Il Fatto Quotidiano

“Il muezzin mi sveglia di continuo E zia mette le spezie in tutti i piatti”

“Da sette anni non vedevo i parenti del Cairo. Ecco com’è andato il viaggio”

- » FAIAH EL DEGWY

Per chi avesse perso questo piccolo dettaglio: al momento mi trovo al Cairo in Egitto, sono venuta a trovare la mia famiglia visto che ho avuto il privilegio di essere per metà “italian taste” e per metà “egyptian spicy”. Da dove potrei iniziare a raccontarv­i, non so... mi verrebbe un flusso di coscienza che Joyce me spazza le piramidi ma per la sanità mentale di chi mi sta leggendo, cercherò di essere ordinata. Partiamo dal presuppost­o che fra primavera araba, estate africana, au- tunno danese, alla fine erano sette anni che non vedevo i miei.

Sono cambiate tante cose, i miei cugini si sono sposati, hanno avuto figli, ormai sono zia di un sacco di nani malefici. Si, esatto sono zia. Qui funziona così, i figli dei tuoi cugini sono i tuoi nipoti, di conseguenz­a i miei genitori sono i loro nonni. Secondo me è tutta una mossa strategica così hai 5/6 nonne a cui chiedere un cinquanton­e, ma sarò io che sono maliziosa. Sta di fatto che ai bambini questa situazione confusiona­ria piace, hanno un sacco di gente con cui giocare e vi garantisco che giocano sul serio. Li vedi per strada con i palloni, con le biciclette, che piangono per un ginocchio sbucciato e per loro non esiste proprio restare a casa con l’iPad, anche perché nemmeno ce li hanno i soldi per comprarlo.

QUA UN KILO DI CARNE c os t a duecentoci­nquanta ghinee, che sono circa dodici euro, ma consideran­do che gli stipendi non sono proporzion­ati al costo della vita e c’è gente che vive con 500 ghinee al mese, non in molti possono permetters­i la carne. Ma loro so- no felici eh. Io dei sorrisi così da noi mica li ho mai visti. La gente per strada appena scopre che non sei del posto ti offre da bere, da mangiare, ti offre quello che ha ed è ben contenta di farlo. Quante cose farei con la loro pace interiore... io nemmeno se riunisco tutti i miei chakra vado dal salotto alla cucina in serenità. Ma parliamo di cose simpatiche, come il canto del muezzin cinque volte al giorno. Ora voi dovete sapere che non importa chi tu sia, dove tu sia o perché tu sia lì, ma il canto del muezzin ti raggiunger­à, il muezzin ti troverá e in piena notte ti sveglierá. Che detto così pare ‘na maledizion­e ma la realtà è come minimo in ogni quartiere ci sono

I bambini sono in strada con la palla, le bici; piangono per un ginocchio sbucciato: non si resta soli con l’iPad

quattro, cinque moschee, ora voi immaginate di dormire beati e tranquilli e a un certo punto nel bel mezzo della notte partono i muezzin a palla che nemmeno i DJ a Milano marittima fanno tutto sto caos. Se di giorno i canti possono essere piacevoli e quasi rilassanti, capite bene che alle quattro del mattino ti verrebbe da dire “a muezzì che avemo deciso?”. La prima notte ho comodament­e infartato, poi gli ho chiesto di fare più piano perché qui c’è gente che dorme e pare abbia ca- pito. Ma parliamo del cibo. Mamma mia il cibo ragazzi, un intruglio di spezie che rende qualsiasi cosa meraviglio­samente buona. Le mettono ovunque: “Zia devo fare il pollo”, “mettici le spezie”; “zia devo fare le melanzane”, “mettici le spezie”; “zia devo fare il latte e caffè”, “mettici le spezie”. Le zie egiziane sono come le zie calabresi, non cambia niente, ti rimpinzano di cibo finché non vai in apnea da compressio­ne diaframmat­ica. In poche parole, per i meno esperti, ti si gonfia così tanto lo stomaco che ti si attappano i polmoni. Ora io non so dirvi se provino del godimento in questa pratica, sta di fatto che non sei legittimat­o ad alzarti finché non è necessaria un’ambulanza. Bello l’Egitto... e ve lo giuro su ‘sta flebo, quant’è vera ‘sta soluzione fisiologic­a che c’ho in vena. Dovete venire almeno una volta nella vita. Se non volete venire per il cibo venite per lo smog. Ah lo smog qua, roba di qualità, altro che Roma e Milano, io siccome sono una persona che le cose le fa fino in fondo, ormai respiro direttamen­te dalle marmitte che almeno se mi devo riempire gli alveoli di monossido di carbonio, lo faccio bene. Va bene se non volete venire per lo smog venite per le piramidi.

VOI NON AVETE idea della maestosità, tu arrivi lì, le guardi e dici: “Mi potete gentilment­e spiegare COME CASPITA AVETE FATTO A IMPILARE QUEI MASSI DI 100 TONNELLATE L’UNO?” “Si buò calmari signorina?” “MA IO SONO CALMISSIMA SONO”. È così ogni volta. Ogni volta che le guardo, mi chiedo come abbiano fatto a costruire quella meraviglia e non posso fare a meno di ammirarle e di tornarci, così anche questa volta è stata la stessa storia: “Papà andiamo alle piramidi?” “ma sci sei stati scento volti Faiah” “dai l’ultima volta”. Lo sa anche lui che non è l’ultima.

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 ?? Ansa ?? A sinistra la giovane scrittrice italo-egiziana Faiah El Degwy; a destra le piramidi d’Egitto
Ansa A sinistra la giovane scrittrice italo-egiziana Faiah El Degwy; a destra le piramidi d’Egitto
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