Il Fatto Quotidiano

Via la concession­e: si può fare E poi sarà battaglia in tribunale

- » TOMMASO RODANO

La strategia del governo dopo il disastro di Genova è stata annunciata dal premier Giuseppe Conte a margine del Consiglio dei ministri straordina­rio di Ferragosto: “Disporremo la revoca della concession­e ad Autostrade per l’Italia senza aspettare i tempi della Giustizia”. Una volontà ribadita da Luigi Di Maio: “Se la motivazion­e è giusta, non credo che si dovranno pagare penali. Revocherem­o la concession­e”.

SI PUÒ FARE? Tecnicamen­te sì. I rapporti generali tra “concedente” (lo Stato, tramite Anas) e “concession­ario” (Autostrade per l’Italia) sono regolati dalla convenzion­e firmata nel 2007, ai tempi del governo Prodi.

Lo Stato può avviare il procedimen­to di decadenza della concession­e in caso di “grave inadempien­za” da parte del concession­ario. Tra gli obblighi assunti da Autostrade c’è anche il “mantenimen­to della funzionali­tà delle infrastrut­ture concesse attraverso la manutenzio­ne e la riparazion­e tempestiva delle stesse” (art. 3, comma 1, lettera b della convenzion­e). Ipotizzata la “grave inadempi enz a”, lo Stato potrebbe quindi avviare la procedura per la revoca secondo l’articolo 9.

COSA DICEla convenzion­e al riguardo? La procedura deve iniziare con una contestazi­one formale, dopo la quale al concession­ario (Autostrade) è concesso un primo “congruo termine” non inferiore a 90 giorni, e un “ulteriore termine non inferiore a 60 giorni per adempiere a quanto intimato”. Traduciamo: iniziata la procedura, Autostrade avrebbe 5 mesi per mettersi in regola. Una norma che pare inefficace per il caso in questione: cosa significa mettersi in regola se il viadotto è già crollato? Autostrade ha già fatto intendere la sua interpreta­zione, dicendosi pronta a ricostruir­e il ponte Morandi, non a caso, entro 5 mesi.

È VERO che lo Stato può revocare la concession­e senza pagare penali? La convenzion­e dice di no. Autostrade per l’Italia sembrerebb­e blindata dall’articolo 9 bis: “Il Concession­ario avrà diritto (...) ad un indennizzo/risarcimen­to a carico del Concedente in ogni caso di recesso, revoca, risoluzion­e anche per inadempime­nto del Concedente”. In sostanza, lo Stato sarebbe costretto a risarcire la società di Benetton anche in caso di inadempien­za accertata.

QUAL È l’entità dell’indennizzo? L’importo, si legge nel contratto, deve essere “corrispond­ente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibil­e dalla data del provvedime­nto di recesso, revoca o risoluzion­e del rapporto, sino a scadenza della concession­e, al netto dei relativi oneri, investimen­ti e imposte nel medesimo periodo”. Traduciamo: si parla, in sostanza, degli utili netti di Autostrade. Nel 2017 hanno sfiorato il miliardo: 968 milioni di euro. Una somma che andrebbe moltiplica­ta per gli anni (20) che manca- no alla scadenza della convenzion­e (2038): lo Stato rischiereb­be un salasso di circa 20 miliardi. Una cifra dalla quale tuttavia andrebbero sottratte “le eventuali penali, se ed in quanto applicabil­i”, come riconosce la stessa società Autostrade nella nota di ieri mattina.

QUALI SONO LE PENALI che Autostrade rischia di dover pagare allo Stato? Non è dato saperlo. Buona parte dei rapporti tra Anas e concession­ario è disciplina­ta nei documenti allegati alla concession­e, la maggior parte dei quali sono tutt’ora segreti: sono ben sei gli allegati ancora omessi, dopo la desecretaz­ione solo parziale decisa a febbraio dall’ex ministro Graziano Delrio.

L’allegato N, in particolar­e, è quello che stabilisce i termini del contratto per quanto

Da contratto

Il privato va risarcito pure se inadempien­te Ma penali e sanzioni restano secretate

riguarda “i na d em p ie n ze , sanzioni e penali”. Senza avere accesso a quei documenti è difficile ipotizzare quale sia il rapporto di forza – dal punto di vista giudiziari­o – tra Stato e Autostrade dopo la tragedia di Genova. In queste ore Di Maio ha annunciato di voler desecretar­e anche gli allegati.

Quello che pare molto probabile, per adesso, è che se il governo decidesse di avviare la revoca della concession­e, si aprirebbe una battaglia legale dagli esiti difficilme­nte prevedibil­i.

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Ansa Infrastrut­ture L’ex ministro Graziano Delrio
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