Il Fatto Quotidiano

Tagli e riforme: in Francia boom di dimissioni dei sindaci

- » LUANA DE MICCO

Sempre più sindaci in Francia decidono di dare forfait. Secondo una statistica resa nota da Le Figaro, sono più di mille ad aver riappeso al chiodo la fascia tricolore in tutto il Paese prima della fine del loro mandato di 6 anni. Precisamen­te, dal 2014 a oggi, a meno di due anni dalle Municipali (23 e 30 marzo 2020) hanno dato le dimissioni anticipate in 1021, più del doppio di quelli che avevano gettato la spugna nel periodo 2008-2012. Il quotidiano conservato­re precisa anche che, da quando Macron è all’Eliseo, cioè dal maggio 2017, il fenomeno è cresciuto, poiché i sindaci a dare le dimissioni da allora sono stati già 386. Le Figaro parla di un’ “ondata senza precedenti”, BfmTv di un fenomeno in piena “esplosione”.

FARE IL SINDACO in Francia è sempre più difficile. Il mestiere non attira più, soprattutt­o nelle regioni rurali: 887 dimissioni sulle 1021 registrate riguardano Comuni di campagna con meno di 2mila abitanti. Più il Comune è piccolo è minori sono le indennità che spettano al primo cittadino (da 658 euro, per un borgo di 500 anime, a 1600 per un Comune tra 1000 e 3500 abitanti). Budget sempre più striminzit­i (alcuni sindaci denunciano persino le difficoltà di pagare gli stipendi a fine mese), tagli nel numero degli assessori, con progetti che finiscono nel dimenticat­oio per mancanza di mezzi, e un dialogo “a senso unico” con lo Stato, sono i principali motivi di questi abbandoni. I sindaci denunciano la legge Notre del 2015, che aveva imposto la fusione di alcuni Comuni, comportand­o numerosi costi. Nel mirino anche la soppressio­ne, voluta da Macron, della “tassa d’abitazione”, misura contestata perché provoca un taglio del 34% degli introiti fiscali. I sindaci contestano anche la riduzione dei cosiddetti “emploi aidé”, contratti a basso costo, a cui i Comuni fanno spesso ricorso, per il reinserime­nto dei lavoratori in difficoltà.

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