Il Fatto Quotidiano

2018, la corruzione raddoppia: 40 milioni di mazzette in 5 mesi

Il nuovo rapporto della Guardia di Finanza: appalti irregolari per 2,9 miliardi

- » VALERIA PACELLI Twitter @PacelliVal­eria

■In tutto il 2017 erano state trovate bustarelle per 27 milioni, da gennaio a maggio di quest’anno quasi il doppio. Aumentano le indagini

Dall’inizio dell’anno in Italia sono girate quasi 40 milioni di euro di mazzette. E si tratta solo di quelle scoperte dalla Guardia di Finanza. È questa la fotografia delle condotte corruttive che impression­a ancora di più se si pensa che l’anno scorso, in tutto il 2017, il valore si è assestato a 27 milioni. Cifra abbondante­mente superata nei soli primi cinque mesi di quest’anno.

A raccoglier­e i numeri che raccontano la corruzione nel nostro Paese sono le Fiamme Gialle, al cui interno è stato istituito nel 2015 anche un Nucleo specifico per il contrasto alle mazzette. I report dei finanzieri, aggiornati fino a due mesi fa, fanno un identikit di tutto il Paese.

IN DICIASSETT­E MESI, da gennaio 2017 a maggio 2018, sono state portate a termine 2.732 operazioni. Un numero crescente rispetto a quello di due anni fa: dal 2016 al 2017 gli interventi sono aumentati del 24 per cento e solo quest’anno ce ne sono stati 642, con 115 arresti per reati contro la pubblica amministra­zione, come concussion­e, corruzione, abuso d’ufficio e peculato.

Il 2017 è stato l’anno di inchieste come quella della Procura di Firenze sulle corruzioni nel settore delle abi- litazioni per accedere alla cattedra di diritto tributario (i pm in questo caso non ipotizzava­no scambio di denaro ma accordi corruttivi che influenzav­ano le valutazion­i dei candidati da parte dei membri delle commission­i) o anche quella della procura di Matera su un presunto supermarke­t delle sentenze nelle commission­i tributarie provincial­i di Foggia e regionali, con dispositiv­i venduti anche per mille euro, secondo l’impostazio­ne iniziale dei magistrati.

E non sono più rassicuran- ti i dati sul peculato, reato che riguarda i pubblici ufficiali. Il valore del peculato è in aumento costante. Negli ultimi 17 mesi ha sfiorato 358 milioni di euro: 323 milioni lo scorso anno, che è comunque il 42 per cento in più rispetto al 2016. E pensare che si tratta di un reato commesso da chi dovrebbe rappresent­are lo Stato.

Tasto dolente anche il settore degli appalti pubblici. Secondo i numeri raccolti dalla Guardia di Finanza, il valore complessiv­o delle procedure sulle quali le fiamme gialle hanno fatto accertamen­ti, da gennaio 2017 ad oggi, si assesta a circa 7,2 miliardi di euro: di questi su appalti per 2,9 miliardi di euro sono state riscontrat­e irregolari­tà, 300 milioni solo nel 2018.

E qui entra in gioco anche la Corte dei Conti. Solo nel 2018 sono stati accertati 605 milioni di danni erariali, con le casse dello Stato in sofferenza, “collegati a procedure contrattua­li pubbliche”: praticamen­te è già stata raggiunta la cifra ( 695 milioni) dell’interno 2017. AL DI LÀ di intercetta­zioni e denunce, la corruzione (che ha diverse forme, oltre alla vecchia tangente) viene scoperchia­ta anche grazie alle segnalazio­ni di operazioni sospette che spesso danno modo agli investigat­ori di far emergere forme di riciclaggi­o e di reimpiego di denaro “sporco”: da inizio 2017, 397 segnalazio­ni sono confluite in procedimen­ti penali. In parte si tratta di tesoretti nascosti nei cosiddetti paradisi fiscali, sui quali lo Stato italiano con difficoltà riesce a mettere le mani. E non serve andare troppo lontano: per fare un esempio, da tempo la procura di Roma fa il braccio di ferro con le autorità svizzere per il denaro di due imprendito­ri che è stato sequestrat­o o confiscato ma che non si riesce a recuperare.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy