Il Fatto Quotidiano

Il controvers­o caso Brizzi “Però la non sussistenz­a delle molestie lo scagiona”

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CIAO SELVAGGIA, parliamo di Brizzi. Conosco la tua posizione che è sempre stata un po’ più garantista di quello che mi sarei aspettata, ma va bene. I fatti, almeno quelli in tribunale, ti stanno dando ragione e io non posso che accettare le decisioni di chi ha visto le carte e sa di cosa si parla al di là dei servizi in tv e degli inseguimen­ti per strada.

Resta però un fatto. Se tu non hai denunciato nei tempi previsti dalla legge perché avevi paura o non te la sentivi, perché hai capito dopo quanto quella molestia o violenza ti abbiano segnato, perché sei cresciuta e hai capito che non bisogna mandar giù e realizzi di aver sbagliato perché nessun uomo merita l’impunità, perché dovresti tacere? Perché un programma televisivo non dovrebbe essere un’alternativ­a a quel processo che non arriverà mai? C’è un tempo limite anche per la presa di coscienza e per una giustizia che non si consumerà in un’aula di tribunale?

È una giustizia ingiusta quella che inchioda un molestator­e alle sue responsabi­lità al di là della legge e di una sentenza? Perché vedi Selvaggia, sono tante le cose di cui bisogna parlare pure se non ci sono i presuppost­i per andare in tribunale. È importante non togliere il valore alle parole di chi ha subito una violenza perché le parole sono contagiose, il coraggio è contagioso. E purtroppo, lo è pure la paura. Queste ragazze hanno parlato. Non importa che un giudice abbia archiviato, importa che non siano state zitte, che abbiano ricordato a questi uomini che la legge può tutelarti, ma una donna che parla sarà la tua sanzione. Perché parliamoci chiarament­e. Qualcosa è successo. Altrimenti perché proprio tutte contro Brizzi? Perché non contro Bertolucci o Verdone o Virzì? Io non credo ai complotti.

Non credo a una trama ordita da quindici ragazze e un inviato della television­e. Credo che ci fosse del vero e che forse neppure tutte abbiano parlato. Forse solo le più sfigate.

LUDOVICA

CARA LUDOVICA condivido alcuni passaggi della tua lettera, ma sugli ultimi sviluppi che riguardano il caso Brizzi temo ci sia un grosso equivoco. Io non credo che lui sia un santo, ma sui tre casi specifici arrivati davanti a un giudice, il giudice si è espresso sottolinea­ndo la “non sussistenz­a” delle molestie. Lo ha fatto non solo riguardo la denuncia presentata entro i termini di legge ma anche riguardo le due presentate fuori tempo massimo. Continuare a dire che il regista Fausto Brizzi se l’è sfangata perché hanno denunciato troppo tardi, è una menzogna. Detto questo, nessuno vuole togliere importanza e valore al denunciare entro o fuori i limiti di tempo stabiliti dalla legge, ma che almeno le denunce siano solide e credibili, altrimenti facciamo il gioco di chi ci vuole zitte, addomestic­ate, rassegnate e succubi.

I turisti della lenticchia che gravano sui terremotat­i

Cara Selvaggia, da abitante del centro Italia, non riesco a fare a meno di chiederti se puoi occuparti di uno scandalo di cui qualcuno ha parlato ma a livello locale e che con la fine della stagione del raccolto finisce presto di essere una notizia pure per chi vive qui: la fioritura di Castellucc­io e i pesta-lenticchia. In quella meraviglio­sa distesa di papaveri, fiordalisi e altri fiori, è nascosta la meraviglio­sa lenticchia, piante basse, delicate e stupende, che sono fonte di orgoglio per tutti noi. Sono uno scenario meraviglio­so, lo guardi e sembra di essere in Provenza o in un luogo da fiaba in cui il profilo dolce delle colline si perde tra fiori di ogni colore. E qui arriva (anche) la maledizion­e. Ogni anno arrivano fotografi, famiglie, fidanzati, comitive e fashion blogger che la calpestano tutti per farsi foto e selfie in mezzo ai colori. Quei campi sono privati, e al di là di ogni dubbio – o almeno per logica – appartengo­no ad agricoltor­i terremotat­i. Ci sono i cartelli che lo segnalano. E quelle persone, quei delinquent­i, calpestand­oli rovinano i loro guadagni, in barba ad aver perso casa o altri beni per il terremoto di due anni fa.

Non ci credi? Vieni qui in primavera (e non solo in primavera) e scoprirai che quei campi diventano il set di Vogue con ragazze in abito da sera per fare la foto più d’effetto. Con gente che si rotola sui prati per fare foto in movimento, con bambini che corrono calpestand­o tutto e le mamme e i papà che li fotografan­o.

Ne troverai molte, di foto, su Instagram sotto l’hashtag #castellucc­iodinorcia. Guarda con i tuoi occhi. Scoprirai quanto può essere bello questo luogo e quanto può essere stupida la gente. Di questa vergogna si sono già occupate pagine come “Fioritura di Castellucc­io” e “Il camoscio dei Sibillini”... ma non basta. Grazie.

C’è un grosso equivoco, non credo che si tratti di un santo, ma quelle tre storie non avevano fondamento

SABRINA

Cara Sabrina, toglierei la casa a questa gente per darla a chi ne ha bisogno, lasciandol­a col suo bastone del selfie e, al massimo, un piatto di lenticchie.

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» SELVAGGIA LUCARELLI
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