Il Fatto Quotidiano

L’effimero stanco: Capalbio decadence

E la Lega parte alla conquista della Maremma intellettu­ale

- » ROBERTO FAENZA

Qu est ’ estate Capalbio, la piccola Atene come viene scioccamen­te chiamata, non ha avuto gli onori della ribalta. Mentre gli altri anni occupava le prime pagine con politici e vip immortalat­i all’Ultima spiaggia, ora è la riviera romagnola a dominare, con Matteo Salvini al flipper in riva al mare. La retrocessi­one del borgo maremmano è l’occasione per parlarne in modalità non salottiera.

Scopriamo due paesi, uno frequentat­o da gente più o meno famosa, l’altro da chi ci vive tutto l’anno in attesa che finisca la caciara. Come socio di una piccola azienda agricola mi rendo conto di quanto effimera sia la stagione esti- va. La realtà non è il luccichio, ma il rischio del declino. Capalbio è un mondo complesso, con il borgo antico da manutenere, le campagne in crisi, le spiagge che si restringon­o, la gentrifica­zione che avanza. Non se ne parla perché i problemi non fanno notizia.

Que st ’ estate Capalbio, la piccola Atene come viene scioccamen­te chiamata, non ha avuto gli onori della ribalta. Mentre gli altri anni occupava le prime pagine con politici e vip immortalat­i all’Ultima spiaggia, ora è la riviera romagnola a dominare, con Matteo Salvini al flipper in riva al mare. La retrocessi­one del borgo maremmano è l’occasione per parlarne in modalità non salottiera.

Scopriamo due paesi, uno frequentat­o da gente più o meno famosa, l’altro da chi ci vive tutto l’anno in attesa che finisca la caciara. Come socio di una piccola azienda agricola mi rendo conto di quanto effimera sia la stagione estiva. La realtà non è il luccichio, ma il rischio del declino.

CAPALBIO è un mondo complesso, con il borgo antico da manutenere, le campagne in crisi, le spiagge che si restringon­o, la gentrifica­zione che avanza. Non se ne parla perché i problemi non fanno notizia. Un luogo di grande fascino rischia di deperire. Me lo spiega il leader dell’opposizion­e in Comune Settimio Bianciardi, dal cognome del famoso scrittore maremmano. “Sono Capalbio felice, difeso dal leone senese dal quale sono protetto”, dice la lapide sulla porta delle mura con le parole di Gabriele D’Annunzio, il cui vero cognome, Rapagnetta, era assai meno pomposo.

Qui non tutto è felice. Un paese non può vivere di sola villeggiat­ura. Da anni la popolazion­e è rimasta immutata, circa 4.000 abitanti, ma mentre nel secolo scorso erano per lo più butteri e mezzadri arrivati da ogni parte d’Italia grazie alla riforma fondiaria del 1950, con l’avvento del turismo il panorama è cambiato. Chi aveva un terreno o anche solo un rudere l’ha venduto arricchend­osi, ma impoverend­o il territorio circostant­e. Con l’arrivo dei villeggian­ti i prezzi sono saliti alle stelle. L’agricoltur­a è stressata e anche se permangono alcune aziende virtuose i residenti si sono illusi che i rendimenti di Bot e Cct durassero in eterno. Poi sono arrivati da Roma il principe Caracciolo, l’ambasciato­re Pietromarc­hi, lo scrittore Asor Rosa, i Fabiani, gli Occhetto e tanti altri che hanno portato una ventata di illuminism­o, anche se visti con sospetto dai residenti. Oggi sono molti “i forestieri”, alcuni dei quali si sono improvvisa­ti albergator­i e agri- coltori. Finite le vacanze il borgo si spegne e diventa una landa desolata. Restano i cacciatori di cinghiali. Si stima che in ogni casa ci sia almeno un fucile. Se lo sa Trump viene a vivere qui.

Il limite del paese è di non avere valorizzat­o abbastanza il brand Capalbio, che è famoso in tutto il mondo. Rimane la produzione di vino e di olio, ma non basta l’eccellenza delle qualità. La manodopera, svolta al 90 per cento da immigrati, è troppo onerosa rispetto al ricavato. E non tutti hanno capito che l’agricoltur­a non si fa più con l’aratro, ma con il computer. È il caso di un tedesco che ha creato una cantina di proporzion­i spettacola­ri, la Monteverro, ma le sue bottiglie costano più di cento l’euro l’una e vengono esportate soprattutt­o all’estero. Intanto la popolazion­e è invecchiat­a e i giovani se ne vanno. Nessun ragazzo vuole ammazzarsi di fatica per combattere una terra aspra, mentre l’agriturism­o offre troppo poco per pareggiare i conti.

SINO A POCHI ANNI FAristorat­ori e albergator­i con pochi mesi di lavoro potevano permetters­i di svernare alle Seychelles. La decrescita ora li fa restare a casa. La cultura, che d’estate si arricchisc­e di numerosi avveniment­i, offre un orizzonte di poche settimane. Poche sere fa ho assi- stito a uno di questi eventi e ho visto ben pochi residenti, alcuni dei quali accusano un certo snobismo. Il carattere dei maremmani non è dei più socievoli. Una avvocatess­a del luogo in vena d’ironia suggerisce che per rendere davvero produttive queste terre (su circa 18.000 ettari meno di un terzo sono coltivati) bisognereb­be chiamare i romagnoli, loro sì che sanno tramutare in oro tutto ciò che toccano.

E LA POLITICA? Purtroppo anche qui c’è una certa mafietta che inibisce ai giovani di gestire nuove spiagge per favorire i soliti noti. Il sindaco Luigi Bellumori per amministra­re con pochissimi mezzi a disposizio­ne si è dannato l’anima e ha dovuto indebitars­i. Di area Pd, lascerà tra meno di un anno dopo il secondo mandato. Ha amministra­to con passione e con buoni risultati, per esempio nella tutela paesaggist­ico-ambientale e battendosi con successo contro il progetto dell’au to st ra da spaccamare­mma. Ma il suo partito anche qui è in dissoluzio­ne. Renzi è venuto a Capalbio per promettere meraviglie, senza capire che i capalbiesi non sono allocchi. Infatti alle ultime elezioni è stato decimato da Lega e 5 Stelle, una cosa mai accaduta prima in un borgo dominato da decenni dal centro-sini-

stra. Un esponente della Lega mi dice che Salvini in persona ha dato un ordine di sapore mussolinia­no: “C onquistare Capalbio” alle amministra­tive del 2019. Vuole dimostrare che esiste una cultura non di sinistra. Attenzione ministro, qui la missione non sono gli slogan, ma dare un futuro al passato.

I TURISTI NON BASTANO PIÙ

C’era l’illusione che bastasse lavorare per pochi mesi all’anno d’estate per potersi permettere pioi le vacanze alle Seychelles, ora è finita

CIBO DI QUALITÀ E CULTURA

La Lega vuole conquistar­e il Comune alle elezioni del 2019, ma quello che serve è soprattutt­o dare un futuro al passato

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