Il Fatto Quotidiano

Olimpiadi a Roma 2024 Milioni buttati Che sia di lezione per i Giochi del 2026

- MAURO BORTOLANI ASSOCIAZIO­NE REGGIANA PER LA COSTITUZIO­NE FABRIZIO VIRGILI LORENZO VENDEMIALE

Il pluralismo si sta restringen­do. Sembra quasi che ciascuna collettivi­tà non conti più nulla, quando un leader o un gruppo di comando si profilano all’orizzonte della storia di un popolo.

Lo stato di Israele cambia la sua Costituzio­ne nel senso di restringer­e la sovranità ai soli nativi ebrei, nulla per gli altri.

Nel Movimento 5 stelle, a detta di Casaleggio, tra un decennio il Parlamento non conterà più, conterà solo la “democrazia diretta” cioè i pochi che saranno interpella­ti dai capi con un semplice clic.

Ma chi risponderà a tale appello non sarà informato, non avrà “dossier” a sua disposizio­ne, non avrà tempo, per cui la sua risposta sarà già pilotata in partenza.

Di recente tutta la stampa, nazionale e internazio­nale, ha espresso le sue lodi (meritate) a Marchionne per le sue qualità di capitano d’industria.

Nessuno – che io sappia – ha ricordato la bella poesia di Bertolt Brecht Domande di un lettore operaio che dice: “Tebe dalle sette porte chi la costruì? Ci sono i nomi dei re, dentro i libri. Sono stati i re a strascicar­li, quei blocchi di pietra?”. Oggi nessuno si chiede se la rinascita della Fiat sia stata solo merito di Marchionne. Dobbiamo sempre dimenticar­e i piccoli, gli umili, i modesti? VORREI SAPEREse c’è un’indagine in corso per conoscere che fine abbiano fatto i 20milioni di euro di noi cittadini cheMalagò, Montezemol­o e compagnia affermano di avere speso per le Olimpiadi aRoma. Li hanno spesi, ovviamente, ancora prima che l’evento sportivo venisse assegnato e mi chiedo se si riuscirà mai a conoscere in che modo. O si insabbierà tutto, come sempre? PER LE OLIMPIADId­i Roma 2024 (o meglio, le Olimpiadi mancate di Roma 2024, visto che non le organizzer­emo mai) tra il 2015 e il 2017 (arco di tempo in cui è rimasta in piedi la candidatur­a, e poi i mesi necessari a liquidare le attività del Comitato promotore) sono stati spesi esattament­e 12,792 milioni di euro. In realtà il Coni non ha mai costituito un Comitato autonomo, solo un’unità operativa all’interno della società Coni servizi, e quindi non è disponibil­e un bilancio analitico del progetto, ma alla cifra si può risalire ugualmente cercando fra le pieghe dei vari bilanci del Coni. Così si scopre che di questi 12 milioni e passa, solo uno viene da sponsor privati: il resto sono 2,5 milioni di contributi statali, e 9,1 di fondi Coni (quindi pure questi soldi pubblici). Altri 8 milioni erano stati stanziati dal governo per il 2017, ma il no di Virginia Raggi ha posto fine al progetto prima che venissero utilizzati. Come siano stati spesi lo abbiamo raccontato in varie inchieste su Il Fatto quotidiano: alcuni bandi e procedure aperte, assegnate con grande (troppa?) disinvoltu­ra, muovendosi fra le maglie del vecchio e del nuovo codice degli appalti; affidament­i diretti in serie, spesso dall’importo di 39.900 euro (o giù di lì), appena sotto la soglia di 40mila euro prevista dalla legge; e poi incarichi e consulenze da centinaia di mi- gliaia di euro. Anche sulla scorta di questi articoli, l’associazio­ne Adusbef presieduta da Elio Lannutti, senatore del M5s, aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti per cui è stato aperto un fascicolo per danno erariale, ma ad oggi non risultano contestazi­oni al Coni. Di tutto ciò non c’è da stupirsi: organizzar­e le Olimpiadi costa molto, e anche solo sognare di ospitarle ha il suo prezzo. Specie se si fanno le cose in grande, come Malagò e Montezemol­o per Roma 2024. Chissà che quella storia finita male, senza Giochi e con solo spese, non sia servita di lezione: adesso per le Olimpiadi invernali 2026 il Coni promette un progetto rigorosame­nte low-cost. Staremo a vedere cosa ne pensa il nuovo governo.

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Ansa Storia finita male Malagò e Montezemol­o

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