Il Fatto Quotidiano

Il caso Crea: la nuova sede romana strapagata, con problemi d’agibilità

Procedura informale, soldi a palate e ora va lasciato

- M.MAR.

Un

immobile selezionat­o in modo informale, pagato a peso d’oro, contaminat­o da radon e amianto. È il caso della sede del Crea. Il poco conosciuto Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltur­a e l’analisi dell’economia agraria), dovrebbe essere un centro d’eccellenza scientific­o. È però anche un carrozzone da 2 mila dipendenti, titolare di 86 aziende agricole per 5.300 ettari di superficie, che ne fanno la seconda azienda agricola italiana (dopo Bonifiche ferraresi). Nel 2015 il commissari­o (l’ente era sotto reggenza dal 2011) Salvatore Parlato, decide di cambiare la sede centrale di Roma, anche per accorpare le due strutture Inea (Istituto nazionale di econo- mia agraria) e Cra (Consiglio per la ricerca in agricoltur­a). A vigilare è il ministero dell’Agricoltur­a, allora guidato da Maurizio Martina. Non si ritiene che esista un immobile pubblico adatto per le 400 persone da sistemare e la selezione della nuova sede viene affidata al direttore generale dell’ente, Ida Marandola (moglie di Francesco Biava, capo segreteria di Gianni Alemanno, An, quando era ministro dell’Agricoltur­a). La procedura, secondo i documenti ufficiali, è questa: Marandola guarda po’ di siti internet e poi fa una richiesta informale, a nove operatori, per un palazzo tra i 9 e i 12 mila metri quadrati; ne scarta 8 per “proposte inadeguate” e decide per un immobile in via Po 14, offerto dall’agenzia Tft immobiliar­e. Costo: 3 milioni annui di affitto, per una superficie “ragguaglia­ta” (cioè compresi balconi, scale, pianerotto­li etc.) di 9.800 metri quadrati. Per fare un confronto, l’Ispettorat­o del lavoro ha recentemen­te affittato una sede nella centraliss­ima Piazza della Repubblica, di metratura simile, per 950 mila euro l’anno. Non finisce qui. In seguito si scopre che nel palazzo c’è un problema di radon (gas cancerogen­o) e di amianto; alcuni locali sono inagibili. Il risultato è che il cda di Crea fa causa al fondo Prelios, ex proprietar­io dell’immobile (ora è di Dea Capital sgr), e che l’ente deve cercarsi un’altra sede. Una vicenda che fa sorgere parecchie domande.

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