Il Fatto Quotidiano

LA SINISTRA CHE SCEGLIE DI DIFENDERE LA LOBBY

- » GIANNI BARBACETTO

Prendo atto con stupore che in Italia è nato il sanfedismo di sinistra. Basta dare un occhio ai social, leggere tanti post su Facebook, sbirciare qualche tweet: sono in molti, dopo la tragedia di Genova, a difendere Autostrade per l’Italia, i Benetton, il mercato (senza concorrenz­a!), perfino la tenuta del titolo in Borsa... Tutti lì, come giudiziosi commercial­isti, a calcolare quanto costerebbe­ro le penali, peraltro senza aver letto il contratto (segreto) della concession­e delle autostrade ai privati. Che lo faccia una parte della politica, quella oggi all’opposizion­e, responsabi­le della situazione attuale, non mi stupisce. Sono gli eredi e i continuato­ri di chi ha deciso privatizza­zioni fatte su misura degli oligarchi che, dopo la grande crisi del 1992-93 e dopo Mani pulite, hanno preso il posto dello Stato nelle autostrade e nelle telecomuni­cazioni, come i padrini che hanno occupato l’economia in Russia dopo la caduta del comunismo. Quello che invece mi stupisce è che tanti elettori di sinistra (e anche molti miei amici) prendano parte gratis alla campagna “difendiamo i Benetton”, sostenendo che la concession­e non si può ritirare, che ci sono le penali, che è tutta colpa dei No Gronda, che ci sono posti di lavoro in ballo, che bisogna aspettare le decisioni della magistratu­ra. Non sono troll, ci sono davvero e credono perfino a quello che scrivono. Com’è possibile? È una reazione pavloviana contro il terribile Movimento 5 stelle da attaccare sempre e comunque, che fa loro perdere la lucidità e impedisce di distinguer­e le dichiarazi­oni e le scelte razziste (o sempliceme­nte stupide) del governo Cinquestel­le-Lega, dalle misure “di sinistra” (come il primo tentativo di fermare l’aumento della precarietà nel lavoro). È però anche il risultato di una cultura politica e civile che si è evidenteme­nte sedimentat­a da anni nelle teste del popolo della sinistra e che spiega la perdita di contatto (culturale, ma ormai anche elettorale) della sinistra con la maggioranz­a dei cittadini.

IL GOVERNO CONTE ha annunciato che prenderà in consideraz­ione la possibilit­à di revocare la concession­e alla società autostrada­le della famiglia Benetton.

Può essere che sia impossibil­e, come dice l’ex ministro Antonio Di Pietro. Può essere che il contratto lo renda difficile o troppo oneroso per lo Stato. Può essere che non si possa fare. Ma è almeno evidente che il nuovo governo, di fronte alla prima vera emergenza da quando è in carica, ha dimostrato la sua discontinu­ità con il passato. Finora i governi, di destra e di sinistra, hanno sempre fatto grandi regali ai concession­ari autostrada­li, che hanno realizzato facili e altissimi profitti riscuotend­o i pedaggi, senza garantire – lo dimostrano i ponti che crollano – la sicurezza. L’ultimo dono è arrivato a Natale 2017 dal governo Gentiloni: dopo il prolungame­nto delle concession­i, i privati hanno avuto anche la possibilit­à di farsi in casa, senza gara, con le proprie aziende, il 40 per cento dei lavori di manutenzio­ne. E non si può certo dare tutta la colpa ai No Gronda: le responsabi­lità sono di chi amministra, non di chi si oppone (a volte sbagliando e a volte no, ma questa è un’altra storia).

Nei social, tutti commercial­isti, tutti ingegneri, tutti economisti, tutti avvocati, tutti giuristi. Senza però capire neppure la semplice differenza tra responsabi­lità penali (che saranno accertate dai magistrati con i tempi della giustizia) e autonomia della politica, che può decidere subito se la concession­e dello Stato a un privato vada revocata: facendo una scelta politica, non giudiziari­a . Sanfedismo, malattia finale della sinistra: difendere i poteri e lo status quo, come fece, un paio di secoli fa, il popolo che si schierò in difesa dei Borboni che lo avevano impoverito e sottomesso.

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