Naipaul & C. Belle penne, brutte persone
Dal Nobel appena scomparso ai vecchi fascisti
Tutti a gridare quanto fosse scorbutico, arido, insopportabile V. S. Naipaul – morto sabato –, come se il Premio Nobel rappresentasse un’eccezione nel mondo delle Belle Lettere. Invece è la regola: avere un brutto carattere sembra proprio il requisito necessario, non sufficiente, per diventare scrittori di successo. Eccone un bestiario.
RI SSO SI. Il più celebre e sguaiato è lo scazzo tra Céline e Sartre, che accusò il collega di essere stato al soldo dei nazisti. Rispose il medico: “Nel mio culo dove si trova, non si può pretendere da J.-P. S. di vederci bene”. Volarono gli stracci anche tra Faulkner e Hemingway: il primo rinfacciò al secondo la sua prosa sciatta e la mancanza di coraggio, dimenticando quella volta in cui Ernest tentò di strangolare un giornalista. Norman Mailer prese a testate Gore Vidal, che si beccava con Capote, che sveleniva su Kerouac: “Non scrive, batte a macchina”.
INVIDIOSI. Notevole è il livore di Franzen per Roth (pace all’anima sua): “Invece di pensare in modo ossessivo a vincere il Nobel dovrebbe scrivere libri migliori”. Altra penna all’arrabbiata è Salman Rushdie, che una volta diede dello “stronzo di un pallone gonfiato” a John Le Carré. Limonov poi vanta innumerevoli nemici di penna: “Brodskij? Sopravvalutato, abile manager di se stesso. Bulgakov? Ripugnante razzista sociale. Solzenicyn? Poveretto”. FASCISTI. Céline fu opportunisticamente antisemita, se non filonazista; Peter Handke è filoserbo, se non difensore di Slobodan Miloševic; Günter Grass confessò di aver militato nelle SS da volontario; Luigi Pirandello fu un fascista convinto, per non parlare di D’Annunzio, Marinetti & C.
FEDIFRAGHI. Se Naipaul era “puttaniere”, Mario Vargas Llosa rischiò una denuncia per bigamia quando lasciò la seconda moglie (la prima era sua zia!) per la terza. Pur promiscuo, Hemingway non riusciva a rinunciare alle consorti: ne ebbe quattro, come Rushdie, definito da una ex “insensibile, freddo, geloso e sex addicted”. Ted Hughes ebbe più d’una responsabilità nel suicidio di Sylvia Plath, mentre fu tormentato ma consenziente l’amore tra Henry Miller e Anaïs Nin, famosi per i triangoli sadici.
DISPOTICI. Che Tolstoj fosse un marito tirannico è risaputo, meno note invece sono le angherie subìte dalla signora Mann, a cui era vietato fiatare quando Thomas lavorava. Sbilanciata fu anche la relazione tra Gertrude Steine Alice B. Toklas, costretta a sbrigare da sola tutte le faccende domestiche, compresa la toeletta del barboncino.
ANAFFETTIVI. Padre pessimo fu Alessandro Manzoni, la cui figlia Matilde, avuta dalla moglie Enrichetta (13 volte in- Patricia Highsmith,