Il Fatto Quotidiano

Rai, la Vigilanza prova a mettere in mora il cda

Il presidente Barachini (FI) oggi presenta il parere dell’avvocato Caravita: il consiglio non può far nulla e il nome del presidente deve essere un altro

- » GIANLUCA ROSELLI

La commission­e di Vigilanza paralizza il Cda Rai. Di fatto commissari­andolo e intimandog­li di non fare nulla, perché tutte le azioni che potrebbe mettere in campo, dalle nomine alle delibere, potrebbero essere oggetto di impugnazio­ni e ricorsi. Insomma, sarebbero illegittim­e. Questo il senso del discorso che il presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, deputato di Forza Italia ed ex uomo Mediaset, terrà questa mattina all’ufficio di presidenza della Vigilanza, dove darà lettura del parere legale da lui stesso richiesto in merito al caso Foa.

PARERE del professor Beniamino Caravita di Toritto, che sul tema è stato chiaro in due recenti interviste: “Foa può convocare il Cda della Rai solo per procedere al voto sul presidente, ma non può fare altro, tanto meno farne partire l’attività”, ha detto Caravita a Corriere e Messaggero. A suo parere, dopo la bocciatura in commission­e di Vigilanza, Marcello Foa non può nemmeno essere riproposto alla presidenza: “Ci sarebbe una palese violazione della volontà del Parlamento espressa appunto dalla Vigilanza”, ha spiegato Caravita.

Barachini, dunque, illustrerà ai capigruppo i motivi per cui il Cda non è legittimat­o a operare e ogni suo atto può es- sere causa di ricorsi e contestazi­oni. Stesse conclusion­i, con qualche sfumatura diversa, cui sono giunti nei giorni scorsi da una parte il consiglier­e eletto dai dipendenti Rai Riccardo Laganà e dall’altra Usigrai e Fnsi. Forte del parere legale degli avvocati Bruno Del Vecchio e Luigi Principato, ieri il sindacato dei giorna- listi Rai ha scritto al Cda, ai presidenti di Camera e Senato e alla Vigilanza.

Ma i pareri legali fioccano. “Il Cda dovrebbe come prima cosa proporre il presidente, senza il quale l’organismo non ha poteri e non può produrre atti. Si faccia un altro nome e si vada avanti”, osserva l’avvocato Gianluigi Pellegrino, esperto di diritto amministra­tivo. Ma c’è pure chi la pensa diversamen­te. “Non c’è alcuna norma che impedisca al Cda di riunirsi e svolgere le sue mansioni nella composizio­ne data. Ovvero emettere delibere e fare nomine. Come nessuna norma vieta che il nome di Foa venga riproposto come presidente al Cda e in Vigilanza”, sostiene il professor Gerardo Villanacci, ordinario di diritto privato all’Università delle Marche. La linea preferita dalla Lega, che in queste ore si sta organizzan­do anche lei con avvocati e giuristi.

Ieri, intanto, Barachini si è sentito col ministro del Tesoro Giovanni Tria, che ha dato disponibil­ità a essere audìto in Vigilanza a settembre, così come Luigi Di Maio. Ma ciò che dirà Barachini sarà importante soprattutt­o in vista del Cda convocato per domani, dove i consiglier­i saranno chiamati a decidere sui diritti sui gol della Serie A e B di calcio (4 milioni a stagione per 3 anni) e sul contratto per la nuova stagione di Un posto al sole. Si procederà o verrà tutto bloccato?

Lo stallo politico, nel frat- tempo, continua, con Forza Italia e Lega sulle stesse posizioni e i 5 Stelle alla finestra. Luigi Di Maio ha fatto arrivare a Salvini il messaggio che sarebbe il caso di trovare una soluzione alternativ­a, perché non si può tenere paralizzat­a la tv di Stato per settimane. Pressioni che finora non hanno prodotto effetti. “Per noi la strategia non cambia”, ha detto ieri Salvini a una festa della Lega. “Finché non ci sarà un presidente si andrà avanti così. Io da cattolico spero sempre che ci sia un pentimento da parte di Berlusconi… ”, ha scherzato invece il sottosegre­tario Giancarlo Giorgetti. “Accolgo la mozione di Giorgetti. Noi perdoniamo la Lega per la leggerezza commessa sulla presidenza Rai”, la risposta di Andrea Ruggieri, forzista membro della Vigilanza.

La previsione di FI ”Per Marcello ci sarà il modello Savona: spostament­o di casella ma sempre in Rai” Senza presidente, l’organismo non ha poteri e non può produrre atti Si faccia un altro nome e si vada avanti GIANLUIGI PELLEGRINO

FONTI AZZURRE, però, prevedono che alla fine “una soluzione verrà trovata su un nome terzo, noi lavoreremo per quello di sponda coi grillini”. E Foa? Per lui c’è “il modello Savona”, ovvero “lo spostament­o ad altro incarico, sempre in Rai”. I 5 Stelle, poi, cercano di tranquilli­zzare tutti facendo trapelare che per le nomine nei Tg ormai se ne parla a settembre. A meno di un colpo d’ala. Dice ancora Barachini: “Serve un’intesa su un nome condiviso, la Vigilanza non va in ferie ed è disposta a lavorare a oltranza”.

Non c’è alcuna norma che impedisca al consiglio di riunirsi e svolgere le sue mansioni nella composizio­ne attuale GERARDO VILLANACCI

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Ansa Bruciato? Marcello Foa

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