Sole 24 ore, tutte le accuse della Consob agli ex-vertici
I risultati dell’ispezione iniziata nel 2016 sul ruolo degli ex dirigenti, incluso l’ex direttore Napoletano
Il principale quotidiano finanziario italiano sarebbe corresponsabile di manipolazione del mercato per sostenere il corso delle sue azioni in Borsa tra 2013 e 2016. È l’esito della verifica sul Sole 24 Ore che la Consob ha cominciato il 19 ottobre 2016. Insieme alla società, ne devono rispondere anche Roberto Napoletano, ex direttore del quotidiano ed ex direttore editoriale dell’azienda; Donatella Treu, ex amministratrice delegata; Massimo Arioli, Alberto Biella e Anna Matteo, rispettivamente ex Chief financial officer (direttore finanziario), ex capo della diffusione ed ex responsabile delle attività digitali del Sole 24 Ore. Sono indicati come responsabili delle strategie di marketing mirate a diffondere una falsa immagine di crescita delle copie diffuse, sia cartacee che digitali, sia singole che in abbonamento o in abbinamento con banche dati. Le verifiche dell’autorità sono scattate dopo che a ottobre 2016 Nicola Borzi, all’epoca giornalista e azionista del Sole 24 Ore, ha inviato alla Consob un esposto sui legami tra la galassia intorno a Di Source e l’azienda. Agli ignari investitori e lettori sembrava che il Sole 24 Ore fosse in continua crescita, ma così non era.
L’AUTORITÀ contesta le false sottoscrizioni di copie digitali vendute all’estero dalla Di Source Ltd, con sede a Londra, della quale sia Arioli sia Biella erano soci e amministratori occulti. Insieme a loro, c’era un’altra decina di soggetti, tutti indagati da marzo 2017 dalla Procura di Milano per appropriazione indebita. A marzo, il Sole 24 Ore “ha accettato dalla società Di Source l’offerta risarcitoria di euro 2.961.079,90, corrispondente al danno patrimoniale come ipotizzato nel proce- dimento penale pendente presso la Procura di Milano”, scriveva in una nota il quotidiano di Confindustria, in cui si riservava “di esperire nei confronti di altri soggetti, siano essi già individuati o ancora da individuare in relazione all’intero credito risarcitorio”. La cifra è pari al danno causato alla società italiana calcolato in base alla differenza tra i flussi finanziari che negli anni la società londinese aveva ricevuto per “consulenze” dal Sole 24 Ore (circa 18 milioni) e i “pagamenti” che aveva retrocesso al Sole per le vendite fittizie di copie digitali ( circa 15 milioni). Al management del Solevengono contestate anche strategie anche per gonfiare le copie cartacee, grazie ai con- tratti con le società italiane Johnsons ed Edi freepress e con l’Osservatorio Giovani-Editori.
NEI DOCUMENTI di cui il Fatto ha preso visione, si citano i comunicati con cui l’azienda tra la primavera del 2013 e la fine dell’estate del 2016 ha trasmesso al mercato i dati (falsi) sulla diffusione del quotidiano di Confindustria messi a confronto con quelli (veri, fino a prova contraria) dei principali giornali italiani. Gli stessi dati uscivano anche in articoli sul Sole 24 Ore in edicola. Queste informazioni hanno circolato anche dopo che a maggio 2016, dopo una burrascosa riunione in cui Accertamenti diffusione stampa (Ads), il consorzio che registra i dati autoprodotti dagli editori sulla diffusione, decise di azzerare dal suo computo le copie multiple digitali. Gabriele Del Torchio, ad succeduto a Donatella Treu, ha poi fatto emergere i dati reali sulla diffusione del giornale, attraverso il rapporto della società Protiviti su richiesta del cda del Sole 24 Ore nel l’autunno del 2016.
La documentazione è sostenuta da numerose testimonianze di dirigenti e dipendenti del Sole, oltre che dai calcoli di analisti finanziari che negli anni hanno pubblicato rapporti sulle azioni della società di Confindustria. Tra i manager, quella che ha ricoperto il ruolo più importante è Valentina Montanari, ex Chief financial officer del Sole 24 Ore succeduta proprio ad Arioli. Le sue parole, come quelle degli altri manager, si riferiscono ai ruoli avuti in questa manipolazione dagli ex dirigenti del Sole 24 Ore per i quali la Consob propone le sanzioni, incluso Napoletano che, secondo la relazione, non si limitava a dirigere il giornale economico ma orientava la gestione della società soprattutto sulle politiche diffusionali.
Napoletano dice al Fatto che “in un gruppo complesso e quotato come il Sole esiste la ripartizione dei ruoli e dei compiti” e che lui, direttore responsabile e direttore editoriale, non faceva “parte né della catena decisionale né di quella di controllo e, tanto meno, ho interferito su conti, strategie e decisioni aziendali”.
L’INDAGINE CONSOB è parallela a quella penale nella quale, oltre a Napoletano e Treu, è indagato anche l’ex presidente Benito Benedini, che però secondo la Consob non ha avuto responsabilità nella manipolazione del mercato. Fabio De Pasquale, coordinatore del dipartimento reati economici della Procura di Milano, e il pubblico ministero Gaetano Ruta potrebbero a breve chiudere le indagini. Oltre alle false comunicazioni sociali, gli inquirenti hanno messo sotto la lente la gestione della divisione Cultura del Sole 24 Ore e la cessione a terzi della divisione Business Media.
*Investigative reporting project Italy
Il caso Di Source
Contestate le strategie per vendere le finte copie digitali all’estero e quelle cartacee in Italia