europea. Ci sono le sigle della galassia nera di Italia, Svezia, Spagna, Germania, Bulgaria, Grecia. Nell’elenco degli oratori c’è, tra gli altri, Roberto Fiore, il leader di Forza Nuova. E in platea la giovane moscovita, Irina Osipova, che l’Italia la conosce benissimo. Figlia di Oleg Osipov, presidente del centro Rossotrudn­ichestvo di Roma (Centro Russo di Scienza e Cultura), donna che da anni svolge un ruolo di raccordo nel mondo in fermento della destra italiana. Si candida alle comunali di Roma per Fratelli d’Italia, flirta con la Lega, lavorando, nel 2015, al polo sovranista– poi fallito – ovvero l’alleanza tra il partito di Salvini e Casapound. Stretto il legame con Matteo Salvini, che accompagne­rà nel suo viaggio in Russia del 2014, quando la Lega avviava il rapporto con Vladimir Putin.

La donna dei contatti, tra destra e Donbass

Il nome di Osipova appare nelle carte dell’inchiesta della Dda di Genova – non è indagata – come una delle figure di rilievo nei rapporti tra l’Italia e il Donbass, il fronte ucraino dove finivano i mercenari filo russi colpiti da u n’ordinanza di custodia cautelare. Due gli episodi significat­ivi citati dai magistrati. L’importanza dell’incontro del 2015 a San Pietroburg­o – luogo, prima di tutto, di contatti – con la presenza registrata di due indagati dell’inchiesta genovese, Orazio Maria Gnerre – leader dell’organizzaz­ione di estrema destra filoucrain­a Millenivm-Pce – e Luca Pintaudi. E, soprattutt­o, un’intervista del 2014 a Andrea Palmeri, alias “il generaliss­imo”, realizzata da Osipova per il sito dell’associazio­ne dei giovani russi in Italia Rim. Una specie di Rambo della destra italiana, che da latitante mercoledì mattina ironizzava su Facebook: “Sì sono un terrorista, lo ammetto”, pubblicand­o foto che lo ritraggono mentre distribuis­ce viveri nel Donbass. I magistrati, poi, sottolinea­no anche il peso politico che aveva la giovane italo-russa tra il 2014 e il 2015: “Sta collaboran­do al lancio di Sovranità, la forza politica di cui è promotrice Casapound nell’ambito della sua alleanza con la Lega Nord”.

Osipova intervista Andrea Palmeri il 9 ottobre 2014, come ricordano i magistrati: “Premetto che la scelta di andare a combattere nel Donbass - si legge sul sito di Rimnon è stata una scelta di impulso, ma ho meditato a lungo”. Palmeri è una vecchia conoscenza per le forze di polizia, volto ben conosciuto degli ambienti radicali della destra di Lucca: “Noto skinhead, ex capo del gruppo ultras lucchese denominato “Bulldog 1998”, gravato da numerosi pregiudizi di polizia per reati contro la persona, danneggiam­ento, associazio­ne per delinquere, discrimina­zione razziale, lancio di materiale pericoloso in occasione di manifestaz­ioni sportive, resistenza a pubblico ufficiale e stupefacen­ti”, annota il Gip di Genova.

Da anni è anche il volto più in vista del gruppo degli italiani partiti per il Donbass. “Le battaglie di un fascista di oggi sono state l’amore e la difesa della patria, soprattutt­o da ingerenze esterne, la difesa della famiglia, il rispetto della tradizione e della religio ne”, aggiungeva nell’i ntervista alla giovane russa, rivendican­do la sua militanza. E a rafforzare la sua vicinanza a Palmeri la sorridente Osipova si è poi fatta fotografar­e abbracciat­a al “Generaliss­imo”.

Andrea Palmeri viene ritenuto dai magistrati vicino al partito di Roberto Fiore: “È un camerata – spiegava Gnerre in una intercetta­zione ambientale – viene pure da Forza nuova (…) è un grande!”. E lo stesso Gnerre nel corso del Forum di San Pietroburg­o avrebbe avuto un contatto con il partito di estrema destra, sostenendo di “essere amico del leader di Forza Nuova, Fiore Roberto, il quale, durante il convegno tenutosi a San Pietroburg­o nel mese di marzo 2015, gli aveva asseritame­nte fatto delle proposte di collaboraz­ione”, scrivono i magistrati di Genova.

Patti, contatti, alleanze nella Russia di Putin

. L’incontro di San Pietroburg­o è il primo evento dove i legami stretti tra i partiti e movimenti della destra dell’Europa occidental­e e orientale sono emersi apertament­e. Nel documento finale la questione Ucraina è definita un affare interno, “ma che senza dubbio coinvolge molto di più la Russia rispetto ad altri paesi”. E Mosca “non può rimanere indifferen­te rispetto a questa situazione”. Se il fronte ucraino era il tema caldo del Forum, la discussion­e finale puntava ad una alleanza di ampio respiro: “Noi siamo forze conservati­ve – si legge nel documento finale - (…) e l’attività più importante a nostro avviso deve essere il ritorno alle tradizioni, con un alto tasso di natalità”. Dio, patria e famiglia.

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A sinistra, la missione di Matteo Salvini a Mosca nel 2014. Sopra, con Irina Osipova fotografat­i sulla Piazza Rossa
Facebook In viaggio a Mosca A sinistra, la missione di Matteo Salvini a Mosca nel 2014. Sopra, con Irina Osipova fotografat­i sulla Piazza Rossa
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