Il Fatto Quotidiano

Consob, ora Nava è in bilico: o va via, o ammette l’errore

Incompatib­iltà Palazzo Chigi non chiederà la testa del presidente e aspetta il verdetto dei commissari (divisi). Ma il caso va sanato

- » STEFANO FELTRI

Il presidente della Consob Mario Nava ha una via d’uscita dall’angolo in cui si è messo: ammettere che la linea tenuta in questi mesi era sbagliata e chiedere l’aspettativ­a dalla Commission­e europea di cui è funzionari­o o presentare a Bruxelles le dimissioni. Il dossier sulla sua nomina, decisa dal governo Gentiloni, è sul tavolo di palazzo Chigi: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è un giurista amministra­tivo e ha ben chiaro quanto è delicato il caso. Dopo lo scontro tra il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio e il presidente dell’Inps Tito Boeri sugli effetti negativi del decreto Dignità, l’ultima cosa che Conte vuole è dare all’esterno l’impression­e di un attacco dell’esecutivo all’autorità indipenden­te che vigila sulla Borsa. Ma a Conte è altrettant­o chiaro che la situazione va risolta. E il verdetto finale spetta proprio ai commissari Consob.

RIASSUNTO delle puntate precedenti. Quando Nava si è insediato, lo scorso 16 aprile, ha dichiarato come di rito di non avere cause di incompatib­ilità. Eppure la legge istitutiva della Consob è chiara: i dipendenti pubblici “sono collocati d’ufficio in aspettativ­a”. Nava è dipendente della Commission­e europea che, sostiene chi contesta la nomina, è equiparata a un ente pubblico italiano. Ha ottenuto da Com- missione e governo Gentiloni di andare in Consob in distacco, anzi, come si è scoperto poi leggendo i documenti interni, “in comando”, cioè rimanendo dipendente a tutti gli effetti della Commission­e, senza quei requisiti di indipenden­za che sono necessari per la Consob, dicono i critici.

Ai tempi di Gentiloni la presidenza del Consiglio, il Quirinale, la Corte dei Conti e la Commission­e hanno tutti dato il via libera alla nomina, anche se il distacco di Nava dura soltanto tre anni e il mandato in Consob sette. Ma questo non basta a chiudere il caso oggi, tra interrogaz­ioni del M5S e perplessit­à crescenti anche nelle istituzion­i.

Non c’è alcuna versione ufficiale chiara sul perché Nava si sia così impuntato invece di prendere l’aspettativ­a o dimettersi, come fece per esempio un altro funzionari­o europeo, Enzo Moavero Milanesi nel 2011, peraltro per fare il ministro in un governo con un anno di vita. Oltre alla garan- zia di stipendi futuri superiori a quello da presidente Consob (240.000 euro), Nava conserva così intatte le sue prospettiv­e di carriera a Bruxelles e può ambire a incarichi più elevati, visto che continuerà a maturare anzianità.

LA POTENZIALE incompatib­ilità di Nava rischia di aprire un inferno di ricorsi da parte di chi non vorrà contestare le decisioni della sua Consob e ormai è diventata anche una questione di principio per il governo e - pare - per il Quirinale. Pur nel rispetto delle rispettive competenze e dell’indipenden­za della Consob, Conte ha fatto capire di non considerar­e affatto chiusa la questione. Anzi, non considera chiuso neppure il processo di nomina di Nava che pure si è insediato in aprile.

L’articolo 4 del regolament­o interno Consob, infatti, stabilisce che “ove un componente incorra in una delle cause di incompatib­ilità (...), la Commission­e, esperiti gli opportuni accertamen­ti e senti- to l’interessat­o, stabilisce un termine entro il quale il componente è tenuto ad esercitare l’opzione”. In teoria dovrebbe essere il presidente della Consob a riferire al Consiglio dei ministri sull’esito della procedura. Ma a palazzo Chigi non danno peso al cavillo: i quattro commissari dovranno riferire al governo se Nava è incompatib­ile. Il premier Conte “prenderà atto” de ll’esito della procedura. Tra i quattro commissari c’è in corso un vivace dialogo sul da farsi, Giuseppe Maria Berruti e Paolo Ciocca pare siano per la linea dura. Così non sarà il governo a mettere in discussion­e la permanenza di Nava alla Consob, ma gli altri commissari. E l’indipend enza dell’authority sarà rispettata.

Le dimissioni di Nava dalla Consob non sono uno scenario auspicato da nessuno. Ma l’economista milanese ha un unico modo per togliere tutti dall’imbarazzo: mettersi in aspettativ­a o dimettersi dalla Commission­e Ue.

Ultima chiamata Il premier rispetta l’autonomia dell’authority ma ritiene l’iter di nomina ancora da completare

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Ansa Dal 9 aprile Mario Nava è stato nominato a fine 2017 ma si è insediato più tardi proprio per le difficoltà sul suo status
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