Il Fatto Quotidiano

Uno, due o tre figli e imprecisat­i mariti: Tarocchi da roulette

- » CAMILLA TAGLIABUE

DSLITTA LA SERIE C

A causa del “clima di totale incertezza e precarietà”, il campionato di Serie C è rimandato alla prima settimana di settembre: così ha deciso il Consiglio direttivo di Lega Pro, svoltosi ieri a Firenze. Tra le motivazion­i c’è la richiesta di elezioni in Figc per avviare una nuova governance e “una stagione di riforme non più rimandabil­e” ue figli, anzi uno; due mariti, anzi nessuno; una amante, un uomo- tigre, quattro matrimoni e alcun funerale: guida alla Roma tarocca. Primo, munirsi di contanti; secondo, non uscire prima del tramonto. I cartomanti, come le zanzare, si appalesano in orario aperitivo: a piazza Navona verso le 18; a Trastevere non prima delle 20; a Castel Sant’Angelo dopo le 21; in via del Corso a tutte le ore.

Si muovono in gruppo, fan capannello, fan cartello: piantano i tavolini vicini vicini, chiedono tutti 20 euro a seduta e sono perlopiù di natali stranieri, benché il tarocco sia un’invenzione italiana. Parlano, in media, diciotto lingue: braccia rubate agli ombrellini delle guide turistiche.

Leggono tutto: cinque carte, tre carte, arcani maggiori, arcani minori, tarocchi orientali, scartoffie consunte senza più illustrazi­oni. Il metodo però è lo stesso: il “b a s t one-carota”, un compliment­o e un anatema, una fortuna e una sfortuna. “Quanto vuole?”, chiedo a uno. “Mmmh”, temporeggi­a lui. “Più di 20 euro non vorrei spendere”. Certo, annuisce, accompagna­ndomi a sedere. È la prima domanda mia, con conseguent­e risposta mia, di una lunga serie. Sì, perché i cartomanti, più che dare risposte, fanno domande. Da Delfi in giù non è cambiato niente: una volta si andava all’oracolo, e sul tempio, ad accogliert­i, stava scritto “Conosci te stesso”. Come a dire: “Prrr”. Ma l’ironia degli antichi fa difetto ai moderni: perciò abbiamo “provato per voi” le migliori piazze di spaccio dei tarocchi romani.

VIA DEL CORSO. Ezio (nome di fantasia) è albanese: ha un mazzo così consumato e annerito che per leggerlo ci vorrebbe la scientific­a. “Sei una donna disponibil­e. Non sessualmen­te, eh!”, attacca lui, che ha benissimo introietta­to il # MeToo, per cui ogni insinuazio­ne è una molestia. “Tu dai sicurezza, lui no. Ha un ’ altra, non sa che cosa vuole. Ma a n c h e t u : sempre avventurie­ri ti cerchi. Vai come una Ferrari contro i muri”. Partiamo bene: in quarta. Lo incalzo: “Nessuno di nuovo?”. Ed esce un uomo con la gorgiera: “Shakespear­e!”, dico io. “No, è un uomo buono”, fa lui, che evidenteme­nte conosce William di persona. “Però devi prenderti una pausa di due mesi”. Da che cosa, non si sa.

PIAZZA NAVONA. Olga (nome di fantasia) è russa, ma inizia il consulto spruzzando­lo di oroscopo cinese: è globalista, non sovranista, lei. Mi parla di un “uomo tigre: chiunque entri nella sua gabbia viene mangiato”. Poi aggiunge che avrò due matrimoni e due figli, e che un nuovo compagno è all’orizzonte: dopo la tigre, sarà il turno del domatore del circo. Mi offre nel pacchetto anche la lettura della mano. La prego di non parlare di salute. “No, no, traqvilla, no vedo malattii terminalie!”. A quel punto vorrei palparmi scaramanti­camente, ma una mano è stretta tra le grinfie sudaticce di Olga e l’al t r a non posso muoverla, pena malocchio. Alla fine mi r i v e l a c h e “non do importanza ai soldi”. Con tutti quelli che sto buttando via in cartomanzi­a, dovrebbero darmi un premio alla beneficenz­a-deficienza...

TRASTEVERE. Arianna (nome di fantasia) è italo-argentina: ha carte parlanti, con la spiega sotto le figure, per cui pure io posso “in t e rp r e ta r l e” f a ci lmente; anzi, sto già pensando di acquistarn­e un mazzo su Amazon Prime. Per non farsi mancare nulla, sul tavolo ha predispost­o un tappetino buddhista e un porta-incenso induista. Non lo fa per afflato spirituale o per amicarsi lo spirito altrui, ma perché a quell’ora è pieno di zanzare, che mal sopportano i fumi d’incenso e gli altarini divini: le zanzare sono atee. Io sto zitta, intimorita: è lei che per prima vuole leggermi la situazione attuale. “Hai problemi con tuo figlio”, insinua. “Ma io non ho figli”, rispondo, sempre intimorita. “Comunque, vedo una terza persona. Potrebbe essere una amante”. Uguale. Quanto al lavoro, avrò una “bella sorpresa” e“persino un figlio”(partorirò in ufficio?). Non sto a puntualizz­are che la precedente indovina aveva detto due figli, tanto Arianna è preoccupat­a solo del tizio che sta montando un banchetto accanto al suo. “Abusivo”, sussurra. “Adesso cacceranno anche noi”.

CASTEL SANT’ANGELO. Nicola (nome vero), editore e libraio di Tlon, legge le carte in senso letterale, cioè legge le figure: il volto pallido della Papessa, la ieraticità dell’Imperatric­e, i cavalli bizzarri del Carro, i bagnanti al Sole... Ponderato e filosofico, non prevede nulla: si limita a porre questioni. Le carte mi sembrano buone, ma lui non è convinto, e ci ritroviamo a parlare del Talmud. Però non vale. Nicola non si fa pagare: per saldare il consulto basta acquistare un libro sulle bancarelle di “Letture d’estate”. Così, complice lo sconforto accumulato, mi butto su un saggio sulle vite dei matematici: che danno i numeri sì, ma quelli giusti.

A spasso per Roma Cinque cartomanti e altrettant­e risposte, diverse e improbabil­i

AL TELEFONO. La mattina dopo, a pezzi, decido di chiamare il mio “tarologo” di fiducia, Fulvio. Lui mi spiega, pacatament­e, che “è normale che i cartomanti di strada azzardino previsioni negative, o quantomeno incerte, anche per spingere a interrogar­e di nuovo le carte, e quindi a spendere, a tornare. Lo fanno soprattutt­o gli indovini telefonici, online...”. Queste mezze risposte, lacunose e negative, funzionano come un gancio tra le parti, innescando spesso un meccanismo di dipendenza nel cliente. Galvanizza­ta, gli chiedo un consulto veloce. E lui: “Non posso: hai messo troppe cose sul piatto e vorrei tutelare la mia lettura. Però, se sei in difficoltà, possiamo parlarne. Da amici”.

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Ansa Indovini di strada Una cartomante legge i tarocchi. Sotto, turisti in piazza Navona
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