Caporali capro espiatorio? Lo sono se non affrontiamo tutti i nodi centrali
Noi di sinistra che abbiamo combattuto Berlusconi ai tempi della sua Presidenza e dopo, dobbiamo oggi avere l’onestà e il coraggio di apprezzarlo.
Davanti all’arroganza dei grillo-leghisti che intendevano imporre con la forza dei numeri un loro uomo alla presidenza della Rai, Berlusconi si è opposto. Parole molto chiare e del tutto condivisibili le sue: “Il servizio pubblico non appartiene alla maggioranza. Appartiene a tutti”. Una lezione di democrazia erga omnes. Caro Ezio davvero lei crede alla parola di Berlusconi? SI FA UN GRAN PARLARE del caporalato, dei caporali, rovesciando su di loro tutta l’indignazione (ipocrita) della pubblica opinione, sempre manipolata dai giornali e telegiornali, per lo sfruttamento disumano dei braccianti agricoli stranieri e non. Nessuno che si chieda dove e chi siano i proprietari delle terre dove lavorano gli immigrati. Mi chiedo inoltre cosa facciano e cosa dicano il Ministero del Lavoro e degli Interni e i cittadini che vedono e sanno come e quanto lavorano gli immigrati, come vivono e dove alloggiano.
Come per immigrazione ce la prendiamo con gli scafisti, ora per lo sfruttamento dei lavoratori agricoli ce la prendiamo tutta con i caporali: la tecnica del capro espiatorio funziona sempre. Lo sappiamo, lo sa in particolare il nostro severissimo ed efficientissimo – verso gli ultimi, beninteso - ministro degli Interni. D’ACCORDO con L. Fioravanti che la tecnica del capro espiatorio è un “sempreverde”. Ci sono leader che sfruttano le ansie della gente inventandosi storie che promettono di risolvere i problemi di ciascuno. Storie incentrate appunto su capri espiatori come i diversi, gli stranieri, i migranti, i rom. Ma i caporali di per sè non sono capri espiatori. Lo diventano se si commette il grave errore di fermarsi a loro senza puntare anche ai nodi centrali del problema caporalato: lo sfruttamento lavorativo; e la necessità di intervenire su tutta la filiera, a partire dalla grande distribuzione, che utilizza il perverso sistema delle aste elettroniche al doppio ribasso. Un sistema che innesca effetti a catena che alla fine brutalizzano (favorendo il caporalato) i lavoratori sfruttati. Quanto ai ministri citati nella lettera (manca quello dell’agricoltura) dai proclami dovrebbero subito passare alle cose concrete. Vietando quelle aste. Attuando in pieno la legge contro il caporalato (una buona legge). Riformando dalle fondamenta la normativa penale agroalimentare, che oggi fa acqua da tutte le parti e di fatto favorisce la criminalità.