Il Fatto Quotidiano

O Maduro o la resistenza Ma con chi sta l’esercito?

Il presidente: “Volevano uccidermi”. Ma la dinamica dell’attentato lascia dubbi

- » DIEGO LÓPEZ

“Hanno tentato di a ss a ss i n ar m i”. Per il presidente Nicolás Maduro non ci sono dubbi. E punta il dito contro il presidente (uscente) colombiano Juan Manuel Santos, indicato come il mandante ‘ pol itic o’ dell’attentato realizzato sabato con due droni carichi di esplosivo, nel corso di una parata militare a Caracas.

Di fronte ai dubbi sollevati dall’opposizion­e interna - Il Frente amplio Venezuela libre - e da molti media internazio­nali sul fatto che si sia trattato di un vero attentato, il ministro dell’Interno, Néstor Reverol, ha informato che sono stati utilizzati due droni modello DJI M600, disegnati per uso industrial­e e caricati con un chilo di esplosivo (militare) C4, carica sufficient­e per colpire a 50 metri di distanza. Uno è stato “di sarti cola to” mediante inibitori di segnale mentre volava vicino al palco presidenzi­ale. Del secondo è stato perso il controllo (a distanza) e l’ordigno è esploso colpendo un edificio. Sette militari sono rimasti feriti, tre sono in “prognosi riservata”. Reverol ha informato che sono state arrestate sette persone individuat­e come “autori materiali del tentato assassinio del presidente”.

IL MINISTRO DEGLI ESTERI , Jorge Arreaza, ha convocato il corpo diplomatic­o a Caracas per spiegare la dinamica “dell’attacco terroristi­co” e ha confermato la rivendicaz­ione giunta attraverso Twitter e successiva­mente su YouTube di gruppo di militari ribelli del Movimento dei Soldados de Franelas (soldati in flanella). Con “l’Op erazione Fénix attuata con droni - recita il comunicato - abbiamo dimostrato che sono vulnerabil­i. Questa volta non abbiamo avuto successo, però è questione di tempo”.

Per il ministro si tratta di una cellula di “rinnegati” che faceva capo al sergente pilota Óscar Pérez di 36 anni che nel giugno dell’anno scorso, a bordo di un elicottero della polizia, aveva attaccato con alcune granate le sedi del Tribunale supremo di Giustizia e del Ministero dell’Interno. Pérez aveva poi fatto perdere le sue tracce fino allo scorso gennaio quando, nel corso di un assalto di truppe speciali del governo in una casa nella zona El Junquito a ovest di Caracas, è stato ucciso crivellato di colpi. Per l’opposizion­e, Pérez era stato deliberata­mente ucciso per impedirgli di fare rivelazion­i che avrebbero messo in difficoltà esponenti del vertice bo- livariano. Specie in uniforme. Riferendos­i a questa azione il ministro Arreaza, ha dichiarato che “quando questa cellula fu smantellat­a, dopo ore di negoziati e un inevitabil­e scontro armato, alcuni governi (stranieri) solidarizz­arono apertament­e con i terroristi e alcuni presidenti affermaron­o che si è trattata di un’esecuzione”. Dunque il respons abile della diplomazia venezuelan­a conferma le accuse che dietro l’attentato vi sia il presidente colombiano. Il Movimiento Nacional Soldados de Franelas è stato formato nel 2014 e raggruppa “ufficiali, sottuffici­ali, soldati semplici” con lo scopo di - secondo @SoldadoDfr­anela-“unire tutti i gruppi di resistenza a livello nazionale - militari e civili patrioti leali al popolo - in modo da rendere efficace la nostra lotta contro la dittatura” di Maduro. Nel comunicato su YouTube i militari ribelli affermano di voler “proseguire la nostra lotta perché le Forze armate bolivarian­e hanno il compito di garantire indipenden­za, stabilità e ordine”.

IL MOVIMENTO RIBELLE s arebbe collegato al Grupo AiresVen ( Apoyo Internacio­nal a la resistenci­a venezolana) che rivendica un assalto condotto l’anno scorso alla base militare Paramacay 2° - secondo il governo si era trattato di ‘mercenari’ assoldati per abbattere il governo di Maduro. Il gruppo ha rivendicat­o anche un secondo attacco - mai confermato - a Fuerte Tiuna, una delle principali basi militari venezuelan­e. Dal forte sarebbero stati “sottratti molti veicoli” come prova che all’i nt e rn o delle Forze armate bolivarian­e vi sono ‘ufficiali intermedi’ pronti ad abbattere il governo. Questi gruppi avrebbero attivato la “Operación Libertad Venezolana” dopo “anni che ci prepariamo come resistenza clandestin­a”.

L’opposizion­e venezuelan­a ha preso le distanze da “soluzioni violente” della “crisi umanitaria” che attanaglia il Venezuela: “La soluzione che merita il nostro popolo è democratic­a e istituzion­ale”. Gli oppositori temono però che il governo del presidente Madura possa “approfitta­re dei fatti di sabato per criminaliz­zare chi legittimam­ente e democratic­amente gli si oppone.

Il Paese attraversa una crisi economico-sociale acuta: secondo il Fmi l’inflazione galoppa verso le cinque cifre, mentre continuano a scarseggia­re medicine e generi alimentari. Per far fronte a questa situazione il presidente Maduro ha lanciato un “piano di recupero economico” che dovrebbe scattare il 20 agosto con l’emissione di una nuova moneta “con cinque zeri in meno” per “facilitare le transazion­i finanziari­e”.

Intanto il Polo patriottic­o - che raggruppa i partiti di governo - ha organizzat­o ieri una marcia nel centro di Caracas in appoggio al presidente.

Parla l’opposizion­e ”La soluzione che merita il nostro popolo è democratic­a e istituzion­ale”

 ?? LaPresse e Ansa ?? Prima del boato Maduro sul palco con i più alti rappresent­anti militari. In basso il fuggi fuggi dopo l’esplosione
LaPresse e Ansa Prima del boato Maduro sul palco con i più alti rappresent­anti militari. In basso il fuggi fuggi dopo l’esplosione
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy