Il Fatto Quotidiano

SOLO LA MERKEL PUÒ SALVARCI DAI SOLITI USA

- » MASSIMO FINI

Sono almeno vent’a nn i che l’Italia si fa uccellare dai suoi alleati, americani in testa ma anche francesi. Nel 1999 gli Stati Uniti attaccaron­o la Serbia per la questione del Kosovo. C’erano due ragioni sul terreno: quella degli indipenden­tisti albanesi che nel tempo erano diventati la maggioranz­a e quella della Serbia a mantenere l’integrità dei propri confini. Avrebbero dovuto vedersela fra loro. Invece gli americani decisero che la ragione stava solo dalla parte dei kosovari, il torto dalla parte della Serbia di Milosevic e bombardaro­no per 72 giorni una grande e colta capitale europea come Belgrado.

NOI ITALIANI (governo D’Alema) partecipam­mo a quell’aggression­e nella poco onorevole parte del ‘palo’ (gli aerei yankee partivano da Aviano). Ora, noi con la Serbia non avevamo nessun contenzios­o, ma anzi ottimi rapporti che risalivano storicamen­te ai primi del ‘900 quando i serbi vedevano nell’unità d’Italia, da poco conquistat­a, un modello per la loro. Ruggini storiche le avevamo casomai con i fascisti croati che, travestiti da comunisti durante la dittatura di Tito, avevano ‘infoibato’ migliaia di italiani durante le convulsion­i della fine della seconda guerra mondiale. Non avevamo nessuna ragione per partecipar­e a quell’aggression­e. Neanche l’alleanza nella Nato ci costringev­a, tant’è che la piccola Grecia si rifiutò.

Il progetto americano aveva un suo senso: creare un cuneo di islamismo‘ moderato ’( Albania+ Bosnia+ Kosovo) nei Balcani ad uso di quello che era allora il loro grande alleato nella regione, la Turchia. Peccato che nel frattempo la Turchia quasi laica di Hataturque sia stata sostituita da quella di Erdogan che, oltre ad essere un famigerato tagliagole, laico non è affatto. In quanto a noi italiani le conseguenz­e sono state disastrose. Per due motivi entrambi legati al fatto che Milosevic, checché se ne sia sempre scritto in contrario, era una sorta di ‘gendarme’ stabilizza­tore nei Balcani. Adesso nei Balcani ci sono cellule Isis poco lontane dai nostri confini, inoltre sono concresciu­te grandi organizzaz­ioni criminali (droga, traffico d’armi) che vanno a concludere i loro primi affari nel Paese oc- cidentale più vicino, l’Italia.

Nel 2011 i francesi, con l’appoggio degli americani, attaccaron­o la Libia di Gheddafi che finirono con un linciaggi oche avrebbe fatto orrore persino ai‘ taglia gole’ dell’ Isis. L’obiettivo dei francesi era chiaro: sostituire l’Italia nella posizione economica privilegia­ta che avevamo con la Libia del Colonnello. Sono arcinoti gli ottimi rapporti che il presidente del Consiglio italiano di allora, Berlusconi, aveva con Gheddafi. Eppure, sempre sotto la presidenza di Berlusconi, contribuim­mo all’eliminazio­ne di Gheddafi. Le conseguenz­e sono oggi sotto gli occhi di tutti: la Libia è in mano a formazioni di guerriglie­ri, fra cui l’Isis, e di trafficant­i di uomini che scaricano i migranti innanzitut­to sulle coste italiane.

ADESSO TRUMP ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dal patto che, con Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina, Germania era stato concluso nel 2015 con l’Iran: gli Ayatollah rinunciava­no a portare avanti il loro programma nucleare in cambio dell’eliminazio­ne delle sanzioni economiche che da trent’anni gli erano state comminate, del tutto arbitrarie perché l’Iran aveva firmato da tempo il Trattato di non proliferaz­ione e aveva accettato le ispezioni dell’Aiea che avevano sempre accertato che l’ar r ic c hi m e nt o dell’uranio iraniano non aveva mai superato il 20% (per arrivare all’Atomica l’arricchime­nto deve essere del 90%).

DAL 6 AGOSTO TRUMP ha proibito alle imprese americane di avere qualsiasi commercio con l’Iran. E fin qui sta nel suo. Ma ha anche minacciato le imprese di altri paesi: “Chi concluderà affari con l’Iran, non ne farà più con gli Usa. O il mercato iraniano o quello statuniten­se, 50 volte più grande”. La misura è diretta in realtà contro l’Europa, perché è molto dubbio che possa essere applicata alla Cina con cui gli Stati Uniti sono indebitati­ssimi. Le aziende italiane hanno in sospeso circa 20 miliardi di euro in investimen­ti diretti con l’Iran: ci sono le Ferrovie dello Stato, Enel, Saipem, Danieli, Fincantier­i, Pessina, Italtel, Belleli, Marcegagli­a,. Non si vede perché l’Italia dovrebbe stare a questo diktat. O meglio lo si vede benissimo: perché l’Italia da sola non può nulla contro un colosso come gli Stati Uniti. Solo un’Europa compatta (con buona pace del ‘sovranista’ Salvini) può rispondere, bloccando le importazio­ni americane nel Vecchio Continente che ha una popolazion­e di 500 milioni di abitanti in maggior parte forti consumator­i. Un’operazione molto difficile perché è dalla fine della seconda guerra mondiale che gli americani tengono in stato di minorità l’Europa, militarmen­te, politicame­nte, economicam­ente e alla fine anche culturalme­nte con i loro film del cazzo. Possiamo solo contare su Angela Merkel, l’unico uomo di Stato europeo in grado di tener testa a Donald Trump e alla prepotenza americana. Forza Angela!

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