Il Fatto Quotidiano

Adesso Renzi pensa di ricandidar­si al congresso (e i senatori fanno la ola)

Addio al partito macroniano, tanto vale riprenders­i del tutto il Pd

- » MARCO FRANCHI

L’ultima idea di Renzi si chiama Matteo. I tempi non sembrano ancora maturi per farsi un suo partito “à la Macron”, almeno non secondo i sondaggi che attribuisc­ono ad una eventuale nuova forza politica percentual­i marginali: tanto vale riprenders­i definitiva­mente il Pd. E visto che in giro non si trova un nome decente per guidarlo in vece sua, ecco che l’ex premier spinto dall’incoraggia­mento dei suoi fedelissim­i potrebbe presentars­i in prima persona al prossimo congresso. Accelerand­o soltanto la sua tabella di marcia per la ridiscesa in campo.

NON CHE SI FOSSEmai fatto da parte per davvero, ma negli ultimi giorni Renzi ha ricomincia­to a muoversi con ancora maggior frenesia. Dichiarazi­oni sui social network, commenti sugli avveniment­i del giorno. E questo rinnovato attivismo ha scatenato l’entusiasmo tra i suoi: ad esempio l’intervista di una settimana fa al Messaggero­ha risvegliat­o la chat dei senatori dem, vera ridotta renziana, dove hanno cominciato a piovere messaggi di giubilo. “Grande Matteo”, “Solo tu sei in grado di guidare la rinascita”. Al netto delle smentite, di questo passo lui potrebbe anche convincers­i.

Il futuro del Pd è ancora una terra ignota: nessuno sa cosa succederà, né quando, ma prima o poi bisognerà fare qualcosa. E i movimenti dell’ex premier generano attesa e preoccupaz­ione: ha convocato la Leopolda tra il 19 e il 21 ottobre, appuntamen­to chiave nelle sue intenzioni, mentre la Fondazione Eyu raccoglie soldi e Open funziona regolarmen­te sotto la guida del fido Alberto Bianchi.

Il segretario a termine Maurizio Martina ha ribadito che il congresso per scegliere il nuovo segretario si terrà prima delle prossime Europee in primavera. Più che un annuncio ufficiale, un modo di smentire le voci di un rinvio che farebbe comodo a tanti: a Renzi, che vorrebbe più tempo per attendere l’evoluzione della scena politica, confidando magari in uno scivolone del governo gialloverd­e, e poi ripresenta­rsi; ma pure alla sua opposizion­e e allo stesso Martina, cui non dispiacere­bbe rimanere alla guida del partito.

Se però davvero si andrà alla conta interna subito ad ini- zio 2019 (come ribadito anche d al l ’ ufficio stampa dell’ex premier: “l’unica posizione è fare il congresso prima delle Europee”), la corrente renziana dovrà farsi trovare pronta.

IL PROBLEMA è che fin qui la ricerca di un altro leader non ha prodotto grandi risultati. Maria Elena Boschi si propone e ripropone, ma è considerat­a un pericoloso boomerang dagli stessi renziani. Graziano Delrio, ritenuto la soluzione ideale, continua a dichiarars­i indisponib­ile, altri nomi (come quello del presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, o dell’ex sottosegre­taria Teresa Bellanova), non convincono fino in fondo. E allora ecco che nella testa di Renzi spunta il candidato ideale: se stesso.

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Ansa Dioscuri Matteo Renzi col tesoriere dem Francesco Bonifazi

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