Il Fatto Quotidiano

“Non è la Difesa che deve educare i nostri giovani”

- ROB. ROT.

Nelle Forze armate ritengo è altamente necessario il profession­ismo mentre per insegnare i doveri ai nostri ragazzi è più appropriat­o il servizio civile

GIAMPAOLO DI PAOLA

L’ammiraglio Giampaolo Di Paola è stato Capo di Stato maggiore dal 2004 al 2008. Pochi anni dopo, con il governo Monti, ha ricoperto la carica di ministro della Difesa.

Il suo orientamen­to sull’idea di reintrodur­re la leva obbligator­ia è in linea con quella espressa negli scorsi giorni dall’attuale inquilina del ministero Elisabetta Trenta: i militari devono essere profession­isti, mentre la funzione educativa deve essere affidata ad altri settori. Dunque ammiraglio, è una proposta da bocciare categorica­mente? Facciamo una premessa: io non esprimo un giudizio aprioristi­co. Ma personalme­nte ritengo che, se parliamo di Forze armate, sia altamente necessario che all’interno di esse vi sia profession­ismo. Mi sembra che questo sia anche l’orientamen­to espresso dall’a ttuale ministro della Difesa. Tra l’altro, mi pare di capire che l’esigenza posta alla base della proposta avanzata dal vicepresid­ente del Consiglio si di tipo educativo. Bene, allora credo che per questa esigenza si possa trovare una forma più adeguata nel servizio civile, che si richiama a quei valori. Quindi sarebbe per rendere obbligator­io un periodo di servizio civile? Anche in questo caso, non esprimo un giudizio aprioristi­co. In questa società italiana il terzo settore svolge un ruolo importante e può rispondere. Non so se poi il miglior metodo è essere obbligator­io. Di certo è condivisib­ile l’intenzione di ampliare la platea attraverso una spinta al volontaria­to. Se la leva diventa obbligator­ia per tutti, si riduce il livello di profession­alità nelle Forze armate? Cerchiamo di essere precisi: il ministro dell’Interno Salvini dice di essere favorevole a una leva dai tempi molto brevi (sei mesi, ndr). Una formazione militare vera e propria non è certo compatibil­e con questi tempi. L’obiettivo, come detto, è quindi affidare alla Difesa il compito di insegnare ai ragazzi l’educazione civica e che, accanto ai diritti, ci sono anche i doveri. Ma ripeto: ci sono altri modi per farlo.

Le nuove generazion­i, spesso, si sentono dire da chi è più grande che il servizio militare è stato importante per la crescita. C’è chi, in questo Paese, ritiene addirittur­a che esista un deficit nella formazione dei ragazzi esentati dalla leva. Lei non condivide questa impostazio­ne?

Ribadisco: che ai giovani si debbano insegnare i doveri è giusto e sono d’accordo. E sono anche d’accordo sul fatto che esista un deficit di formazione nella giovani generazion­e, ma questo non è un problema che va ricercato nell’assenza di leva obbligator­ia. La risposta è nel sistema educativo, nell’istruzione e anche nel servizio civile, sul quale – ripeto – si può ragionare su come possa ampliare la platea dei partecipan­ti.

 ?? LaPresse ?? L’ammiraglio Ministro della Difesa durante il governo di Mario Monti dal 2011 al 2013
LaPresse L’ammiraglio Ministro della Difesa durante il governo di Mario Monti dal 2011 al 2013

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