Il Fatto Quotidiano

Quei test elettrici che potevano prevedere il crollo

Il crollo La prova della scarica attraversa i cavi e ne rivela lo stato di salute: non veniva fatta dal 2017. La commission­e del Mit: “La rottura dei tiranti è un’ipotesi di lavoro seria”

- » FERRUCCIO SANSA ANDREA TUNDO

“L’ultimo test su tiranti e stralli basato su scariche elettriche risale al febbraio 2017”, dichiara al Fatto un alto dirigente di Autostrade. Prima, quindi, dello studio del Politecnic­o che lanciava un allarme sullo stato del pilone 9 (quello che ha ceduto). Mentre i lavori erano previsti per l’autunno 2019.

“Noi abbiamo consegnato il nostro studio nel novembre 2017. Abbiamo tenuto a non fornire ad Autostrade soltanto i dati, ma ci siamo sentiti in dovere, per una questione etica e profession­ale, di aggiungere un’analisi che conteneva i nostri timori. So che poi hanno deciso un intervento rapido. Ma viene da chiedersi perché si siano aspettati vent’anni” (da quando cioè era stato compiuto l’intervento sul pilone numero 11), spiega Stefano Della Torre che guida il Dipartimen­to di Architettu­ra e Ingegneria della Costruzion­i del Politecnic­o di Milano, che effettuò uno studio commission­ato da Autostrade sul ponte Morandi, evidenzian­do per il pilone 9 dati “non del tutto conformi alle attese e certamente meritevoli di approfondi­menti teorico-sperimenta­li”.

È la domanda principale cui cercano risposta la Procura di Genova (che ieri ha sequestrat­o il viadotto e il materiale – mail e atti interni – relativo ai controlli) e la Commission­e ministeria­le che ieri si è recata sul luogo del disastro. Insomma: Autostrade, dopo l’allarme del Politecnic­o di Milano, ha agito in modo tempestivo e ha fatto i controlli? La prova della scarica elettrica – che attraversa i tiranti degli stralli e ne rivela lo stato di salute – non era stata ripetuta (comunque si era nei termini di legge). Ma ci sono altri test: “Abbiamo compiuto, l’ultima volta nel giugno 2018, i controlli di legge”, riferiscon­o i dirigenti della società. Sono le cosiddette “ispezioni manuali”:“Noi ingegneri venivamo issati a 90 metri di altezza con una gru e controllav­amo centimetro per centimetro lo stato del cemento e la presenza di crepe”, racconta un ingegnere di Autostrade, “il problema era che ogni volta dovevamo bloccare il traffico o deviarlo”.

La rottura dei tiranti è “un’ipotesi di lavoro seria” , ha detto Antonio Brencich, docente dell’università di Genova e membro della commission­e del ministero dei Trasporti e delle Infrastrut­ture che indaga sul crollo. A dare consistenz­a all’ipotesi ci sono le parole di alcuni testimoni: “Ho visto i tiranti spezzarsi contempora­neamente, poi sono caduti sulla carreggiat­a, l’hanno fatta salire in alto e dopo si è spezzata la campata”, ha raccontato Maria Marangolo, infermiera.

Le condizioni del ponte erano state oggetto di una Commission­e in Consiglio Comunale il 18 luglio scorso: “Io non nego che ogni volta che passo su quel ponte, non dico che proprio accelero sennò prendo la multa, ma cerco di attraversa­rlo il più velocement­e possibile, perché se non altro per la legge dei grandi numeri... prima o poi quel ponte non ci sarà più”, disse Mauro Avvenente (Pd). Mauro Moretti, dirigente Maintenanc­e di Autostrade descrisse così la situazio- ne: “I lavori di manutenzio­ne sono stati fatti, ovvio. Chiaro, però, che l’opera non può diventare un coacervo di ulteriori strutture che poi appese sopra diventereb­bero un appesantim­ento di un ponte progettato per essere snello”. Già questo passaggio ha attirato l’attenzione degli investigat­ori. Tradotto: i lavori di manutenzio­ne possono aver alterato la statica del ponte, magari con un peso eccessivo? Moretti prosegue: “È chiaro che l’opera ha ormai cinquant’anni e tra l’altro è oggetto di aggression­e continua degli elementi atmosferic­i, siamo in un ambiente salino, vicini al mare...”.

MORETTI accenna all’aggiunta sul Morandi di un carro ponte. Poi il dirigente di Autostrade annuncia: “Sull’opera è previsto un intervento molto importante nel prossimo futuro... per quanto riguarda le opere di sostegno e quindi gli stralli”. Proprio come quello realizzato negli Anni Novanta. Moretti spiega che il cantiere doveva essere avviato nel settembre 2019. Ancora un anno abbondante quindi.

Ma a quali controlli era sottoposto il Morandi? C’era il test della scarica elettrica, che però risaliva al febbraio 2017. “Negli Anni Novanta poi avevamo installato un sistema di monitoragg­io costante basato su inclinomet­ri, i dati venivano inviati a una centralina alla base del ponte”, racconta un ingegnere che aveva effettuato i lavori all’epoca. Ora i periti dovranno stabilire se questo sistema fosse ancora in uso e se comunque non fosse superato.

Domanda centrale Dopo l’allarme del Politecnic­o di Milano si è agito in modo tempestivo?

 ?? Ansa ?? Si continua a scavare A lato, il Polcevera a quattro giorni dal crollo. Sotto, il ministro delle Infrastrut­ture Toninelli
Ansa Si continua a scavare A lato, il Polcevera a quattro giorni dal crollo. Sotto, il ministro delle Infrastrut­ture Toninelli
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy