Le Mani pulite sbarcano anche in Argentina
10 anni di tangenti: 16 arresti. Indagata anche l’ex presidente Kirchner
Otto
quaderni manoscritti in cui sono contenuti oltre dieci anni di annotazioni di tangenti. Così Oscar Centeno, autista di Roberto Baratta (numero due dell’ex ministro kirchnerista della pianificazione Julio De Vido), rischia di entrare nella storia argentina come il detonatore di un caso di corruzione che potrebbe oscurare il famoso Lava Jato brasiliano. Centeno conservava i quaderni ma non immaginava che l’ex moglie, Hilda Horovitz, li consegnasse alla stampa dopo averne parlato con un magistrato. Così è stato svelato un giro di tangenti vertiginoso che, nel peggior momento del Governo Macri, dà inizio al tanto atteso Mani pulite argentino.
È un po’ il segreto di Pulcinella, dato che da anni è risaputo quanto i governi di Ne- stor e Cristina Kirchner abbiano rappresentato esecutivi tra i più corrotti nella storia del Paese.
Tutto prende il via il 25 maggio del 2003, giorno dell’ascesa alla poltrona presidenziale di Nestor Kirchner, ex Governatore della Provincia patagonica di Santa Cruz, dopo un valzer di presidenti durati lo spazio di un mattino succedutesi durante il tragico 2001. Già all’epoca alcuni deputati provinciali che lo conoscevano bene, in particolare Mariana Zuvic, avevano lanciato l’allarme su un sistema di dominio e corruzione che minacciava di estendersi a tutta la Nazione. Ed è ciò che puntualmente avvenne. Il metodo corruttivo era basato addirittura sull’introduzione di “un’unità di misura delle tangenti”: il famoso ladrillo (mattone) costituito da una quantità di banconote da 500 euro del peso di un chilo.
IN QUESTI ANNIsi sono succedute inchieste giornalistiche, libri, documenti che lasciano poco spazio ai dubbi: non solo le opere pubbliche - spesso pagate profumatamente con fondi statali e mai realizzate - ma tutto il sistema politico basato su di un populismo di facciata, fosse in realtà mosso dalla cor- ruzione in cui sono state coinvolte anche diverse organizzazioni per i diritti umani, prima fra tutte quella delle Madri di Plaza de Mayo fondata da Hebe de Bonafini.
L’attuale presidente Mauricio Macri aveva promesso, fin dalla sua elezione a presidente nel dicembre del 2015, di lottare a fondo contro la corruzione ma finora si è proceduto solo a una serie di arresti preventivi di alcuni protagonisti, primi fra tutti quelli dello stesso De Vido e di Lazaro Baez, l’ex impiegato bancario diventato miliardario come prestanome di Nestor Kirchner stesso .
Ieri Oscar Centeno ha confermato alle autorità tutti i dati minuziosamente trascritti negli otto quaderni rinvenuti e ne ha aggiunti anche altri che hanno provocato 16 arresti immediati: 8 funzionari e 8 imprenditori. Numertosa anche la lista degli indagati, tra i quali anche l’ex presidente Cristina Kirchner (ormai assidua frequentatrice dei Palazzi di Giustizia visto che sono in corso altre indagini che la coinvolgono e finora si è salvata dall’arresto solo grazie all’immunità parlamentare), il suo segretario Oscar Parrilli, l’ex capo Gabinetto Juan Abal Medina e l’ex presidente dell’Unione degli industriali argentini, Juan Carlos Lascurain. Ma le indagini condotte da tempo dal giudice Claudio Bonadio, che ieri hanno subito una repentina accelerazione a causa dei “quaderni” apparsi, si estendono anche in Spagna e soprattutto a Miami, dove si indaga su 13 imprese, estese anche al paradiso fiscale del Delaware, e decine di proprietà immobiliari dell’ex segretario di Nestor Kirchner (e per un certo tempo anche di Cristina) il defunto Daniel Muñoz .