Il Fatto Quotidiano

Da Godard a Loach, cento registi chiedono a Mosca la liberazion­e di Sestov

Il cineasta ucraino in carcere

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te e omonormati­va” nella Federazion­e, ma anche “contraddit­toria rispetto ai principi della società”. Era un crimine in Urss, fino al 1999 era una malattia mentale: dal 2013 nella Russia di Putin l’omosessual­ità è un segreto. Vietato parlare dei diritti degli omosessual­i o dire che le relazioni gay siano pari alle etero. La Corte europea dei Diritti umani ha riconosciu­to subito la norma come discrimina­toria dei diritti umani, ma è servito a poco, come le condanne di Obama, Merkel e Cameron all’epoca.

In qualche video online dello scorso maggio Maxim urla, altoparlan­te e giubbotto di pelle, “Putin non è il nostro zar”. Le immagini del suo corpo sul social più usato dai giovani russi, Vkontakte, sono apparse solo adesso. Il protocollo della burokratia stilato dal tribunale regionale dice che nelle immagini ci sono ragazzi che mostrano “le loro parti del corpo seminude: le foto esprimono la propaganda di relazioni sessuali non tradiziona­li”. Il reparto della polizia giudiziari­a ha effettuato una “perizia culturale sulle immagini e ha confermato i sospetti: mostrano i loro corpi in mutande, uno dei giovani abbraccia l’altro.

LE FOTO SONOuna dimostrazi­one di una possibile relazione sessuale tra i due giovani”. L’avvocato del ragazzo, Artem Lapov, ha dichiarato che “manca la verifica degli indirizzi IP, non è dimostrato che le abbia caricate lui”. Maxim ha detto una cosa sola: “50mila rubli la mia famiglia non ce li ha”.

Volontario della komanda di Novalny, attivista del gruppo “Protesta Bijsk”, era già nel mirino delle autorità da quando aveva chiesto il 12 giugno scorso l’autorizzaz­ione per l’organizzaz­ione di una manifestaz­ione dal nome: “Gay o Putin”. Quel giorno all’ammi- ▶OLTRE 100 PERSONALIT­À

della cultura, fra cui registi come Jean Luc Godard e Ken Loach, hanno firmato un appello su Le Monde per chiedere al presidente russo Putin la liberazion­e del regista ucraino Oleg Sentsov, in sciopero della fame in carcere.

"La libertà di espression­e e la creatività non possono finire quando inizia il dissenso. Ma oggi un regista sta morendo perché è un dissidente", si legge nell’appello, firmato anche dal ministro francese della Cultura, Francoise Nyssen, e dai registi David Cronenberg e Costa Gavras. Il presidente francese Emmanuel Macron aveva già chiesto nei giorni scorsi a Putin di trovare "una soluzione umanitaria" per Sentsov. Oppositore dell’annessione russa della Crimea, Sentsov è stato arrestato dalle autorità russe dopo che Mosca ha preso il controllo della penisola nel 2014. Condannato in seguito a 20 anni di carcere con l’accusa di terrorismo, in un processo che i suoi sostenitor­i ritengono politicame­nte motivato, il regista ha iniziato lo sciopero della fame tre mesi fa. nistrazion­e comunale erano arrivate 12 richieste. Alcune erano: “per dichiarare Putin santo”, “per riconoscer­e Novalny agente straniero Usa”, “per i diritti di tutti i gay di nome Vytali”, pro o contro i matrimoni gay. Nessun permesso fu concesso, ma la richiesta di Maxim e il suo nome erano ormai famosi, scalpore ed insulti annessi, tra i membri del consiglio comunale e delle forze dell’ordine. Adesso, per quelle foto, sono noti in tutta la Russia.

PIÙ AD EST, AL CAPOLINEA della Transiberi­ana, a Novosibirs­k, la redazione del giornale universita­rio Uzh è stata appena costretta a ritirare il nuovo numero del magazine dedicato alla tolleranza, perché aveva “troppa tolleranza ”, scrive il K om me rs an t. “Le autorità hanno avvisato i ragazzi che l’articolo sulla comunità gay violava la legge e li hanno minacciati di sanzioni”. Ad occuparsen­e è l’Rkn: R o z k o ma n d a z o r , dipartimen­to orwelliano, il “servizio federale per la supervisio­ne nella sfera della connession­e e comunicazi­one di massa”. Gli uffici centrali sono aMosca, dove per un secolo i Gay Pride non ci saranno: le autorità comunali sulla Tverskaja nel 2012 hanno approvato un decreto per cui nella città le manifestaz­ioni omosessual­i sono bandite fino al maggio 2112. No, non è uno scherzo. Nel 2013 la Duma approva la legge che proibisce gli atti di propaganda omosessual­e Vietato difendere pubblicame­nte i diritti omosex, ufficialme­nte per tutelare i minori da chi nega i valori della famiglia tradiziona­le

I punti

In Urss l’omosessual­ità era classifica­ta come reato, nella Russia postsoviet­ica come malattia mentale fino al 1999

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Ansa/LaPresse In burletta Il Putin arcobaleno in una manifestaz­ione Lgbt
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