Calcio in tv: il collo e i polli
È talmente complicato (e costoso) l’abbonamento, da spingere il tifoso a vecchi metodi
C’è qualcosa di peggio che essere presi per il collo da Sky (per non dire peggio) se si vuole vedere la serie A in tv (come Paolo Ziliani ha raccontato su queste pagine). Sì, non sapere a chi porgere il collo. Immaginiamo un malato di pallone (io). Che per niente al mondo ri- nuncerebbe a perdersi un minuto solo della sua squadra del cuore (io). Che per una forma degenerativa del morbo in questione non vuole privarsi di nulla di quanto il campionato offra , neppure (con tutto il rispetto) di un Frosinone-Sassuolo.
C’è qualcosa di peggio che essere presi per il collo da Sky (per non dire peggio) se si vuole vedere la serie A in tv (come Paolo Ziliani ha mirabilmente raccontato su queste pagine). Si, non sapere a chi porgere il collo. Immaginiamo un malato di pallone (io). Che per niente al mondo rinuncerebbe a perdersi un minuto soltanto della sua squadra del cuore (io). Che per una forma degenerativa del morbo in questione non vuole privarsi di nulla di quanto il campionato offra , neppure (con tutto il rispetto) di un Frosinone-Sassuolo (questo non sono io ma non poniamo limiti). Costui è abbonato Sky da sempre (di nuovo io). Mai un ritardo nei pagamenti. Così supino ai voleri dell’impe rato re delle galassie pay per view da caricarsi dell’intero pacchetto Cinema (compresi i polpettoni di Sky Classic, tipo Ercole e le sette fatiche cartonate). Ora, un tipo così (ma siamo moltitudine) andrebbe aiutato, coccolato, vezzeggiato, come fanno i bravi spacciatori di sogni. Soprattutto quando per un accordo tra i boss del calciotraffico (l’avida Lega Calcio) la somministrazione del pallone comporta un casino indescrivibile. Con altri decoder da acquistare (Sky Q), altre piattaforme da foraggiare (DAZN), altri conti da saldare. Ma chi è nella rete del vizio è pronto a tutto ed eccomi scodinzolante con la carta di credito in bocca che imploro: quant’è? Niente. Buio. Silenzio. Angoscia. A parte la voce inutilmente euforica di un numero verde Sky che ti rimanda a un operatore che non c’è e non ci sarà perché le linee sono occupate, forse per sempre ( lasciate ogni speranza voi ch’entrate) da una moltitudine di altri coglioni (pardon abbonati) disposti a tutto a pochi giorni dall’inizio del campionato. Ma la vera domanda è: cosa diavolo può spingere un colosso televisivo a prendere prima per il collo poi a calci negli stinchi per non dire peggio i propri affezionati clienti? Improvvisa, ecco l’illuminazione. Ma è così semplice: Sky persegue un meritorio programma di disintossicazione dal calcio in tv. Come quei miliardari che dopo una vita di loschi profitti si dedicano al riscatto delle loro vittime accompagnandole verso la virtù, l’Emittenza (non è certo un caso lo spot dei conduttori muniti di angeliche ali) ha deciso di farci cambiare vita. E ci spinge (con le cattive) fuori dal costoso paese dei balocchi. E dunque ragazzi basta con le overdose di Diretta Gol. Basta con le maratone di Sky Calcio. Addio Caressa e Bergomi. Torneremo a seguire la squadra del nostro cuore attraverso la cara, dolce radiolina di Tutto il Calcio (Rai). Sii, diventeremo tifosi migliori e più ricchi dentro (ma anche nelle tasche). Grazie Sky.
Indicazioni? Niente A parte la voce euforica di un numero verde che ti rimanda a un operatore che non c’è