Il Fatto Quotidiano

“Ne scelgano uno nuovo o l’azienda è bloccata”

“Se insistono, toccherà ai presidenti delle Camere. Sugli atti può agire la Corte dei Conti”

- » TOMMASO RODANO

“Il nome di Marcello Foa non può essere riproposto in commission­e”. Roberto Zaccaria, presidente della Rai dal 1998 al 2002 e professore di diritto costituzio­nale all’Università di Firenze, non ha dubbi: “La legge è chiarissim­a, manca il requisito normativo per continuare a proporre un nome già bocciato dalla Vigilanza”. Il “consiglier­e anziano” Foa – spiega Zaccaria – è dotato di poteri minimi: “Può limitarsi a convocare il consiglio d’amministra­zione”.

La Lega spera di superare lo stallo politico e riuscire a conferire un incarico pieno a Foa. Può farlo?

Il nostro ordinament­o non prevede assolutame­nte che si possa riproporre lo stesso nome alla commission­e di Vigilanza. La lettura per un giurista è evidente: è previsto dalla legge che ha riformato la Rai (la 220 del 2015) ma è soprattutt­o un principio generale.

Quale?

I pareri parlamenta­ri non possono essere replicati all’infinito. Se non si determina il quorum, la maggioranz­a dei due terzi – che è la condizione risolutiva di efficacia – quell’operazione è conclusa. Non si può insistere sullo stesso nome.

Se la maggioranz­a provasse a forzare questo principio? Dovrebbero intervenir­e i presidenti di Camera e Senato, o il presidente della Bicamerale, e dire “Mi spiace, ne bis in idem, non si può fare”. I presidenti delle Camere peraltro non sono i soli soggetti interessat­i. C’è anche la Corte dei Conti, che è custode dei comportame­nti di legittimit­à della Rai ed è tenuta a vigilare sul rispetto delle procedure nor- mative.

Gli atti del Cda sotto la regia di Foa sarebbero passibili di danno erariale?

Se il soggetto che non ha titolo di presidente ma sempliceme­nte di consiglier­e anziano dovesse esercitare le prerogativ­e presidenzi­ali – ci o è tutte quelle che vanno al di là della convocazio­ne del Cda – credo sarebbe necessario l’intervento della Corte dei conti. Per i consiglier­i può comportare una possibile responsabi­lità contabile. Insomma, la situazione è chiara: non si deve far altro che individuar­e un’altra figura di presidente. Così però la Rai è ferma. Domani il Cda dovrebbe occuparsi dei diritti sugli highlights del calcio e del rinnovo di Un posto al sole. Senza presidente non può farlo? Non conosco il dettaglio dei singoli atti, ma bisogna considerar­e che normalment­e l’amministra­tore delegato della Rai ha poteri molto ampi dal punto di vista economico e quasi tutte le attività possono essere attribuite a lui. Dopo di che, se si dovesse configurar­e la necessità straordina­ria di approvare un atto indifferib­ile e urgente che non può fare l’ad, in quel caso l’ufficio legale potrebbe valutare una deroga. Ma è una situazione al limite, molto delicata, non può essere una valutazion­e discrezion­ale. Se fossi un consiglier­e ne sarei molto preoccupat­o.

Il cda senza presidente non può approvare nulla Se ne occupi l’ad, a meno di situazioni indifferib­ili e urgenti

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Ansa Giurista Zaccaria, ex presidente Rai e docente di diritto
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