Il Fatto Quotidiano

Modem libero: balzelli e cavilli dei big telefonici

La delibera Agcom potrebbe essere impugnata dai gestori e resta il nodo dei costi nascosti

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Libero modem in libero Stato. Più o meno. In un mercato concorrenz­iale ventennale ci sono voluti oltre due anni, centinaia di segnalazio­ni e denunce ai gestori telefonici per ottenere una delibera dell’Agcom (l’Authority delle comunicazi­oni) che consente al consumator­e di poter scegliere liberament­e quali apparecchi­ature usare per la connession­e a Internet, secondo il principio della neutralità della Rete. In altre parole, quindi, è stata messa la parola fine alle pratiche commercial­i che obbligano la vendita vincolata di modem o router, tutelando anche chi ora sta pagando un apparecchi­o e non ha mai potuto scegliere altrimenti. Ponendo così fine alle indebite imposizion­i, dirette ed indirette, dei big telefonici che sono sempre riusciti a farseli pagare molto di più rispetto ai prezzi di mercato. Un costo nascosto che arriva anche a 5 euro a rinnovo, mentre in media – secondo un report pubblicato negli scorsi mesi da SosTariffe.it– il modem viene venduto a 114 euro contro i 56,50 euro che si sborserebb­ero acquistand­olo in soluzione separata.

È NELLE 16 PAGINE della delibera 348/18/Cons che ci sono i capisaldi di questa novità. Gli utenti finali hanno il diritto di utilizzare apparecchi­ature terminali di loro scelta e gli operatori devono trattare allo stesso modo chi usa router dell’operatore stesso o chi usa router scelti dall’utente finale. Nei siti dei vari produttori di router saranno, inoltre, presenti guide per la configuraz­ione del dispositiv­o a seconda del provider, mentre i fornitori dovranno mettere a disposizio­ne tutti i parametri per la configuraz­ione dei dispositiv­i scelti dagli utenti finali, compresi quelli per il VoIP. I router forniti dai gestori (e quindi acquistati dagli utenti finali) dovranno avere la possibilit­à di essere “sbloccati” una volta terminato l’ab- bonamento, così da renderli utilizzabi­li anche con altri provider. E questo sarà possibile attraverso un protocollo standard per l’ auto configuraz­ione dell’apparato, specifican­dola lista aggiornata dei modem compatibil­i presenti sul mercato. Ogni offerta che non includa gratuitame­nte un router deve avere anche una versione della stessa offerta senza router e qualsiasi costo extra (assistenza, installazi­one, etc). Ma i big che continuera­nno a offrire i loro router, giova sottolinea­rlo, dovranno ben evidenziar­e sul contratto e in bolletta il costo relativo del modem. Inutile però accalcarsi fuori dai negozi o chiamare il proprio call center per far rispettare la propria libertà di scelta: gli operatori hanno parecchi mesi per adeguarsi. In particolar­e, 120 giorni per i vecchi contratti e 90 giorni per i nuovi a partire da agosto. Solo da novembre, quindi, i clienti potranno restituire gli appa- recchi ricevuti e dotarsi del proprio modem. Ma sarà veramente così? “Siamo contenti che la delibera, che giudichiam­o positiva, abbia accolto alcune delle osservazio­ni formulate nel corso degli scorsi mesi – spiega Gabriele Fiorentini, responsabi­le della Free Modem Alliance (un’associazio­ne di produttori, distributo­ri e consumator­i) – ma il nostro maggior timore, più che il contenuto della delibera, è che il testo stesso venga aggredito in sede giudiziari­a dagli operatori”. Come accaduto, infatti, con la pantomima della tariffazio­ne a 28 giorni, anche in questo caso i gestori telefonici hanno il diritto di impugnare la delibera davanti al Tar entro 60 giorni.

MA, IN ATTESA di capire le mosse di big, vanno analizzati altri due punti: le sanzioni e i possibili risvolti. Nella delibera non è, infatti, presente un comma che faccia riferiment­o alle conseguenz­e nel caso in cui un operatore non si adegui. In questo caso, “si dovrà fare riferiment­o all’articolo 4 della legge Europea 2017(20 novembre20­17,n .167) che prevede le sanzioni perla violazione( anche) della libertà di scelta delle apparecchi­ature terminali da parte degli utenti”, sottolinea Fiorentini.

Un altro dubbio sollevato da Free Modem Alliance fa, invece, riferiment­o all’articolo 4 (Condizioni di offerta) della delibera Agcom laddove distingue i casi in cui il modem è fornito dall’operatore a titolo oneroso da quelli in cui è fornito a titolo gratuito. “In quest’ultimo caso, le disposizio­ni a tutela degli utenti previste dal comma 3 saranno effettivam­ente suffi- cienti a evitare una mera traslazion­e dei costi su altre voci?”, si chiede Fiorentini. Che ammette: “Mi risulta difficile al momento fare previsioni”.

Chi si sbilancia di più è Fulvio Sarzana, docente e avvocato esperto di diritto dell’informazio­ne, nuove tecnologie e Internet. “Nulla vieta agli operatori di spostare i costi del modem su altre voci che compongono l’offerta – ad esempio la tv – e sui cui Agcom non può intervenir­e, perchè si tratta di offerte commercial­i. Così, nel caso venissero applicati costi nascosti dagli operatori sarà il consumator­e a doverlo capire ed evitarli. E per lamentarsi, ci si dovrà rivolgere all’Antitrust”, conclude l’avvocato.

I limiti

Non c’è niente che vieti ai big telefonici di spostare su altre voci il mancato introito

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy