Unicef, la legge salva-cognato non ferma le indagini dei pm
Unicef & C. I pm di Firenze indagheranno sui soldi per i bimbi africani, forse finiti in investimenti privati, nonostante le norme Gentiloni
La Procura di Firenze non si ferma. Anche davanti alla norma varata dal governo Gentiloni, contro il parere del Senato, che rischia di far saltare l’indagine madre sull’appropriazione indebita contestata ad Alessandro Conticini per l’uso dei soldi ricevuti dall’Unicef e da altre associazioni per i bambini africani. I pm infatti ritengono di potere comunque andare avanti, anche se le organizzazioni in ipotesi “derubate” non presentassero la querela per l’appropriazione indebita. La norma approvata dal governo Gentiloni chiede infatti la querela di parte come necessaria condizione di procedibilità solo per quel reato, non per i reati di autoriciclaggio e reimpiego, contestati rispettivamente ai fratelli Alessandro e Luca e al terzo fratello Andrea Conticini, il cognato di Matteo Renzi.
LO SCHEMA sintetico che pubblichiamo a fianco aiuta a capire chi ha donato i 10 milioni di dollari entrati dal 2008 al 2016 nelle casse delle società riferibili all’ex dirigente dell’Unicef Etiopia Alessandro Conticini quando si è messo in proprio. Ben 5 milioni e mezzo di dollari arrivano dalla Fondazione dei coniugi Pulitzer, eredi della dinastia già proprietaria di un impero fatto di giornali locali e tv americani. Segue l’Unicef con 3 milioni e 800 mila dollari circa. Il resto è sparso tra otto entità di vari paesi che in tutto hanno donato poco meno di 900 mila dollari.
Solo 2,8 milioni, è l’ipotesi dei pm, sarebbero andati davvero alle cure dei bambini africani con la Play Therapy. Il resto sarebbe transitato sui conti personali di Conticini e di lì in Portogallo per recenti acquisti immobiliari (1,9 milioni di euro) o a Guernsey per l’acquisto di bond (798 mila euro) o in Italia per entrare nel 2011 nel capitale delle società dei familiari di Matteo Renzi o del suo amico Patrizio Donnini.
La Procura considera persone offese l’Unicef, la Ceil and Michael Pulitzer Foundation ma anche Operation Usa che ha veicolato i 5,5 milioni stanziati da quest’ultima per Conticini. I pm di Fi- renze hanno spedito le tre lettere per chiedere loro di decidere se presentare denuncia o no. Le lettere passano per la lunga via della rogatoria e non sono ancora arrivate: dal momento del ricevimento ci saranno, come previsto dalla legge Gentiloni, solo tre mesi per decidere.
Al Fatto la signora Ceil Pulitzer ha già detto che non ha intenzione di querelare Conticini (vedi intervista a lato) mentre l’Unicef ci ha risposto con due righe della portavoce dell’ufficio di Ginevra, Sasha Surandran: “Unicef non ha ricevuto nessuna lettera dalle autorità italiane. Quando la riceveremo la guarderemo con attenzione e risponderemo in modo appropriato”.
I FRATELLI NEI GUAI ANCHE SENZA QUERELA La Procura procederà per autoriciclaggio (Alessandro e Luca) e reimpiego (Andrea, il cognato di Renzi)
UNICEF ITALIA ha pubblicato invece un lungo comunicato nel quale spiega che non c’entra perché i fondi sono partiti da Unicef New York (vero) ma poi aggiunge che Unicef deve aspettare la famosa lettera perché “solamente a partire da questo momento può venire a conoscenza dei risultati preliminari delle indagini in corso, delle somme effettivamente oggetto di appropriazione indebita ...”. Questo, al contrario, non è detto sia vero. Se domani Unicef presentasse una richiesta ex articolo 116 del codice di procedura penale (“chiunque vi abbia interesse può ottenere il rilascio a proprie spese di copie di atti. Sulla richiesta provvede il pm”) con tutta probabilità i pm Luca Turco e Giuseppina Mione sarebbero ben lieti di fornire alla parte offesa le carte prima che sia completata la procedura di rogatoria.
Se i soldi fossero stati distolti dal portafoglio personale dei dirigenti dell’Unicef, forse qualcuno sarebbe già andato a chiedere.
A NEW YORK ANCORA ASPETTANO Unicef fa sapere: “Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dall’Italia: la valuteremo quando arriverà”
LA MILIARDARIA AMERICANA Sì, sono a conoscenza dell’indagine, ma non è un problema: conosco bene Conticini e sua moglie, so cosa fanno in Africa e sono sicura che non hanno rubato