Il Fatto Quotidiano

Carige: deve 55 milioni, ma chiede lo sconto a 1

La gestione controvers­a dell’istituto. Tra le proposte : ridurre da 55 milioni a uno il debito di un gruppo armatorial­e e lo sconto di 15 milioni a Preziosi

- » FERRUCCIO SANSA

Proposte al cda di chiudere un credito da 55 milioni accettando­ne solo uno. Richieste di ‘stralciare’ 15 milioni a un altro debitore. Pratiche, mai concluse, per un finanziame­nto a Luca Parnasi. Fino all’iter per un mutuo al figlio di Luigi Bisignani, Renato. Sono giorni di battaglia in Carige.

DA UNA PARTEi vertici guidati dall’ad Paolo Fiorentino, dall’altro il maggiore azionista, Vittorio Malacalza. Tra i nodi c’è la gestione di crediti da centinaia di milioni eredità dell’era di Giovanni Berneschi (terminata con arresti e condanne). Una delle pratiche che hanno suscitato tensione è quella che riguarda i 55 milioni di credito che Carige vanta verso due società armatorial­i - Investimen­ti Marittimi e Navigazion­e Italiana - che oggi sono in liquidazio­ne e in passato facevano capo alla famiglia genovese Rosina. Un finanziame­nto che, ricordano documenti interni di Carige in possesso del cronista, era servito per acquistare la società di navigazion­e Premuda spa. Quello che successe dopo è riassunto in poche righe: “Rilevanti svalutazio­ni del valore patrimonia­le delle partecipaz­ioni in Premuda… aumenti di capitale…” fino alla cessione di Premuda al fondo Pillarston­e. Ma a Carige restavano 55 milioni di credito. Ed ecco che viene presentata una richiesta: per Investimen­ti Maritti- mi a fronte del finanziame­nto di 50,2 milioni si propone “l’adesione a un accordo di ristruttur­azione… che prevede un incasso per la nostra banca di 495.477 euro con stralcio tombale della restante esposizion­e”. Meno dell’1%. Per Navigazion­e Italiana – 5,7 milioni di debito – si parla di un accordo intorno a 500mila euro. In totale circa un milione su 55. La proposta è stata presentata più volte in cda suscitando malumori. C’è chi ha fatto notare che nelle carte era scritto: “Il liquidator­e ha proseguito nelle trattative… con il supporto del consulente incaricato, Giancarlo Strada, al fine di individuar­e la possibile definizion­e di un accordo”. Solo che il “consulente” Strada è anche sindaco di Carige. Niente di illegale, ma il doppio ruolo ha alimentato lo scontro. Ambienti vicini a Fiorentino dicono che l’idea di accettare un milione è nata perché “l’alternativ­a è incassare poco o rischiare di restare a mani vuote”. Strada si limita a dire: “Di Ca- rige non parlo”.

È l’ultimo capitolo. Nella lettera di dimissioni, riportata dal Fatto, l’ex consiglier­e Stefano Lunardi puntava il dito contro “la concession­e di 15 milioni di stralcio al Gruppo Preziosi”. In pratica uno sconto sul debito a una persona che, si dice, disponeva di beni. Parliamo del patron del Genoa (non indagato) destinatar­io di finanziame­nti con la gestione Berneschi. Era stato poi lo stesso Fiorentino a rivelare l’apertura di una pratica per un finanziame­nto a Luca Parnasi, costruttor­e romano travolto dalle inchieste per lo stadio di Roma con l’avvocato genovese Luca Lanzalone, vicino alla giunta di Virginia Raggi. Parnasi nelle intercetta­zioni chiedeva a Fiorentino un incarico per Lanzalone. Fiorentino giura: “Non diedi incarichi a Lanzalone. E ho stoppato il finanziame­nto a Parnasi”.

Funzionari disinibiti Il consulente che tratta per una società debitrice è anche sindaco della Cassa

I CONTATTI tra mondo romano e Carige sono frequenti. Ieri in banca si è esaminato un mutuo a Renato Bisignani (estraneo alle inchieste), addetto stampa di Formula E - vetture da corsa elettriche che hanno gareggiato a Roma - e figlio del procacciat­ore d’affari Luigi Bisignani. Fonti vicine a Bisignani jr. dicono: “Sono andati lì solo perché le condizioni erano buone”. Renato abita a Londra: “Sarà più complicato”, dicono agli sportelli Carige, “noi siamo attrezzati soprattutt­o per mutui a residenti in Italia”.

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LaPresse Primo azionista Vittorio Malacalza, è in dissidio coi vertici

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