Il Fatto Quotidiano

ORA SALVINI SI FA (UN PO’) BUONO E PUNTA AL 40%

- » ANTONIO PADELLARO

Era insolitame­nte pacato il ministro dell’Agricoltur­a Gian Marco Centinaio visto l’altra mattina ad Agorà (Raitre). L’avevamo conosciuto tra i salviniani più arrembanti, prima della presa della Bastiglia. Uno che nei talk non faceva prigionier­i.

Era

insolitame­nte pacato il ministro dell’Agricoltur­a Gian Marco Centinaio visto l’altra mattina ad Agorà (Raitre). L’avevamo conosciuto tra i salviniani più arrembanti, prima della presa della Bastiglia.

Uno che nei talk non faceva prigionier­i mazzolando chi non si piegava (i disprezzat­i buonisti) al pensiero unico sovranista: prima gli italiani e poi chissenefr­ega.

LO ABBIAMO ritrovato a commentare la strage dei braccianti in Puglia, sedici morti in due incidenti stradali. Ma in realtà –nella eterna condizione di “schiavi”– vittime del caporalato e della catena di sfruttamen­to: grande distribuzi­one, aziende agricole, ultimi della terra. Una somma di problemi lasciati marcire da sempre e non certo addebitabi­li a chi governa da un paio di mesi (come osservato da Riccardo Barenghi). Quelle di Centinaio sono sembrate risposte di buon senso, perfino con qualche venatura di sinistra (convinti che peggior offesa non potremmo fargli).

Sempre a proposito di quei tragici fatti poi abbiamo visto in qualche tg il ministro degli Interni Matteo Salvini selfeggiar­e sorridente, questa volta non con rubizzi padroncini padani o con damazze ingioiella­te. Ma, udite udite, con un gruppo di ragazzi di colore, probabilme­nte irregolari (subito abbiamo pensato alla famosa rubrica enigmistic­a: trovate l’intruso). Quel medesimo Salvini passato dalla versione trucibalda delle pacchie finite al “registro costruttiv­o del buonsenso” (Giuliano Ferrara). Buonsenso: parola che casca a fagiolo visto che va di moda citare Mattarella che ha citato il Manzoni (“il buonsenso c’era ma stava nascosto per paura del senso comune”). E che introduce la domanda politica del momento: Salvini (con i suoi) c’è o ci fa? Si è ravveduto? Ha capito di avere passato il limite della decenza democratic­a? Ma no, è la solita vecchia tecnica del bastone e della carota.

FATECI CASO, dopo il 4 marzo, in meno di un mese la Lega passa dal 17% delle Politiche a quasi il 31% dei sondaggi. Un boom così improvviso forse non si era mai visto nella storia repubblica­na. Poi l’impennata si ferma, ma non è ancora il pieno. Il bastone ha lavorato benone e quei milioni di voti che gonfiano il Carroccio, perfino oltre i Cinque Stelle, provengono (quasi) tutti da Forza Italia. Elettori di destra destra, basta con gli immigrati e quella roba lì che vogliono l’uomo forte: Berlusconi non lo è più? Viva Salvini. Però, resta ancora qualcosa da rosicchiar­e in FI: quel residuo 7% più moderato, che detesta il becerume di padroni a casa nostra anche se, signora mia, con tutti questi negri in giro qual- cosa bisogna pur fare. Sono quelli che vedono i grillini come il fumo negli occhi, pauperisti, incapaci e nullafacen­ti come dice Silvio e dunque che ci fa La Lega con quella gente lì? Per Salvini portarli a se non sarà facile. Anche se quota 40% non è impossibil­e. Prima l’impaurisco, poi li rassicuro quindi li conquisto. Madamina il catalogo (elettorale, non si sa mai) è questo.

Dopo l’ultima strage dei braccianti la Lega per un giorno ha cambiato toni Ma è solo strategia

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LaPresse L’intruso Salvini e i braccianti del foggiano
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