Il Fatto Quotidiano

SE PROPRIO DEVI TRADIRMI, FALLO PURE MA NON CON UN ITALIANO

Tormenti e tradimenti di una giovane coppia albanese

- » ELVIS MALAJ

La mano si era fermata sulla schiena, ma la mente continuava ad affollarsi di pensieri. Sollevato il pennarello, Çimi lesse ciò che aveva scritto. A parte la solita grafia deforme, c’era un refuso. La frase che aveva scritto, in realtà, non aveva alcun nesso con i suoi pensieri, si era trattato di una reazione automatica alle parole che la ragazza aveva detto così, per noia: “Visto che non parli, scrivimi qualcosa”. Senza riflettere Çimi aveva scritto una di quelle frasi che vanno sempre bene. Solo che il movimento dei suoi pensieri si era mischiato con il movimento della mano. La ragazza si era messa supina.

“Che fai? Non ho ancora finito” disse Çimi.

“Cosa mi hai scritto?”. “Niente, se non mi fai finire!”.

“Ti sei pentito?”.

“Di cosa?”.

“Di quello che hai scritto”.

“No”.

“Allora lo leggo”.

SI CHIAMAVA Zamira e stavano insieme da qualche anno, ma negli ultimi tempi si erano visti poco. Lei era appena tornata da tre settimane di vacanza in Italia, da parenti. Çimi aveva voluto incontrarl­a subito, perché era la sua fidanzata e anche perché era successa una cosa.

“Allora?” disse lei di nuovo.

“Va bene” rispose Çimi dopo un attimo.

Quella risposta le suonò un po’ strana, era un “va bene” che tratteneva qualcosa. Voleva che la leggesse ma non lo voleva.

“Lo leggo o no?”. “No”.

“No?”.

“No. Cioè sì, ma prima fammela finire”.

Zamira ci pensò un attimo. “La leggo ora” disse. Si alzò dal letto e si piazzò davanti allo specchio dell’armadio. Prima si guardò un po’ le tette; la destra era leggerment­e più piccola. Diede le spalle allo specchio, girò la testa raccoglien­do i capelli che coprivano la scritta e fece scivolare lo sguardo lungo la spina dorsale. “Che hai scritto?!”.

Çimi le andò accanto, pronto a confessarl­e tutto e a chiederle perdono. Era giusto così.

“Non si capisce niente, sembrano zampe di gallina”. “Cosa?”.

“Non si capisce niente”. “Beh, adesso non esagerare, scrivo male però si capisce”.

Çimi si mise davanti alla schiena abbronzata di lei e lesse la frase a mente. Com’è che non capiva, diceva sul serio?

“Dài, questa è una t, poi vu-o-gi-elle-i-o…” disse, pas- sando col dito sulle singole lettere. “Questa non si vede bene ma comunque è emme-a-enne-gi-i-a-erre-e, poi elle-a…”. Çimi si interruppe.

“Ti voglio mangiare la… che cosa? Dài, dimmi cosa vuoi mangiare” disse Zamira, cercando di leggere la parola che lo specchio rifletteva alla rovescia. L’ultima parola era quella che conteneva il refuso: fela era diventata Ela, ossia il nome della ragazza per la quale Çimi aveva preso una sbandata in sua assenza.

“Ti ho tradita” disse Çimi. Per un attimo lei rimase as- sorta, come se stesse ancora decifrando il significat­o di quelle parole. Poi andò verso il letto, raccolse la canottiera e se la mise. I movimenti erano i suoi, flemmatici e svogliati.

Prima di fidanzarsi, Zamira gli aveva chiesto cosa non sarebbe mai riuscito a perdonare alla sua donna. Çimi le aveva risposto quello che gli era passato per la testa in quel momento e poi lei gli aveva detto la sua: non sarebbe mai riuscita a perdonare un tradimento. Poteva accettare che il suo uomo si ubriacasse, che la picchiasse, che fosse un fallito, ma che la tradisse no. E gli aveva anche spiegato il motivo: la vita poteva diventare un inferno a causa dell’infedeltà e delle bugie, cosa che purtroppo i suoi genitori le avevano fatto sperimenta­re. “Sei andato a letto con un’altra?” chiese, senza far trapelare emozioni. “Beh… no”.

Adesso che ci pensava, in effetti non avevano scopato. Sentì un po’ di sollievo. “L’hai baciata?” chiese lei. “Sì, ma solo un paio di volte, giuro; cioè, forse tre o quattro, ma poi basta, giuro. Ho fatto una cavolata, ma è successo solo perché non c’eri. Adesso che sei tornata non ci penso più a quella, non penso più a nient’altro, mi basti tu. Zamira lo sai quello che provo per te”.

Lei si alzò e gli si mise davanti. Mentre lo guardava fisso negli occhi, gli si avvicinava sempre di più, poteva sentirne l’alito. Sorrise. “Tu sei scemo” disse. Gli prese la mano e lo trascinò verso il letto. “Per questo mi piaci, sei sincero. Non riesci a nasconderm­i nemmeno la più piccola cazzata”.

Zamira lo fece cadere con la schiena sul materasso e gli salì sopra a cavalcioni, immobilizz­andolo. Con uno sguardo di sfida rimase a vedere se tentava di ribellarsi, poi lentamente si piegò e cominciò a baciarlo. La svogliatez­za di qualche minuto prima sembrava sparita. Çimi si rese conto di quanto le fosse mancata.

“Senti, visto che hai aperto l’argomento ne approfitto per dirti una cosa” disse Zamira con la voce dolce. “Sono andata a letto con un altro”.

Çimi non aveva capito bene, ma vedendo che non riprendeva a baciarlo ripeté a mente le parole che aveva appena sentito. “Cosa?!”. La spinse via e si mise a sedere sul bordo del letto guardando in un punto indefinito della stanza, ma davanti agli occhi si materializ­zò la scena della fidanzata che scopava con un altro. “Perché l’hai fatto?”. “È stato un errore, giuro che non volevo”.

“Cazzo!” imprecò. “Dov’è successo? In Italia?”.

“Tu non sei voluto venire con me”.

“Sai benissimo che non ce l’ho il visto”.

“Mi sono annoiata da morire, non avevo niente da fare tutto il giorno, a parte starmene su una sdraio a prendere il sole. Poi faceva così caldo, non ce la facevo più, e...”.

“Porca puttana! Ma ti rendi conto?”.

“Anche tu l’hai fatto”. “Sì, ma la cosa tua è più grave”.

“Che vuol dire ‘più grave’? Sempre di tradimento parliamo”.

Çimi si prese la testa tra le mani.

“Con un italiano?”. “Sì”.

“Sai che odio gli italiani!”. “Ma perché? Non ti hanno fatto niente”.

Zamira si sedette accanto a lui, e gli appoggiò la mano sul collo. “Mi sei mancato tantissimo”. “Smettila!”.

Lei gli morse l’orecchio e poi scivolò giù con le labbra verso il collo. Per impedirgli­elo, Çimi sollevò la spalla, ma lei non si scoraggiò e cominciò a massaggiar­gli la schiena. “Sei tutto teso” disse, e ricominciò a baciarlo.

“Tu con l’Italia hai chiuso, capito?”.

Sesta puntata dedicata alle short story d’autore

Çimi e la sua fidanzata si ritrovano dopo aver trascorso le vacanze separate: ciascuno confessa all’altro le scappatell­e e i passatempi proibiti ‘Perché l’hai fatto?’

Il ragazzo la spinge via, guardando in un punto indefinito, ma davanti agli occhi si materializ­za la scena della sua compagna con un altro

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Camera con vista Una coppia di giovani amanti dopo un litigio in camera da letto
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