Il Fatto Quotidiano

Non è un’isola per tartarughe A rischio il centro di Lampedusa

- ALAN DAVID SCIFO

▶DA SIMBOLO di Lampedusa a simbolo di soldi. La tartaruga “Caretta Caretta” è al centro di una contesa sull’isola agrigentin­a che dopo vent’anni di attività rischia di veder chiudere il suo storico centro per il soccorso dell’animale marino. Dopo la brutta fine di quello di Linosa, per il quale l’Unione europea ha sospeso i progetti dopo la denuncia per “appropriaz­ione indebita” a seguito della quale è cessata l’attività, adesso il centro di soccorso di Lampedusa rischia di fare la stessa fine, almeno questo è ciò che temono i volontari. Il Comune, infatti, intende “istituzion­alizzare” la struttura per intercetta­re i fondi europei. “Il centro di Lampedusa non ha mai usufruito di finanziame­nti – spiega Daniela Freggi, fondatrice del Tur- tle Group che cura le tartarughe a Lampedusa – e di conseguenz­a abbiamo imparato a lavorare gratuitame­nte, per questo motivo noi siamo ancora aperti.

ORA IL SINDACO vuole istituzion­alizzare il centro, come accadeva prima a Linosa, per accedere ai finanziame­nti dell’assessorat­o regionale e dell’Unione europea”.

Il primo cittadino Totò Martello ha istituito un “nuovo centro” as- sociazione di recupero del quale è stato anche nominato direttore, che – non appena si troverà una sede – andrebbe a sostituire una struttura ben avviata dove opera uno tra i migliori chirurghi al mondo nel campo delle tartarughe, Antonio Di Bello.

La possibilit­à dei finanziame­nti avrebbe aperto poi anche un’altra battaglia: “Si sta pensando di accedere ai fondi europei – continua Freggi – attraverso i fondi destinati all’assessorat­o della Pesca, che adesso chiede la tutela, ma le tartarughe oggi fanno capo all’assessorat­o Agricoltur­a e foreste, che non ha intenzione di cedere. Da lì si aperto un braccio di ferro per accaparrar­si le tartarughe e i fondi legati ad esse”.

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Ansa Mare Tartarughe in Sicilia

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