Lega e deficit, i mercati puntano sulla tempesta
Erdogan prova, inascoltato, a placare i mercati. L’Italia anello debole in Europa
La
crisi turca non accenna a placarsi. La valuta ieri sera perdeva il 7% contro l’euro e l’ 8% contro il dollaro. Una discesa che ha trascinato la Borsa di Ankara: - 5,30%. Questo nonostante la Banca centrale turca abbia garantito “tutte le misure” per assicurare la stabilità finanziaria e per fornire alle banche “tutta la liquidità necessaria”. Frasi che ricordano il “whatever it takes” di Mario Draghi nell’estate 2012, con la differenza che la Banca centrale di Ankara non ha la potenza di fuoco della Bce, che da allora ha impiegato 3 mila miliardi per fornire liquidità al sistema.
I ribassi non stanno risparmiando quasi nessun piazza finanziaria, a partire dai listini asiatici, emergenti in primis, che ieri hanno chiuso ancora in forte calo. Il ribasso nelle Bor- se Europee è stato più moderato: Londra ha perso lo 0,32% e Francoforte lo 0,53%, Parigi praticamente invariata, mentre Milano ha perso lo 0,58%. Ad essere più penalizzate in Piazza Affari sono state di nuovo le banche:
Banco Bpm la peggiore (-3,01%), seguita da Ubi Banca (-2,89) e Unicredit (-2,58%) su cui pesano i timori della forte esposizione in attività turche. JP Morgan ieri ha tagliato le stime sugli utili delle banche europee esposte sulla Turchia; secondo gli analisti nella banca d’affari, l’apporto delle controllate turche al Cet1, cioè al capitale, di Unicredit è del 6% circa.
Lo spread dei Btp nei confronti del Bund rimane attorno a 280 punti base. Il problema è che l’Italia in Europa è l’anello debole della catena. Sia a causa del sistema bancario, che non ha del tutto risolto i suoi i problemi di crediti deteriorati e di capitale scarso, ma anche perchè pesa l’incognita sul deficit e la politica di bilancio del nuovo governo (articolo nella pagina a fianco). A rendere il quadro fosco ha contribuito ieri anche la Commissione europea: “Siamo consapevoli del potenziale impatto sulle banche europee dell’evoluzione della lira turca”, ha dichiarato un portavoce.
Come evolveranno le cose nei prossimi giorni è poco prevedibile. Certo è che gli investitori hanno il dito pronto sul pulsante “sell”.
Grande finanza
Jp Morgan ha tagliato le stime sugli istituti europei esposti nel paese della Mezzaluna