Soffiate alla coop bianca, rimosso il viceprefetto
Accoglienza Bandi su misura e notizie riservate a Padova alla ditta che gestisce tre centri migranti in Veneto
“Il 26 agosto 2015 Quintario informava Gaetano Battocchio, presidente di Ecofficina, dell’imminente ispezione da parte dell’Arpav”. È uno dei passaggi degli atti della procura di Padova sul business che si sarebbe sviluppato sulla pelle dei migranti. I protagonisti dell’episodio sono un funzionario della prefettura di Padova e il dirigente di una delle maggiori cooperative venete impegnate nell’accoglienza.
SETTE PERSONE sono indagate: ci sono i vertici della cooperativa Ecofficina (Simone Borile, Gaetano Battocchio e Sara Felpati), un dipendente e un consulente. Ma ci sono anche due figure chiave della Prefettura di Padova: la funzionaria Tiziana Quintario, già trasferita, e il prefetto vicario Pasquale Aversa (che è stato subito rimosso dal Viminale e destinato ad altro inca- rico). I reati ipotizzati a vario titolo vanno dalla frode in pubbliche forniture alla truffa, passando per la rivelazione di segreti d’ufficio. L’indagine dei carabinieri è stata guidata dal pm Federica Battaglini e dal procuratore Matteo Stuccilli. Parliamo di una cooperativa che per anni ha fatto la parte del leone in Veneto in materia di accoglienza. Alla sua guida Simone Borile (un passato nella Democrazia Cristiana e in Forza Italia).
Ecofficina era pronta ad accogliere i migranti a Cona (Venezia), Bagnoli e Prandina, entrambe nel Padovano. Secondo i pm e i carabinieri che hanno condotto le indagini, la coop, però, ha ospitato nelle strutture più migranti del dovuto e con personale insufficiente. Non solo: secondo le carte ci sarebbero state soffiate sull’arrivo di controlli e bandi cuciti su misura. Parliamo della gara indetta nel 2016 per ospitare 1.200 migranti. Il valore complessivo era di circa 20 milioni. Scrive il pm che Quintario avrebbe “creato un bando ad hoc per la cooperativa”.
Gli atti riservati della prefettura, sostiene la procura, non erano certo un segreto per i vertici della cooperativa: a ottobre Quintario “informava Borile dell’esito di un incontro del prefetto al ministero dell’Interno”. Il 12 novembre ancora si avvisa di un’ispezio- ne e si concorda dove compierla. Ma l’accusa riguarda anche Aversa che avrebbe operato “violando i doveri o abusando della sua qualità”. Il prefetto vicario avrebbe “rivelato notizie che dovevano rimanere segrete o ne agevolava in qualsiasi modo la conoscenza da parte dei responsabili di Ec officina ”.
SECONDO la ricostruzione dei carabinieri, la cooperativa, informata delle ispezioni, poteva inviare personale nelle strutture facendo risultare che l’assistenza ai migranti era a norma di legge. Anche le strutture sanitarie venivano aumentate con l’aggiunta in extremis di toilette chimiche. Non solo: grazie alla sponda delle autorità è stato fatto risultare che in una struttura erano ospitati 40 migranti invece di 77.
Gli indagati finora hanno respinto le accuse sostenendo che “si è cercato di facilitare l’accoglienza e di rendere migliori le condizioni dei migranti”. Se le accuse fossero confermate, emerge rebbero danni alle finanze pubbliche e agli stessi migranti.
Che sono vittime. Come risulta anche da un’i nchiesta della procura di Verona che ieri ha portato all’arresto di un caporale e un medico. Tutto è nato da un incidente simile a quelli avvenuti a Foggia. A novembre un migrante morì e 11 rimasero feriti. La Finanza scoprì che erano occupati negli allevamenti di polli del ferrarese. Con certificati medici fasulli.
Ecofficina La società guidata dall’ex Dc ed ex Fi Simone Borile domina il settore Aveva agganci in prefettura