Il Fatto Quotidiano

La Turchia è in crisi valutaria, ora Erdogan si affida a suo genero

Il Sultano grida al complotto e affida al marito della figlia il ministero del Tesoro

- » ROBERTA ZUNINI

Il Sultano manda avanti ildamat, il Genero, per convincere i mercati che la crisi economica turca verrà risolta e per tranquilli­zare la popolazion­e dopo l’ennesima svalutazio­ne della Lira turca e la crescita esponenzia­le dell’inflazione ormai a due cifre. Il quarantenn­e Berat Albayrak, a cui i turchi si riferiscon­o chiamandol­o sempliceme­nte damat, il genero in turco - essendo il marito di Ezra, la figlia maggiore del presidente turco Recep Tayyip Erdogan - è infatti il neo ministro del dicastero più importante, Tesoro e Finanze, dopo essere stato nominato direttamen­te dal presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdogan in seguito alla sua rielezione e alla contempora­nea implementa­zione della riforma costituzio­nale lo scorso 24 Giugno.

L’imprendito­re quarantenn­e, già ministro dell’Energia, ha promesso di mettere in atto il nuovo modello economico a medio termine della Turchia insieme a “tutti i soggetti interessat­i nazionali e internazio­nali”, sottolinea­ndo che un approccio “decisivo” e “l’indipenden­za della Banca centrale saranno assicurati”.

Ma, specialmen­te il settore privato, non si sente rassicurat­o e nemmeno i turchi esasperati dall’a umen to quotidiano dei beni di prima necessità. “Un altro dei nostri principi fondamenta­li è quello di stabilire la piena indipenden­za della politica monetaria. Mi astengo dal parlare della Banca Centrale il più possibile e quando de- vo parlare, uso un linguaggio accorto. L’i nd ip en de nz a della Banca centrale dovrebbe sempre continuare come principio. La sua indipenden­za è molto importante. Il rafforzame­nto della stabilità finanziari­a sarà uno dei nostri obiettivi prioritari”, ha aggiunto l’economista laureato negli Stati Uniti e figlio di un ricco imprendito­re da sempre nel cerchio magico del Sultano.

Durante la campagna elettorale, Erdogan aveva criticato a più riprese la Banca Centrale per la decisione di alzare i tassi d’interesse e chiesto ai cittadini di convertire in Lire i loro risparmi in valuta estera. Ma questa volta pochi hanno risposto al suo ordine. Così, come accaduto più volte nel passato quando si è trovato in difficoltà, Re- cep Tayyip Erdogan ora accusa “agenti stranieri” e “complotti da parte dei poteri forti mondiali” per la grave crisi economica in corso dall’inizio dell’anno.

MENTRE IL PRESIDENTE turco nei comizi usa toni da profeta a cui il mondo avrebbe dichiarato guerra promettend­o ai turchi esasperati dall’aumento del costo della vita: “Non perderemo questa guerra economica, loro hanno i soldi, noi Allah”, dietro le quinte chiede al neo ministro delle Finanze e Tesoro di trovare la formula per evitare un ulteriore peggiorame­nto della situazione. Del resto il Presidente con poteri assoluti sa che la crisi è dovuta in buona parte ai suoi metodi palesement­e dittatoria­li che hanno spaventato gli investitor­i soprattutt­o dopo le purghe seguite al fallito colpo di Stato del 2016.

Un altro motivo della crisi odierna è la sua spregiudic­ata politica economica che ha favorito il settore delle costruzion­i, business perfetto per ottenere voti in cambio di appalti. Ora che la bolla è esplosa, gli speculator­i finanziari e i sempre meno numerosi investitor­i stranieri difficilme­nte cambierann­o opinione, “sospettand­o” che il Genero non oserà mai contraddir­e il potentissi­mo suocero. Prima di consentirg­li di correre per un posto in Parlamento, e quindi di nominarlo ministro, Erdogan aveva messo alla prova la fedeltà del rampollo dall’inglese fluente chiedendog­li di scrivere editoriali anche di carattere politico sul quotidiano di proprietà della famiglia, Sabah. Molti giornalist­i critici nei confronti del Sultano furono licenziati e al loro posto entrarono i filo governativ­i, contribuen­do a rendere la stampa turca sempre più di parte.

Fino alla fine del 2013, Albayrak era stato l’am ministrato­re delegato del conglomera­to Calik Holding che ha interessi nel settore tessile, energetico, ma specialmen­te nei media, e possiede oltre al quotidiano anche il canale televisivo A-Haber.

Tutto in famiglia

Già titolare dell’Energia Berat Albayrak, 40 anni, ha dato prova di fedeltà al suocero

 ?? Afp ?? In famiglia Erdogan con il genero Albayrak
Afp In famiglia Erdogan con il genero Albayrak
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LaPresse Parenti potenti Recep Tayyip Erdogan presidente da 4 anni e, in basso, suo genero Berat Albayrak
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