Sulle navi alla Libia decide Minniti: il Pd alla Camera non vota
Approvato ieri il decreto che cede 12 unità alla Guardia costiera di Tripoli stavolta senza i dem, che in Senato avevano detto sì
Èdopo una giornata di intensa battaglia parlamentare che il Pd a Montecitorio non partecipa al voto del decreto con il quale il governo cede 12 motovedette alla Libia. Provvedimento fortemente voluto da tutto l’esecutivo, che stanzia un milione e 150 mila euro per “il ripristino in efficienza, l’adeguamento strutturale e il trasferimento” delle imbarcazioni in Libia e un milione e 370mila euro per la formazione del personale della Guardia costiera e della Marina libica. Il sì arriva solo in serata con 382 favorevoli e la decisione del Pd di uscire dall’Aula, mentre i voti contrari sono stati 11 (i 3 di +Europa e Leu). Il dibattito segna soprattutto lo smarcarsi dei Dem, che in Senato avevano detto di sì. Ma è l’occasione per tutti i gruppi per tentare di piantare qualche bandierina su un tema cruciale come quello dell’ immigrazione.
IN MATTINATA, si registra l’aggressione verbale del relatore (leghista e vicinissimo a Matteo Salvini), Eugenio Zoffili, a Gennaro Migliore (reo di essere intervenuto subordinando il sì del Pd al rispetto dei diritti umani): “Che cazzo vuoi? - gli dice, facendo segno con il gesto della mano -, vieni qui ”. Viene poi bocciata la pregiudiziale di costituzionalità presentata da Roberto Magi (Radicali).
Ma è l’intervento di Marco Minniti, ex ministro dell’Interno, che dà la linea al Pd (e alla giornata): “Noi stiamo dando le motovedette alla Guardia costiera libica. C’è un punto vero di dissenso: fino a qualche mese fa la Guardia costiera libica era un pezzo di un sistema di salvataggio e soccorso, insieme con la Guardia costiera italiana, con le orga- nizzazioni non governative, con Sophia e con Frontex. La Guardia costiera italiana deve tornare a occuparsi del Mediterraneo centrale. Non possiamo voltarci dell’altra parte”. Minniti si alza in Aula du- rante la discussione di uno degli emendamenti del Pd al decreto (quello in cui si chiede la presenza di personale specializzato dell’Oim e dell’Unhcr nei centri e a bordo delle motovedette) per marcare – in una sede ufficiale – la distanza tra la sua politica e quella dell’a ttuale governo e allo stesso tempo rivendicarne la paternità.
Un equilibrio difficile, che i
Dem stavano cercando da giorni. Dice Minniti: “Nei mesi scorsi abbiamo lavorato perché si costruissero le condizioni affinché le Unhcr e Oim andassero a Tripoli. Noi abbiamo fatto i corridoi umanitari, non chiudeteli”.
Minniti dà il via al Pd per non partecipare al voto. Piero Fassino in commissione Esteri ci aveva tenuto a rivendicare la paternità dell’azione del governo, mentre Matteo Orfini aveva cercato di schierare il Pd sul no. Da notare che Nicola Molteni, sottosegretario agli Interni, si riallaccia proprio all’intervento di Minniti per dire che “i migranti devono arrivare in Italia e non solo in Italia”. Lo stesso Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri del M5S, cita l’Oim e l’Unhcr. Per il ruolo e i rapporti che ha avuto (e che ha tuttora) nessuno può o vuole contraddire l’ex titolare del Viminale.
RESPINTI i 2 emendamenti dem, la discussione si infuoca nel pomeriggio dopo l’intervento della deputata del Movimento, Sabrina De Carlo, che attacca i democratici: “Con il loro voto contrario confermano che non hanno a cuore questo Paese; pensano solo ai loro conflitti interni, le lotte intestine tra le correnti di un partito ormai ridotto in pezzi”. Intervento che fa scattare il Pd. “Non partecipiamo al voto perché riteniamo che ci sia una questione che va al di sopra degli interessi di parte. E non abbiamo visto da parte della maggioranza nessuna intenzione di venire incontro a questo tentativo”, rivendica la responsabile Esteri, Lia Quartapelle, che in questi giorni ha cercato di tenere il gruppo unito. Parte l’ostruzionismo: tutto il Pd si iscrive a parlare. E poi esce dall’Aula. Prove tecniche di opposizione.
Mediazioni L’ex ministro risolve i problemi interni: rivendica il blocco degli sbarchi, “ma con l’Oim e l’Unhcr” La Guardia costiera italiana deve tornare a occuparsi del Mediterraneo Non possiamo voltarci dall’altra parte MARCO MINNITI