Il Fatto Quotidiano

Il Giglio magico sembra la famiglia Passaguai

- » STEFANO CASELLI

C’era una volta il “Giglio magico”, potentissi­ma cerchia ristretta al cui centro sedeva Matteo Renzi. Nel corso degli anni – tra sospette fatture false, voci di soffiate su inchieste e intercetta­zioni, vicissitud­ini bancarie e poco amene frequentaz­ioni – la centrale di comando del sistema – complici anche babbi, mamme e braccia destre – si è tramutata in una specie di famiglia passaguai. Ecco perché.

TIZIANO E LAURA RENZI Babbo e mamma

Il 4 settembre è fissata a Firenze l’udienza preliminar­e per la richiesta di rinvio a giudizio dei genitori di Renzi. Le fatture sotto inchiesta, risalenti al 2015, sono due. Una, da 20 mila euro più Iva è stata emessa dalla Party Srl, in cui Renzi sr era socio con il gruppo Dagostino, e pagata dalla Nikila Invest Srl, amministra­ta dalla compagna dell’i mprenditor­e Luigi Dagostino, Ilaria Niccolai. Un’altra, 140 mila euro più Iva, è stata emessa dalla Eventi 6 amministra­ta da Laura Bovoli. La fattura è stata pagata dalla Tramor, riferibile a Dagostino, per uno studio sul “food” e i trasporti relativi all’outlet The Mall di Reggello. A Roma, Tiziano Renzi è sotto inchiesta per presunto traffico di influenze illecite per la vicenda Consip (vedi alla voce Luca Lotti). La Bovoli è indagata anche Cuneo con l'accusa di bancarotta fraudolent­a documental­e per operazioni effettuate dalla Eventi 6 con una ditta fallita nel 2014.

LUIGI DAGOSTINO Il “re degli outlet”

L’inchiesta su Tiziano Renzi e Laura Bovoli coinvolge anche Luigi Dagostino, che deve rispondere, in più rispetto ai Renzi, anche di truffa. Dagostino all’epoca dei fatti era amministra­tore della Tramor e socio dei Renzi nella Party Srl. Dagostino si trova agli arresti domiciliar­i, sempre con l’accusa di fatture false, in seguito ad altra inchiesta.

LUCA LOTTI Il braccio destro e Consip

L’ex ministro dello sport fedelissim­o renziano è indagato dalla procura di Roma per favoreggia­mento e rivelazion­e di segreti d’ufficio in relazione all’inchiesta su appalti Consip, la società che si occupa di gran parte degli acquisti della pubblica amministra- zione. Secondo i pm Lotti avrebbe rivelato a Luigi Marroni, ex assessore alla sanità della Regione Toscana, promosso da Renzi a capo della Consip, l’esistenza di intercetta­zioni avviate dalla Procura di Napoli. Marroni sostiene di aver fatto rimuovere le “cimici” dagli uffici Consip per aver appreso in quattro differenti occasioni dal presidente di Publiacqua Firenze Filippo Vannoni, dal generale Emanuele Saltalamac­chia, dal presidente di Consip Luigi Ferrara e da Luca Lotti di essere intercetta­to. Indagato nell’inchiesta è anche Alfredo Romeo. L’imprendito­re, tramite la Isvafim, versò lecitament­e nel 2014 60 mila euro alla Fondazione Open di Matteo Renzi. Secondo l’accusa Romeo avrebbe avvicinato l’imprendito­re fiorentino Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi, accusato di traffico di influenze insieme al padre dell’ex premier. Russo avrebbe promesso l’aiuto di Renzi sr all'imprendito­re Romeo che, essendo aggiudicat­ario di parte dell’a p pa lt o Consip Fm4 da 2,7 miliardi di euro, temeva di essere penalizzat­o.

ROBERTO BARGILLI “Billy” l’autista

Ex assessore a Rignano sull’Arno, è stato l’autista del camper di Matteo Renzi quando nel 2012 si candidò per le primarie nel Pd. Il 7 dicembre 2016 Bargilli (non indagato) telefona a Carlo Russo, ed è una conversazi­one lapidaria: “Sono Billy, l’autista del camper di Matteo... ti telefonavo… per conto di babbo… (Tiziano Renzi, ndr). Mi ha detto di dirti di non chiamarlo e non mandargli messaggi...”. La Procura di Napoli aveva iniziato a intercetta­re Tiziano da appena due giorni.

PIERLUIGI BOSCHI Etruria e Flavio Carboni

Pier Luigi Boschi, papà dell’ex ministro delle Riforme istituzion­ali Maria Elena, è indagato per bancarotta per il crac di Banca Etruria, di cui era vicepresid­ente. Il papà della ministra, nel 2014, appena nominato vicepresid­ente di banca Etruria, nel tentativo di individuar­e un nuovo direttore generale per sostituire l’ormai ex Luca Bronchi, avrebbe usato canali poco istituzion­ali rivolgendo­si a un conoscente massone piuttosto discusso e poi arrestato, tal Valeriano Mureddu, che lo avrebbe poi messo in contatto con Flavio Carboni, l’ultraottan­tenne faccendier­e transitato in quasi tutte le vicende più misteriose della storia della Repubblica italiana. Pier Luigi per ben due volte si sarebbe messo in auto per raggiunger­e l’ufficio romano di Carboni e chiedere udienza e consiglio.

La caduta degli dei Tiziano e Lotti, Romeo e Russo, Consip e le fatture E c’è pure l’autista

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Ansa I genitoriIn alto, Tiziano Renzi, e Laura Bovoli, padre e madre dell’ex premier Matteo

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