Vertici Rai L’atteso “cambiamento” passa per le poltrone da occupare?
L’onorevole Emma Bonino batte i pugni contestando la politica sui migranti del governo: “Voi sapete come me qual è la verità, sapete che non esiste nessuna pacchia”. La verità però, va detta tutta, perché c’è stato qualcuno che la pacchia l’ha fatta con i migranti. “Tu non sai quanto ci guadagno con gli immigrati. Il traffico di droga rende meno”, diceva Salvatore Buzzi. Un caso isolato? Chissà. La Bonino, in virtù delle sue transumanze dalla destra alla sinistra e viceversa, dovrebbe fare mea culpaper aver condiviso le disastrose politiche sui migranti dei due schieramenti. Dal demenziale trattato di Dublino (destra) alla ipocrita accoglienza della sinistra, non accompagnata da seri progetti di integrazione. Con il risultato che, tuttora, tanti disperati stazionano davanti a ogni chiesa, parcheggio ed esercizio commerciale a chiedere la carità. Insomma i radical chic hanno lasciato che la situazione peggiorasse fino a diventare insostenibile e oggi per nascondere la propria incompetenza si sono inventati la categoria dei populisti. Paradossalmente a provvedere all’integrazione sono stati i vari racket dei mendicanti, degli ambulanti abusivi e così via. Dunque i forzisti, il Bomba e i pugni della Bonino ci hanno lasciato in eredità una bomba sociale.
Con il Tav ci si occupa di merci e non dei poveri passeggeri
A proposito dell’articolo di Travaglio sul Tav: non sono solo le merci che viaggiano ad altissima velocità, ma casomai i passeggeri. Si sono mai visti vagoni merci viaggiare a 280 km/h? Non esistono nè in Cina, Francia e Stati Uniti. Anzi negli Usa non esiste proprio il Tav. Chi ha fretta prenda l’aereo e arrivi prima. Anche le curve delle linee Tav non sono compatibili con il trasporto merci. Sarebbe più utile pensare al trasporto dei pendolari che viaggiano male stivati come sardine. SONO UN LETTORE DEL FATTO QUOTIDIANOsin dal suo esordio, per questo sono – dopo gli ultimi avvenimenti – convinto che la teoria del “non fare prigionieri” (Previti docet ) per poi “ricostruire”, non ha alternative visto quanto il “vecchio potere” ha ramificato le radici. Basta vedere la reazione della “informazione mediatica” e la difesa di vecchi privilegi agli annunci di cambiare. Mi riferisco al governo gialloverde. Se vogliono sopravvivere e non deludere milioni di cittadini che li hanno votati, devono adottare questo apparente e discutibile principio, pena la scomparsa degli stessi movimenti e principi da cui è nato il M5S: non possono fermarsi. La Rai è l’emblema di questo possibile cambiamento. Devono azzerare tutto per poi cambiare radicalmente, anche con provvedimenti ai limiti delle leggi e della Costituzione. Il difficile verrà dopo “l’azzeramento”, quando ci sarà la tentazione di sostituirsi “ai vecchi”, nel vuoto creato, conservando gli stessi sistemi e privilegi. Insomma cambiare tutto per non cambiare nulla? Lì sarà la svolta del M5S e Lega. GENTILE MICHELE, lei coglie un punto: ogni idea, inclusa quella di “cambiamento”, cammina sulle gambe delle persone che le devono applicare. È molto difficile che dirigenti da sempre inseriti in pachidermi tipo la Rai o le Ferrovie dello Stato o certi ministeri. Ma il vero cambiamento non è sostituire amministratori delegati e presidenti lottizzati dagli avversari con i propri. La Rai è stata occupata dai berlusconiani, poi dai renziani, ora si preparano i gialloverdi. La svolta sarebbe cambiare il processo di nomina: si stabiliscono regole chiare per individuare i candidati e un criterio noto ex-ante su come scegliere tra questi (c’erano 236 candidati per i membri del cda Rai di nomina parlamentare, ma nessun criterio Il fatto che un giovane matematico italiano abbia vinto il premio internazionale più prestigioso per la materia - la Medaglia Fields - mi ha fatto piacere, ma per poco. Giusto il tempo di vedere dal suo curriculum che il nostro “genio” era andato presto all’estero, dove è stato apprezzato e messo in condizione di crescere ancora. Nel nostro Paese, se vali, entri subito in conflitto con la mediocrità dominante. Non solo per decidere quali scegliere se non la solita spartizione tra partiti). Nel caso dei capi azienda - ad e presidenti - lo Stato azionista non deve solo scegliere persone specchiate (come Fabrizo Salini, nuovo direttore generale Rai). Ma deve anche indicare a questi manager che mandato hanno, su quali obiettivi verificabili saranno misurati, possibilmente in Parlamento. Altrimenti la fedeltà al politico di turno continuerà a essere l’unico criterio per premiare o punire i manager pubblici. Tutti sostengono di lottizzare per un fine superiore, per premiare i migliori, per cacciare i peggiori, per aggirare i vincoli burocratici. Ma il vero cambiamento consiste nel rendere la lottizzazione impossibile. quella che si organizza nelle cordate dei concorsi universitari, ma quella che riposa nel concetto comune di eccellenza. Che viene riconosciuto e rispettato solo a favore di chi diventa ricco. Chi invece è molto preparato in un campo del sapere, non viene supportato dal sistema-Italia, ma sopportato. Perché nella conoscenza, solo la qualità riconosce la qualità. E ai nostri vertici di selezione, di qualità ce n’è davvero poca. Dopo essere apparso come un premier signorile ed equilibrato Paolo Gentiloni, attaccando le nomine del governo Conte nei vertici degli enti pubblici, perde lo “stile” e si rivela per quello che è, cioè un politico ipocrita tale e quale ai peggiori esponenti dei vari partiti. Evidentemente dimenticando di avere prorogato a fine legislatura gli incarichi ai vertici degli enti pubblici, Gentiloni si scatena contro il Dopo i due casi di suicido verificatisi nel carcere di Poggioreale (Na), l’associazione ex detenuti è sul piede di guerra e punta il dito contro le istituzioni.
Le accuse riguardano l’invivibilità della casa circondariale, la struttura fatiscente, i circa 600 detenuti in più che affollano le celle e le condizioni disumane a cui vengono sottoposti questi nostri fratelli sfortunati.
In presenza di questi fatti gravi e sconcertanti, è necessario porre fine a questo spettacolo indegno che non fa affatto onore all’Italia. È opportuno restituire a queste persone la giusta dignità, in un Paese civile e democratico.
Le istituzioni non possono rimanere sorde di fronte a uno scempio simile.