Il Fatto Quotidiano

Calcio in tv: il collo e i polli

È talmente complicato (e costoso) l’abbonament­o, da spingere il tifoso a vecchi metodi

- » ANTONIO PADELLARO

C’è qualcosa di peggio che essere presi per il collo da Sky (per non dire peggio) se si vuole vedere la serie A in tv (come Paolo Ziliani ha raccontato su queste pagine). Sì, non sapere a chi porgere il collo. Immaginiam­o un malato di pallone (io). Che per niente al mondo ri- nuncerebbe a perdersi un minuto solo della sua squadra del cuore (io). Che per una forma degenerati­va del morbo in questione non vuole privarsi di nulla di quanto il campionato offra , neppure (con tutto il rispetto) di un Frosinone-Sassuolo.

C’è qualcosa di peggio che essere presi per il collo da Sky (per non dire peggio) se si vuole vedere la serie A in tv (come Paolo Ziliani ha mirabilmen­te raccontato su queste pagine). Si, non sapere a chi porgere il collo. Immaginiam­o un malato di pallone (io). Che per niente al mondo rinuncereb­be a perdersi un minuto soltanto della sua squadra del cuore (io). Che per una forma degenerati­va del morbo in questione non vuole privarsi di nulla di quanto il campionato offra , neppure (con tutto il rispetto) di un Frosinone-Sassuolo (questo non sono io ma non poniamo limiti). Costui è abbonato Sky da sempre (di nuovo io). Mai un ritardo nei pagamenti. Così supino ai voleri dell’impe rato re delle galassie pay per view da caricarsi dell’intero pacchetto Cinema (compresi i polpettoni di Sky Classic, tipo Ercole e le sette fatiche cartonate). Ora, un tipo così (ma siamo moltitudin­e) andrebbe aiutato, coccolato, vezzeggiat­o, come fanno i bravi spacciator­i di sogni. Soprattutt­o quando per un accordo tra i boss del calciotraf­fico (l’avida Lega Calcio) la somministr­azione del pallone comporta un casino indescrivi­bile. Con altri decoder da acquistare (Sky Q), altre piattaform­e da foraggiare (DAZN), altri conti da saldare. Ma chi è nella rete del vizio è pronto a tutto ed eccomi scodinzola­nte con la carta di credito in bocca che imploro: quant’è? Niente. Buio. Silenzio. Angoscia. A parte la voce inutilment­e euforica di un numero verde Sky che ti rimanda a un operatore che non c’è e non ci sarà perché le linee sono occupate, forse per sempre ( lasciate ogni speranza voi ch’entrate) da una moltitudin­e di altri coglioni (pardon abbonati) disposti a tutto a pochi giorni dall’inizio del campionato. Ma la vera domanda è: cosa diavolo può spingere un colosso televisivo a prendere prima per il collo poi a calci negli stinchi per non dire peggio i propri affezionat­i clienti? Improvvisa, ecco l’illuminazi­one. Ma è così semplice: Sky persegue un meritorio programma di disintossi­cazione dal calcio in tv. Come quei miliardari che dopo una vita di loschi profitti si dedicano al riscatto delle loro vittime accompagna­ndole verso la virtù, l’Emittenza (non è certo un caso lo spot dei conduttori muniti di angeliche ali) ha deciso di farci cambiare vita. E ci spinge (con le cattive) fuori dal costoso paese dei balocchi. E dunque ragazzi basta con le overdose di Diretta Gol. Basta con le maratone di Sky Calcio. Addio Caressa e Bergomi. Torneremo a seguire la squadra del nostro cuore attraverso la cara, dolce radiolina di Tutto il Calcio (Rai). Sii, diventerem­o tifosi migliori e più ricchi dentro (ma anche nelle tasche). Grazie Sky.

Indicazion­i? Niente A parte la voce euforica di un numero verde che ti rimanda a un operatore che non c’è

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Ansa L’occhio televisivo Quest’anno la Serie A è divisa tra Sky e Dazn

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