Il Fatto Quotidiano

“Con J-Ax era finita, ora sono soltanto Dj Jad”

Quinta puntata dedicata ai musicisti dimenticat­i Gli Articolo 31 non esistono più dal 2006. Dj Jad ora esce con un libro, un brano e un disco: “Non importa se qualcuno mi sminuisce quando suono in piazza alle feste patronali”

- » CAMILLA TAGLIABUE

Articolo 31 non si può più dire: ad aprile il Tribunale di Milano ha stabilito che “la titolarità del marchio” appartiene solo a Franco Godi, ex produttore del gruppo. Fine dunque della querelletr­a J-Ax e Dj Jad, le due metà della mela, definitiva­mente spaccata nel 2006.

Che i due rapper fossero una coppia di fatto non è difficile immaginarl­o, e infatti dopo il divorzio, o meglio l’abbandono da parte di Ax, le polemiche si sono sprecate, come nella migliore tradizione dai Roses in giù. Jad (all’anagrafe Vito Luca Perrini, classe 1966), però, cerca di ridimensio­nare l’affaire: “È stato il contorno a montare la rivalità: non ci siamo lasciati male. Se vuoi bene a una persona la lasci libera: Ax voleva fare il solista e io non potevo trattenerl­o. Ma non abbiamo litigato; certo, ci sono stati momenti in cui non ci si sopportava più, come tra marito e moglie, però gli ho sempre voluto bene e gliene voglio ora. Non ho risentimen­ti. Lui ha scelto tutt’altra strada: io non riuscirei mai a fare quello che fa lui, perché poi non potrei guardarmi allo specchio, ma sono felice per lui”.

IL DEBUTTO degli Articolo 31 è datato 1990; set fu Milano, delle cui periferie entrambi erano figli, uno di Bollate e l’altro di Quarto Oggiaro: “Quel nome è inciso in maniera indelebile sulla mia pelle”, ha commentato Jad, subito dopo la sentenza del tribunale. “Oggi più che mai lo sento mio, è stato e sarà sempre motivo di orgoglio, non solo per tutti i successi realizzati insieme ad Ax (9 dischi di platino non si possono cancellare né dimenticar­e), ma perché rappresent­a ancora per me i valori e i sogni di due ragazzi che con la musica volevano cambiare il mondo”.

Se il sole di Ax non è mai tramontato, che fa oggi l’altra metà, lunare e saturnina, di quel cielo? “A metà giugno sono uscito con il singolo Opportuni- tà, insieme a Danny Losito e Pino Pepsee: è un brano ricco di contaminaz­ioni; non solo hip-hop, ma anche funk, reggae, soul e R&B. È un inno alla vita, parla di riscatto, di non abbandonar­e i propri sogni, di non arrendersi malgrado le avversità e i torti subiti”.

L’album arriverà nel 2019, mentre dopo l’estate uscirà l’autobiogra­fia di Jad, con ricco corredo iconografi­co e, in allegato, un 45 giri in vinile: “Un libro sulla mia vita, pieno di aneddoti e curiosità sugli Articolo 31. Ad esempio, quando abbiamo vinto un Disco per l’estate (nel 1995 con Ohi Maria, ndr) non ce lo aspettavam­o proprio, tanto che dopo l’esibizione ce ne siamo andati: Ax in una sala giochi e io a bere una cosa. Non abbiamo mai fatto nulla a tavolino, non abbiamo mai calcolato alcunché: vivevamo la musica, vivevamo i momenti. Come durante una assurda tournée a Cuba ( ride maliziosam­ente, ndr)... ma di più non posso svelare”.

AX È USCITO dal gruppo nel 2006; dopodiché Jad è “volato negli Stati Uniti per realizzare un sogno: lavorare con gli artisti della scena black americana. In quegli anni ho studiato moltissimo e ho voluto ricercare la creatività dentro di me, dopo che avevo avuto il ‘successone’, e riprendere in mano la mia vita. Chi sono, cosa faccio, mi chiedevo. Ma sono sempre lo stesso? Per trovare me stesso sono tornato nell’undergroun­d, da dove ero venuto, confrontan­domi con moltissimi artisti a livello internazio­nale, anche jazzisti. Cose molto di nicchia, ma era una mia precisa scelta: volevo ritrovare le mie radici. E adesso con il singolo Opportunit­à è tempo di un nuovo inizio, dopo dieci anni che sono assente dalle scene. Non importa se qualcuno sminuisce me e la mia nuova big band quando ci esibiamo alle feste patronali: la musica va portata ovunque e soprattutt­o in piazza, luogo della condivisio­ne e simbolo di democrazia e libertà”.

Produrre oggi è molto più difficile degli Anni Novanta... “Indubbiame­nte, molte cose si sono inquinate anche per colpa dei talent. Non voglio puntare il dito, ma i talent – ahimè – hanno messo da parte grandi artisti. Non do colpa ai ragazzi che partecipan­o, che comunque cercano di trovare una propria strada: è il meccanismo che sfrutta questi ragazzi, e poi avanti il prossimo. Oggi è tutto più superficia­le, le nuove generazion­i non hanno punti di riferiment­o. La musica buona c’è, ma è esclusa dai mass media, dove dilaga la spensierat­ezza: la television­e mi sembra un po’ diseducati­va. Io con la musica cerco, se riesco, di muovere le coscienze, soprat- tutto nel momento piatto in cui siamo e anche con pezzi goliardici, non per forza con contenuti sociali o politici. Mi sento un comunicato­re, non una superstar”.

PERÒ business is business ea volte con l’arte c’entra poco o nulla; anzi, l’arte, in questo caso, è meglio “metterla da parte”. “Confermo, ma sono positivo: la vita è fatta di cicli. Credo che ritornerà un po’ di cantautora­to, ritorneran­no cose che hanno spessore perché, ripeto, questo meccanismo è dettato dal mercato, che ha solo interesse a tenere le persone spensierat­e, e quindi innocue. Internet poi soffoca tutto, tutto ha una scadenza, un tempo determinat­o. Una canzone, un artista vanno un tot, e poi più. Non ho nulla contro la musica di puro intratteni­mento, ma io sono nato e cresciuto con certi valori culturali e sociali”.

Si è mai sentito una meteora? “No, assolutame­nte, il successo però – io che ne ho avuto tantissimo, ma questo non significa sentirsi arrivati – è difficilis­simo da gestire: può cambiare le persone, può distrugger­le psicologic­amente”. Cambiare mestiere, no? “Mai, la musica per me è terapia, una medicina: difficile spiegarlo. Se avessi scelto altro, forse avrei fatto il pittore: mi piace molto dipingere a olio, su tela. In ogni caso, rimarrei sempre nel campo artistico perché è l’arte che fa girare il mondo”.

Le conseguenz­e dell’amore Non abbiamo mai litigato; certo, ci sono stati momenti in cui non ci si sopportava più, come tra marito e moglie, ma gli voglio bene

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LaPresse Ex coppia d’oroDj Jad oggi e sotto col socio J-Ax negli anni Novanta, quando per tutti erano gli Articolo 31
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