Il Fatto Quotidiano

I 38 mila euro delle Ong rimasti in cassa ai Renzi

Il caso finisce in Portogallo Parte dei soldi sono stati usati dalla società del parente Conticini per immobili a Lisbona

- » MARCO LILLO

I soldi, che erano stati dati alla società di Conticini, per i magistrati di Firenze sarebbero finiti nel capitale di Eventi6 e ora devono esser restituiti o donati agli enti defraudati: Unicef e Operation Usa

La signora Laura Bovoli, mamma di Matteo Renzi, è una persona cortese. Quando la contattiam­o per capire che fine abbiano fatto i soldi versati nella società di famiglia nel 2011 da Alessandro Conticini (indagato dai pm insieme al fratello, Andrea Conticini, il marito della figlia Matilde Renzi e all’altro fratello, Luca) la signora non ci prende a male parole, come pure era lecito attendersi, ma ci risponde. La domanda era un po’ rude: signora Renzi, perché la società di famiglia non regala all’Unicef i soldi incassati nel 2011 da Alessandro Conticini, visto che i pm sostengono che li avrebbe distolti dai fini previsti, insomma ‘rubati’ all’Unicef stessa e ad altre organizzaz­ioni?

Per i pm, Alessandro Conticini, 42 anni, come titolare della Play Therapy Africa Ltd e poi dell’Ida S.a. e dell’Ida Ltd, avrebbe incassato 10 milioni di dollari in gran parte da Unicef (3 milioni e 882 mila euro) e dalla Fondazione Ceil and Michael E. Pulitzer ( 5,5 milioni di dollari) per portare il sorriso sulla bocca dei poveri bambini africani. Invece di fare la terapia del gioco, secondo i pm, Conticini avrebbe fatto passare i soldi sui suoi conti di Bologna e Capo Verde.

SECONDO i pm l’appropriaz­ione indebita sarebbe pari a 6 milioni e 600 mila euro. Il rivolo più velenoso del fiume di soldi è rappresent­ato dai 133 mila e 900 euro finiti nel periodo 21 febbraio-7 marzo 2011 alla società Eventi6, di cui Matteo Renzi è stato un dirigente in aspettativ­a fino al 2014, mentre la mamma e le sorelle di Matteo sono socie. Nel 2011, quando Eventi6 non se la passava bene, Conticini fece un finanziame­nto per 130 mila euro e un aumento di capitale con sovraprezz­o per 50 mila euro.

La mamma di Matteo Renzi replica sul punto: “La nostra società ha restituito totalmente ad Alessandro Conticini il finanziame­nto infruttife­ro ricevuto l’otto marzo 2011”. Poi prosegue: “La prima e la seconda rata, ciascuna di 26 mila euro, tramite Unicredit Banca il giorno 11 marzo del 2013. La terza rata di 28 mila, con la stessa modalità il giorno 26 giugno 2013. La quarta rata di 10 mila euro il 4 luglio 2013. La quinta rata sempre di 10 mila euro il 12 novembre 2013. Il giorno 24 marzo del 2014, con l’ultimo bonifico di 30 mila euro, il fi- nanziament­o è stato azzerato”.

Un mese dopo il giuramento di Matteo Renzi la famiglia del premier aveva chiuso i conti con il finanziame­nto contestato dalla Procura di Firenze ad Alessandro Conticini e Andrea, il marito di Matilde Renzi. Andrea – quale procurator­e del fratello – è accusato di avere impiegato parte del provento criminoso nella società dei Renzi. I pm contestano solo il finanziame­nto soci per 133.900 euro.

Al Fatto, però, risulta che Conticini entra nella società dei Renzi partecipan­do a un aumento di capitale e versa il 21 febbraio 2011 altri 50 mila euro per comprare una quota che ha un valore nominale di 12 mila euro, con il meccanismo del sovraprezz­o. In pratica il capitale passa da 10 mila a 60 mila euro ma a pagare per l’aumento è solo un socio: Conticini. Alla fine lui avrà solo il 20 per cento della società, mentre le sorelle, senza tirar fuori un euro, avranno il 36 per cento a testa (di un capitale di 60 mila) e la mamma di Matteo l’8 per cento. Quando Conticini esce nel 2013 però retrocede a Matilde Renzi la sua quota al prezzo nomi- nale di 12 mila euro. Quindi nel capitale della società restano i 38 mila euro di differenza. Alla signora Bovoli abbiamo chiesto: “Perché non donate i 38 mila euro rimasti all’Unicef?”. Inizialmen­te ha tentato di sostenere che non c’era la differenza. Dopo avere ricevuto via Whatsapp la foto dell’atto, ha corretto il tiro: “Grazie del consiglio ma scelgo da sola

(...) domani con l’aiuto del commercial­ista risolvo il resto”.

Il Fatto intanto ha seguito la pista portoghese. I pm indagano Alessandro e l’altro fratello,

Luca Conticini, perché sostengono che un milione e 965 mila euro dal novembre 2015 all’aprile del 2017 è stati distolto dalle iniziative a favore dell’Africa per finire in “un investimen­to immobiliar­e in Portogallo”. Ieri La Verità ha scoperto la società immobiliar­e Cosmikocea­n Ltd, creata nel gennaio del 2017 di cui è stato gestore Alessandro Conticini a Lisbona. Ora il gestore è Alessandro Radici, un dirigente della Safilo in Portogallo. La società ha sede in rua Santa Marta 66, in un vecchio palazzo in ristruttur­azione. Nel giugno scorso la società ha presentato una domanda urbanistic­a al comune. Sui siti di agenzie immobiliar­i di lusso come Sotheby’s si scopre che nel palazzo di rua Santa Marta 66 sono in in vendita almeno quattro appartamen­ti. Si va da un prezzo di 980 mila euro fino a un milione 390 mila euro. Sui siti ci sono le foto degli interni. Sono le stesse pubblicate da un operatore specializz­ato in disegni architetto­nici e foto che attribuisc­e le case fotografat­e a “Co n ti c in i / R adici”. Contattato dal Fatto, l’autore dice di avere conosciuto Conticini per il lavoro anche se ha ricevuto l’incarico da un’agenzia. Abbiamo chiesto ieri inutilment­e ad Andrea Conticini, di rintraccia­re Alessandro per chiedergli delucidazi­oni. Andrea ha declinato.

La replica

Il “Fatto” le chiede di restituire all’Unicef, mamma Laura: “Consulterò il commercial­ista”

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LaPresse ImbarazziI­l sito dell’agenzia immobiliar­e portoghese. Sopra, Laura Bovoli con Tiziano Renzi; e Matteo
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