La Liguria non sa dove smaltire: 10mila tonnellate vanno in Emilia
Asmaltire parte dei rifiuti della Liguria, in emergenza da ormai diversi anni, ci penserà l’Emilia Romagna. Si tratta di diecimila tonnellate in arrivo dall’area metropolitana di Genova – dove dal 2014 non è ancora tornato operativo l’impianto Scarpino 3 – che saranno distribuiti tra Piacenza e Parma con il placet della giunta emiliana di centrosinistra guidata da Stefano Bonaccini e di quella ligure, di centrodestra, presieduta da Giovanni Toti.
SENZA POLEMICHE, questa volta, nonostante la stessa Emilia Romagna a inizio anno fosse stata al centro di uno scontro politico tra il Partito democratico e il Comune di Roma, con Matteo Renzi che gridava al “soccorso rosso”: “Se la Capitale non va in crisi è merito del l’azione di sostegno dell’Emilia, la giunta risolve il problema di un’amministrazione di un altro colore politico. Questo è il Pd”.
L’accordo tra Bonaccini e Nicola Zingaretti (la com- petenza dei rifiuti è regionale e non riguarda i sindaci) era poi saltato, ma oggi gli impianti di Piacenza e Parma vengono buoni al centrodestra di Toti, pur con molto meno clamore di allora.
Genova – che chiedeva di spedire 15mila tonnellate in direzione Emilia – invierà i rifiuti per un massimo di quattro mesi, pagando ai Comuni interessati allo smaltimento un “rimborso ambientale” di 14 euro per ogni tonnellata in aggiunta al costo ordinario di gestione.
LE BASI DELL’INTESA erano state poste la scorsa estate, quando le due Regioni avevano firmato un protocollo “per l’attivazione di forme di reciproca collaborazione in materia di infrastrutture e politiche ambientali”. In altre parole: un programma in sette punti di durata triennale con cui, tra promesse su ferrovie, porti e autostrade, l’Emilia e la Liguria concordavano “sull’opportunità di sviluppare iniziative di reciproca collaborazione e di mutuo soccorso nella gestione dei rifiuti”.
Che la collaborazione potesse essere reciproca, però, era quanto mai difficile già al momento del patto. Se non altro perché la Liguria, da tempo, ha grossi problemi con i rifiuti ed è costretta a chiedere aiuto ai vicini per poter smaltire l’immondizia. Lo scorso gennaio la giunta di Toti aveva prorogato per ulteriori sei mesi il conferimento dei rifiuti in altre Regioni, per un totale di 55mila tonnellate. La maggior parte della spazzatura era finita in Piemonte (quasi 45mila) e il resto in Toscana, dove il trasferimento è andato avanti fino a agosto. Niente di nuovo rispetto a quanto accadeva dal 2014, anno della chiusura di Scarpino 3 e inizio degli accordi tra Liguria, Piemonte e Toscana, poi confermati di sei mesi in sei mesi.
UN DISAGIO che, oltre a imporre di trovare soluzioni in altre Regioni, è diventato anche un salasso per i conti dell’amministrazione Toti: dal 2014 a tutto il 2017 la Liguria ha speso circa 110 milioni di euro per finanziare lo smaltimento dei rifiuti fuori Genova.