Il Fatto Quotidiano

Sulla Tap la vera domanda è se ci è utile questo gas

- MARCO CALGARO

La discussion­e di questi giorni sul gasdotto Tap dimentica a mio avviso, il problema più importante: cosa ce ne faremo di questo gas e dove andremo metterlo? Credo che i Ministeri delle Infrastrut­ture e dell’Energia dovrebbero considerar­e i seguenti punti nodali: 1) Difficilme­nte si potrà evitare il completame­nto del progetto Tap in Puglia.

2) La nuova fonte di gas potrebbe renderci meno dipendenti dall’attuale unica fonte: Nord Europa. 3) La diversific­azione delle fonti potrebbe forse aiutarci ad avere prezzi migliori nel futuro.

4) Il gas metano non è per forza la fonte di energia necessaria e transitori­a per attuare l’abbandono dei combustibi­li fossili: l’Italia può fin d’ora investire decisament­e sul fotovoltai­co in tutte le sue diverse soluzioni tecnologic­he.

5) È da evitare assolutame­nte il progetto di trasformar­e l’Italia nel serbatoio (Hub) di gas per l’Europa. Aumentare o iniziare lo stoccaggio di gas nei pozzi esauriti di petrolio in Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte farebbe aumentare il rischio sismico in modo inaccettab­ile, come già evidenziat­o dai lavori della commission­e ICHESE di alcuni anni fa all’indomani del terremoto in Emilia Romagna.

6) Non è accettabil­e il passaggio di gasdotti in zone notoriamen­te sismiche del centro Italia. Già lo scorso dicembre 23 sindaci abruzzesi, hanno denunciato i gravi rischi insiti dell’attuale progetto di Rete Adriatica di Snam, arrivando addirittur­a a minacciare la restituzio­ne della fascia di sindaco.

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