Il Fatto Quotidiano

Basta il pensiero: la Bce dà il suo bentornato alla Grecia

- » MARCO PALOMBI

Martedì 21 agosto, com’è noto, la Grecia uscirà dallo stivaletto malese finanziari­o che i poeti chiamano “programma di salvataggi­o”. Ci riferiamo a quella simpatica congerie di misure imposte dai creditori che va dagli aggregati macroecono­mici al metodo di pastorizza­zione del latte (non è uno scherzo), le quali misure però - purtroppam­ente, mannaggia io l’avevo detto... - erano basate su presuppost­i scientific­i sbagliati: in sostanza, come pacificame­nte ammesso più volte dal Fondo monetario inter- nazionale, la cura ha ucciso il paziente (ha causato cioè, ha detto in questi giorni il Fmi, la più grande depression­e della storia in tempo di pace). Tra dieci giorni, come si diceva, la Grecia torna autonoma. Cioè, quasi: dovrà comunque fare quel che dice la Troika (avanzo primario prima oltre il 3,5% e poi oltre il 2%) fino al 2060. Praticamen­te la stessa cura che purtroppam­ente... Le feste per lo storico evento, comunque, si sprecano e l’altroieri pure quegli allegroni della Bce hanno deciso di dare il loro bentornato sui mercati alla Grecia (che, sia detto en passant, non ha nemmeno beneficiat­o del Qe) stabilendo che dal 21 agosto la Bce non accetterà più i bond greci come collateral­e in cambio di liquidità (lo fece già per 16 mesi a partire dal febbraio 2015: da quando Tsipras sembrava voler alzare la testa fino alla resa incondizio­nata). Le banche greche dovranno rifornirsi attraverso il programma Ela, che però è più costoso: l’aggravio è di circa 55 milioni di euro l’anno. Sì, per carità, non una cosa enorme, però è il pensiero che conta.

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