“Ne scelgano uno nuovo o l’azienda è bloccata”
“Se insistono, toccherà ai presidenti delle Camere. Sugli atti può agire la Corte dei Conti”
“Il nome di Marcello Foa non può essere riproposto in commissione”. Roberto Zaccaria, presidente della Rai dal 1998 al 2002 e professore di diritto costituzionale all’Università di Firenze, non ha dubbi: “La legge è chiarissima, manca il requisito normativo per continuare a proporre un nome già bocciato dalla Vigilanza”. Il “consigliere anziano” Foa – spiega Zaccaria – è dotato di poteri minimi: “Può limitarsi a convocare il consiglio d’amministrazione”.
La Lega spera di superare lo stallo politico e riuscire a conferire un incarico pieno a Foa. Può farlo?
Il nostro ordinamento non prevede assolutamente che si possa riproporre lo stesso nome alla commissione di Vigilanza. La lettura per un giurista è evidente: è previsto dalla legge che ha riformato la Rai (la 220 del 2015) ma è soprattutto un principio generale.
Quale?
I pareri parlamentari non possono essere replicati all’infinito. Se non si determina il quorum, la maggioranza dei due terzi – che è la condizione risolutiva di efficacia – quell’operazione è conclusa. Non si può insistere sullo stesso nome.
Se la maggioranza provasse a forzare questo principio? Dovrebbero intervenire i presidenti di Camera e Senato, o il presidente della Bicamerale, e dire “Mi spiace, ne bis in idem, non si può fare”. I presidenti delle Camere peraltro non sono i soli soggetti interessati. C’è anche la Corte dei Conti, che è custode dei comportamenti di legittimità della Rai ed è tenuta a vigilare sul rispetto delle procedure nor- mative.
Gli atti del Cda sotto la regia di Foa sarebbero passibili di danno erariale?
Se il soggetto che non ha titolo di presidente ma semplicemente di consigliere anziano dovesse esercitare le prerogative presidenziali – ci o è tutte quelle che vanno al di là della convocazione del Cda – credo sarebbe necessario l’intervento della Corte dei conti. Per i consiglieri può comportare una possibile responsabilità contabile. Insomma, la situazione è chiara: non si deve far altro che individuare un’altra figura di presidente. Così però la Rai è ferma. Domani il Cda dovrebbe occuparsi dei diritti sugli highlights del calcio e del rinnovo di Un posto al sole. Senza presidente non può farlo? Non conosco il dettaglio dei singoli atti, ma bisogna considerare che normalmente l’amministratore delegato della Rai ha poteri molto ampi dal punto di vista economico e quasi tutte le attività possono essere attribuite a lui. Dopo di che, se si dovesse configurare la necessità straordinaria di approvare un atto indifferibile e urgente che non può fare l’ad, in quel caso l’ufficio legale potrebbe valutare una deroga. Ma è una situazione al limite, molto delicata, non può essere una valutazione discrezionale. Se fossi un consigliere ne sarei molto preoccupato.
Il cda senza presidente non può approvare nulla Se ne occupi l’ad, a meno di situazioni indifferibili e urgenti