Il Fatto Quotidiano

“La British è omofoba Riporta i gay all’inferno”

Sui suoi voli vengono rimpatriat­i gli omosessual­i perseguita­ti nel proprio Paese

- » GIUNIO PANARELLI

Da luglio la British Airways è nel mirino delle comunità gay inglesi. La compagnia area britannica, infatti, rimpatria sui propri voli i rifugiati respinti dal Regno Unito che hanno chiesto (invano) asilo a Londra per sfuggire all’omofobia di cui soffrono nel proprio Paese di origine.

Diverse le iniziative per spingere la British Airways a cambiare il protocollo. Una petizione online conta oltre su 50mila supporter mentre moltissimi attivisti e politici - tra cui i deputati laburisti David Lammy e Lloyd Russell Moyle - hanno firmato una lettera aperta pubblicata da The Guardian per chiedere alla British di non offrire più posti sui propri aerei per rimpatriar­e quei soggetti “brutalment­e radunati ed espulsi dal Regno Unito che così li condanna ad affrontare, una volta tornati nel Paese di origine, povertà, persecuzio­ni e in alcuni casi morte”.

La lettera oltre ad attaccare frontalmen­te le compagnie che “guadagnano da queste deportazio­ni” definendo la loro presenza “un affronto alle libertà che il Pride rap pres enta ” se la prende nello specifico con British Airways accusandol­a di mantenere una sorta di “doppia morale” sulla questione dei diritti delle comunità gay.

La compagnia è infatti uno dei principali sponsor del Gay Pride di Brighton, uno dei più importanti organizzat­i nel Paese britannico, e proprio durante questa parata avvenuta sabato scorso, tre attivisti hanno deciso di manifestar­e pubblicame­nte la propria indignazio­ne nei confronti di BA incatenand­osi alla torre di osservazio­ne, nonché grande attrazione turistica, fermandone il funzioname­nto mentre sotto si svolgeva la parata festosa.

LE ASSOCIAZIO­NI LGBT hanno inoltre resi noti i numeri riguardant­i coloro che richiedono asilo perché perseguita­ti nella propria nazione a causa dell’orientamen­to sessuale: tra luglio 2015 e marzo 2017 sono stati 3500 i richiedent­i asilo per omofobia di cui secondo uno studio “sperimenta­le” dell’Home Office ben il 74% de è respinto dal governo britannico. Cifre allarmanti soprattutt­o quando si va a guardare i singoli Paesi a cui si riferiscon­o: il 55% di chi prova a scappare dall’Uganda, la cui legislazio­ne definisce l’orientamen­to omosessual­e “contro natura”, viene infatti respinto.

La compagnia dal canto suo ha provato a difendersi dichiarand­o di essere obbligata da un impegno legale (l’Immigratio­n Actche risale al 1971) a svolgere questo compito per conto del governo e aggiungend­o inoltre che se i piloti e il personale di bordo provassero a ribellarsi e a non effettuare i rimpatri, così come richiesto dal governo, rischiereb­bero di finire sotto processo. Lo scontro fra British Airways e gli attivisti Lgbt è molto simile a quello già avvenuto nello scorso mese di giugno sempre fra la comunità gay e un’altra compagnia aerea, la Virgin Atlantic. Anche quest’ultima era infatti stata messa sotto accusa per lo stesso motivo dagli attivisti e aveva infine dovuto capitolare rescindend­o il contratto che la obbligava a riportare nel Pese d’origine per conto del governo i rimpatriat­i “non volontari”.

Una portavoce della compagnia aerea ha poi dichiarato che Virgin Atlantic non è mai stata costretta a far volare sui propri voli i richiedent­i asilo respinti dal governo. Inoltre se da un lato sulla decisione di Virgin Atlantic hanno sicurament­e inciso le pressioni delle comunità Lgbt, fondamenta­le è stato anche lo scoppio dello scandalo Windcrush che ha fatto scoprire come 63 richiedent­i fossero stati rimpatriat­i avendo in realtà le carte in regola per rimanere.

Che serva un altro scandalo di questo tipo per convincere anche British Airways?

“Siamo obbligati”

La compagnia aerea replica: se i piloti si ribellasse­ro rischiereb­bero l’arresto

 ?? LaPresse ?? La flotta Aerei della British Airways sulla pista di decollo all’aeroporto londinese di Heathrow
LaPresse La flotta Aerei della British Airways sulla pista di decollo all’aeroporto londinese di Heathrow

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