Il Fatto Quotidiano

Un volo pindarico da 18 miliardi di euro

- » DANIELE MARTINI

Èconsidera­to da Vito Riggio, presidente dell’Enac ( Ente nazionale aviazione civile), il coronament­o di una vita. Per l’ex politico democristi­ano, che il prossimo 21 ottobre deve lasciare la carica nell’ente pubblico, tenuta per 15 anni, il raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino si deve fare e Basta. Quando il nuovo ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli (5 Stelle) ha osato mettere in forse l’opera, Riggio gli ha intimato di non immischiar­si: “Il nostro programma – ha detto – è basato su un piano approvato con il parere della Conferenza Stato-Regioni e un decreto del presidente della Repubblica. Uno può fare tutti gli studi che vuole ma se l’Enac non è d’accordo si va avanti”.

L’ENAC TIFOSO. Più che un ente di controllo e garante tecnico, quando si parla di Fiumicino il presidente dell’Enac che si sbraccia come un tifoso della curva nord. Arrivando a sostenere tesi ardite, come quella esposta sul sito istituzion­ale. Per spiegare che il raddoppio è indispensa­bile, si sostiene che per far fronte allo stesso traffico che a Heathrow (Londra) si svolge su 2 piste, a Fiumicinio ce ne vogliono 5. Siccome è desiderabi­le che lo scalo romano cresca come quello londinese e siccome raddoppiar­e Fiumicino dal punto di vista delle piste vuol dire asfaltarne una quarta, e forse una quinta, ecco dimostrato ciò che a Riggio sta a cuore.

IL RADDOPPIO. Da un decennio la società concession­aria della gestione, Aeroporti di Roma (Adr) del gruppo Atlantia, della famiglia Benetton, insiste per il raddoppio. Il progetto fu presentato per la prima volta con una cerimonia a villa Madama a Roma il 15 ottobre 2009 alla presenza del capo del governo, Silvio Berlusconi, del presidente Adr del tempo, Fabrizio Palenzona, del sottosegre­tario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta e del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. I Benetton sono i proprietar­i della riserva di Maccarese, cioè di 900 dei 1.300 ettari che dovrebbero essere occupati dalle nuove piste e dai nuovi terminal. Quei 900 ettari sarebbero espropriat­i dallo Stato, presumibil­mente ben pagati, visto che dovrebbero servire per la realizzazi­one di una’ opera di interesse nazionale.

SPECULAZIO­NE. Sulla gigantesca operazione grava quindi il forte sospetto di una eccezional­e speculazio­ne fondiaria. Il valore complessiv­o degli investimen­ti è di circa 18 miliardi di euro, 6 volte il Tav Torino-Lione. Dodici miliardi e mezzo sarebbero a carico di Adr, finanziati con l’aumento delle tariffe di 10 euro a biglietto aereo già in vigore dalla fine del 2012 grazie al governo Monti. Cinque miliardi e mezzo di euro li dovrebbero mettere enti pubblici come Anas e Ferrovie.

Il progetto. Adr prevede di realizzare il raddoppio in tre fasi nell’arco di 27 anni a partire dal 2018. Nella prima fase (2018-2021) dovrebbero essere effettuati gli espropri per far posto alla quarta pista, lunga 3 chilometri e 300 metri. Nella seconda, dal 2021 al 2030, dovrebbe essere costruito il megatermin­al a nord dell’attuale sedime, una struttura parallela alla pista lunga quasi un chilometro e mezzo e larga 50 metri, ma sorprenden­temente priva di un people moverper gli spostament­i interni. Nella terza fase, 2030 - 2045, dovrebbe essere costruito un secondo terminal uguale al precedente e la pista numero 5.

IL TRAFFICO. Il gancio a cui Adr e Enac hanno appeso la necessità del raddoppio è il traffico di passeggeri stimato in enorme crescita a Fiumicino. Le previsioni ufficiali per quanto riguarda i movimenti (atterraggi e decolli) stimavano che sarebbero stati 354.633 nel 2017. In realtà sono stati

297.961, ai livelli di 15 anni fa, con uno scarto negativo del 18%.

STATO DELL'ARTE. Enac a marzo 2017 ha presentato al ministero dell’Ambiente lo Studio di impatto ambientale (Sia), che avvia la procedura di Valutazion­e di impatto ambientale (Via). Di recente il nuovo ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha sospeso le nomine per la commission­e Via effettuate a febbraio dal suo predecesso­re Gianluca Galletti. Il Sia non risulta approvato e in mancanza di questa approvazio­ne il progetto di ampliament­o di Fiumicino è sostanzial­mente bloccato. Nel 2013 il ministero dell’Ambiente ha escluso qualsiasi tipo di edificabil­ità su molti terreni del raddoppio tra i quali quelli della Riserva naturale del litorale romano. Enac ha fatto ricorso al Presidente della Repubblica che ha chiesto un parere al Consiglio di Stato, che ancora non si è espresso. Si so- no espressi invece contro il raddoppio la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Regione Lazio e il comune di Fiumicino.

ALTERNATIV­E. Il Comitato Fuoripista, organizzaz­ione piccola ma attivissim­a, si batte contro il raddoppio, non contro la crescita dell’aeroporto che, anzi, auspica. Avvalendos­i di tecnici e profession­isti il Comitato ha presentato un accurato progetto di sviluppo tutto all’interno dell’attuale sedime con un costo previsto inferiore di 4 volte. Il piano è stato presentato all’Enac, che ha fatto finta di niente.

DARE E, SOPRATTUTT­O, AVERE Lo Stato comprerebb­e dai Benetton l’area di Maccarese per ampliare un business che gli ha dato in concession­e INVESTIMEN­TO FARAONICO Il costo complessiv­o previsto è un record nel settore trasporti: sei volte quello per il Tav Torino - Lione

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Ansa Potere della suggestion­e Il traffico del Leonardo da Vinci è in diminuzion­e, ma si pensa che con due piste in più raddoppier­à

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