Il Fatto Quotidiano

Paradossi del cristianes­imo che odia: è il vangelo secondo Matteo (Salvini)

Il leader leghista si “confessa” con gli amici clericali e ammette: “Esibisco il rosario ma non lo prego”

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

“Chi di spada colpisce, di spada perisce” è uno dei più noti motti evangelici e calza alla perfezione all’amena intervista che il nuovo crociato della destra clericale, Matteo Salvini, ha rilasciato a un quotidiano online ultraconse­rvatore: La Nuova Bussola Quotidiana, già nota in questa sede ché tra i siti che hanno eletto ad antipapa il cardinale Burke, la panciuta eminenza americana che considera Bergoglio un Anticristo.

Il punto di partenza sono le critiche di Famiglia Cristianae­Avvenirea Salvini per il suo razzismo e il leader leghista asseconda le cupe speranze del suo intervista­tore: una società chiusa che respinge in mare i migranti, che detesta gli omosessual­i e vuole un’educazio- ne sessuale da Stato teocratico. Poi però tocca chiedere conto a Salvini del suo uso politico dei simboli cristiani, come il rosario esibito nel comizio di Milano nella scorsa campagna elettorale. “Ma lei oltre a esibirlo, lo prega anche il rosario?”. Risposta del crociato: “No, devo essere sincero, solo raramente. Mi faccio il segno della croce quando mi alzo e quando vado a dormire”.

Bene, anzi male, dalla prospettiv­a reazionari­a. Ma a questo punto, visto che il clericale Salvini è comunque l’eroe di questa destra fa- risea (l’opposto della Chiesa francescan­a, per la quale “la religione non si può ridurre a una pratica di leggi”), il lettore si aspettereb­be un’altra domanda sulla salvifica fede salviniana: “La domenica va a messa, si fa la comunione?”.

IL QUESITO PERÒ non c’è, per eccesso di zelo strumental­e. Il motivo è semplice: Salvini è separato e convive more uxorio con la sua compagna. La domanda avrebbe avrebbe posto il giornalist­a di fronte a un dilemma morale e teologico, dal momento che la rivolta tradiziona­lista contro Bergoglio è iniziata con le aperture ai divorziati dell’Amoris laetitia.

È uno dei paradossi di questo cristianes­imo che rimpiange “l’odio perfett o” cancel lato dai salmi cosiddetti “imprecator­i”. Salvini non prega e non va a messa, per il resto va bene. L’odio, appunto.

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