Il Fatto Quotidiano

COLPI DI SOLE

- » GIUNIO PANARELLI

scritto da Andrea Angiolino e illustrato con grazia da Valeria De Caterini. Diviso per categorie (rincorrers­i, cercare e indovinare, giochi con le mani, di attenzione, con le parole e “di tutto un po’”), raccoglie attività che vanno a ripescare ricordi d’infanzia e passatempi quasi sconosciut­i. Anche perché ce ne sono alcuni – ed è ben spiegato nelle curiosità – tipicament­e regionali.

In Gallura, per esempio, al posto del classico “Sacco pieno, sacco vuoto”, si gioca a “Pilliccu e Pilloccu”: “I partecipan­ti si siedono introno a un tavolo – spiega l’autore – e vi mettono sopra l’indice della mano destra. Ci sono tre ordini che il capogioco può dare a suo piacimento: se dice ‘pilliccu’ i giocatori devono alzare l’indice dal tavolo e poi subito riappoggia­rvelo; se dice ‘pilloccu’ devono lasciarlo sul tavolo; se dice ‘pilliccu pilloccu’ i giocatori devono essere velocissim­i: l’indice va alzato alla prima parola e abbassato immediatam­ente, prima che inizi la seconda”. Provate a giocarci con i bambini e vi accorgeret­e di quanto siano più svegli loro...

Ci sono poi varianti antiche dei passatempi che tutti conoscono: al posto di “Nomi cose e città”, nel libro si segnala “Alfabeto”, un “gioco da salotto” che ebbe un enorme successo a partire dal 1901: anzi che sorteggiar­e una lettera e in base a quella far formulare a ciascuno diverse categorie, si assegna una lettera a ciascun giocatore e gli si chiede una categoria specifica.

Come pure tutti conosco- no “Regina reginella”, la “Cavallina, “Un due tre stella”, la “Corsa delle carriole”, “Acchiappar­ella”; ma quanti hanno mai sentito parlare di “Hutù tù”? È un’attività molto comune tra i bambini

Auna signora di Carpi era bastato versare una caparra da 250 euro per assicurars­i un appartamen­to sull’Isola d’Elba in cui passare una piacevole vacanza. Peccato che, una volta arrivata sul posto, l’as p ir a nt e vacanziera, anziché trovarsi davanti la bella villetta, prenotata su uno dei soliti siti di offerte, si sia imbattuta in un supermerca­to Conad.

La sfortunata non si è comunque data per vinta e, dopo aver trovato un altro alloggio in extremis, ha denunciato la truffa ai Carabinier­i, che sono risaliti all’autore dell’inser- e “ancor più le bambine indiane che, così facendo, si allenano a non perdere mai il fiato”. Ci si divide in due squadre e si delimitano due aree. “Si sorteggia una squadra e uno dei giocatori entra nella metà campo altrui, gridando senza fermarsi: ‘Hu-hu-hututù!’ per cercare di toccare gli avversari. Quelli presi vengono eliminati, ma solo se il giocatore avversario riesce a tornare nella propria metà senza smettere di gridare il suo verso”.

Passatempi

Senza tecnologia, si recuperano le attività di un tempo scoprendo nuovi divertimen­ti

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