“Grazie alla divisa creiamo cittadini più impegnati”
Elena Donazzan è l’assessore alla Formazione e al Lavoro della Regione Veneto. Qui il Consiglio regionale si è portato avanti e ha esercitato il potere di iniziativa legislativa per chiedere al Parlamento di istituire un servizio militare (o civile) obbligatorio per otto mesi. Donazzan viene da una famiglia di militari, una circostanza che riporta con molto orgoglio, ed è tra i principali promotori di questa idea, che per il momento ha un valore simbolico. Assessore, il suo partito Forza Italia a livello nazionale è contrario alla proposta di Matteo Salvini. Lei invece è a favore, come mai? A livello regionale il partito è d’accordo con me. Questa proposta è stata lanciata prima delle elezioni da tre grandi associazioni: quelle degli Alpini, dei Bersaglieri e dei Fanti. Salvini prese quell’impegno con loro e ora lo sta onorando. Forza Italia invece non si presentò. Noi qui in Veneto siamo dissidenti perché crediamo fortemente in quell’idea. Qual è l’obiettivo dell’istituzione del servizio militare obbligatorio per otto mesi? Rinfoltire la Protezione civile, i volontari stanno invecchiando e c’è bisogno di nuove forze. Considerando che questo tipo di volontariato è fatto principalmente da chi ha fatto il servizio militare, sarebbe giusto farlo tornare obbligatorio per trasferire ai ragazzi questa cultura e poi invogliarli a proseguire quell’impegno. Che tipo di cultura?
La forma mentis dei doveri, della disciplina, quella che porta le persone a rendersi utili anche dopo aver tolto la divisa militare. Il ministro della Difesa, e in generale tutti quelli contrari, sostengono che i militari debbano essere dei professionisti e che quindi l’accesso alle Forze Armate vada riservato a chi, volontariamente, si sia formato per indossare la divisa. Sono d’accordo, l’esercito è cambiato e si dota di alte tecnologie per le quali è necessaria una specifica formazione. Ma ciò non toglie che il servizio obbligatorio sia educativo per una nazione. Ti prepara a essere un cittadino impegnato, consapevole e responsabile. Per questo non basterebbe rendere obbligatorio il servizio civile? Perché la vostra proposta contiene anche quello militare? Perché sono due cose diverse. Il servizio militare prevede una forma diversa di disciplina e riferimenti educativi che non ci sono nel volontariato sociale. La leva obbligatoria ha prodotto risultati straordinari, nonostante la campagna che poi ha portato alla sua sospensione. Per me è stato sbagliato toglierla. Oggi ce ne accorgiamo quando osserviamo l’impegno delle associazioni combattentistiche, sempre in prima fila nell’aiutare bambini e anziani con grande organizzazione, o quando vediamo chi sono quelli impegnati nel volontariato, quelli che donano il sangue.
Chi svolge il servizio militare acquisisce quella forma mentis e quella disciplina che poi ti portano a essere volontario, a renderti utile per gli altri anche dopo
ELENA DONAZZAN