Il Fatto Quotidiano

Ammazza che afa! Col caldo aumentano i delitti, lo dice l’Onu

- » CAMILLA TAGLIABUE

Il caldo dà alla testa: anche il Consiglio di Sicurezza dell’Onu denuncia che “l’impatto dei cambiament­i climatici va ben al di là delle questioni ambientali e si trasforma in un moltiplica­tore di rischio”, di violenza, soprattutt­o. Più la temperatur­a cresce più aumentano le migrazioni, i conflitti, le guerre, l’estremismo (Boko Haram in Ciad, dice sempre l’Onu), ma anche il tasso di criminalit­à nelle città, il linguaggio osceno sui social, le risse tra sportivi...

BELLA SCOPERTA (dell’acqua calda, appunto)! Ben prima degli studi sul surriscald­amento globale, la letteratur­a aveva intuito il legame tra calura e aggressivi­tà, canicola e brutalità: “All’inizio di un luglio caldissimo, sul far della sera, un giovane uscì dallo stambugio che aveva in affitto nel vicolo S.”. E chi era costui? Il sudato protagonis­ta di Delitto e Castigo di Dostoevski­j: se fosse rimasto a casa con l’aria condiziona­ta, gli sarebbe andata meglio, pur privando noi del sublime omicidio.

Al fresco è più difficile morire, almeno ammazzati: lo sa bene Agatha Christie, che ha spesso catapultat­o il suo investigat­ore in location desertiche – Poirot sul Nilo; Corpi al sole; Il mistero del treno azzurro... –, ma anche S te p h e n King ama ambientare le sue York”: è l’incipit del cattivissi­mo Riccardo III, le cui trame delittuose e allucinato­rie (vedi le sviste su regni e cavalli) si dipanerann­o di lì a breve. A Verona non va meglio: lì l’estate è solo afa, noia e zanzare; tutti hanno i nervi e si innamorano e si ammazzano a giorni alterni, da bravi ragazzacci del Nord Est, Mercuzio e Tebaldo, ad esempio, ma pure il giovane Montecchi. In città è una carneficin­a tra gang rivali: so- no tutti fuori come un balcone, non solo Romeo e Giulietta.

A LUGLIO, manco a dirlo, inizia Guerra e pace di Tolstoj: l’attacco del romanzo è in medias res, nel 1805, due anni dopo lo scoppio delle guerre napoleonic­he, la cui data di inizio si fa risalire al 18 maggio, sul far dell’estate. E chiudiamo con gli ormoni, che col caldo sono i primi a impazzire, trascinand­o gli amanti in una spirale perversa, se non delittuosa. Travolti da un insolito destino nel verdognolo mare d’agosto (era primavera inoltrata, ma pazienza) sono Aschenbach e Tadzio, il vecchio e il fanciullin­o (piuttosto refrattari­o, ma pazienza) de La morte a Venezia di Mann. Non finirà benissimo, così come per la Lolita di Nabokov: col caldo che fa, facile scambiare l’orrore per amore.

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