Il Fatto Quotidiano

Atlantia, ricorso contro i controlli sulla sicurezza

Ricorso sulle tariffe da corrispond­ere per i controlli dello Stato

- » MARCO MARONI

La competenza sulla sicurezza è nostra e le ispezioni periodiche di competenza del Ministro delle Infrastrut­ture, non le vogliamo pagare, nonostante lo disponga la legge. È questo, in sintesi, il contenuto di un ricorso straordina­rio al Capo dello Stato presentato da Autostrade per l’Italia il 22 febbario scorso. Vi si fa cenno nella relazione finanziari­a 2017.

LE COSE STANNO COSÌ: recependo una direttiva della Comunità europea del 2008 sulla sicurezza delle infrastrut­ture, nel 2011 il governo emana un decreto legislativ­o in cui si regola, tra l’altro, l’attività di ispezione sulle autostrade re- lativa alla sicurezza del traffico, che è in capo al ministero delle Infrastrut­ture anche per le tratte date in concession­e. Si tratta di programmi biennali di ispezione che, a partire da una c la s s if i ca z i on e sulla pericolosi­tà dei tratti stradali, redatta anche in base alla casistica degli incidenti, valutano gli interventi ( per esempio dove sia carente segnaletic­a, dove si verifichin­o ingorghi code etc.) e com- minano le eventuali sanzioni. Classifica­zioni e ispezioni sarebbero dovute iniziare entro tre anni dall’emanazione del decreto. È un lavoro che devono svolgere nuovi tecnici reclutati dal ministero, e che ha un costo. Le nuove norme prevedono che per le autostrade date in concession­e, tale costo sia addebitato al concession­ario ( il principio è discutibil­e: il vigilato paga il vigilante). I di- versi ministri delle infrastrut­ture che si sono succeduti dal 2011 non hanno però scritto i necessari decreti attuativi, tanto che le previste ispezioni periodiche modello europeo non sono partite.

SI CONTINUA A FARLEalla vecchia maniera, peraltro abbastanza efficiente, pur in carenza di organico e tagli alle risorse a causa delle ripetute spending review. Denunciava nel settembre 2016 in un’audizione alla Camera Mauro Coletta, responsabi­le della Direzione generale per la vigilanza sulle concession­i autostrada­li: “Dobbiamo dire un po’ a ma- lincuore che i collaborat­ori che si recano in missione per svolgere i sopralluog­hi devono anticipare le spese. Il rimborso arriva dopo quattro-cinque mesi. Il dipendente che non può anticipare le somme occorrenti per l’albergo e per i pasti è costretto a rientrare in sede. Ciò crea grossi problemi. Basti pensare che siamo passati da 1.400 ispezioni all’anno nel 2011 a 850 nel 2015”.

In ogni caso, anche se le ispezioni nuovo modello non partono, il ministro Graziano Delrio nell’ottobre scorso emana un decreto che fissa le tariffe a carico dei concession­ari autostrada­li. Si tratta di 375

Vigilanti e vigilati Da una nota del bilancio 2017: si teme che il Mit possa allargare la sua sfera di competenza

euro a chilometro per l’attività biennale, 179 a chilometro l’anno. Per Autostrade per l’Italia, che gestisce circa 3 mila chilometri di rete, il costo sarebbe circa 537 mila euro l’anno. Ad Autostrade per l’Italia però la cosa non piace. Non tanto per la spesa, trascurabi­le per un gruppo che fa 4 miliardi annui di ricavi operativi, ma per un pericoloso principio che si potrebbe stabilire. Scrive infatti nel bilancio Autostrade (che non ha risposto alle sollecitaz­ioni del Fatto): “Le disposizio­ni hanno, comunque, il valore di norme di indirizzo da tenere in debito conto”. A giudicare da quel che viene contestato, il problema deriva dal fatto che nella nuo- va norma il ministero compare come organo competente sul controllo della progettazi­one, la classifica­zione delle strade e l’attività di ispezione.

SCRIVE ANCORA Autostrade: “Pur avendo adempiuto - con espressa riserva di ripetizion­e - al pagamento per gli anni 2017 e 2018, Autostrade per l’Italia, come altri concession­ari, ha impugnato il provvedime­nto per evitare che un’eventuale acquiescen­za al decreto possa determinar­e la conseguent­e classifica­zione dell’attività ispettiva svolta dal Ministero come attività svolta in veste di Organo competente per la sicurezza dell’i n f r astruttura”. Insomma, non sia mai che passi il principio che a mettere il naso nella sicurezza della rete autostrada­le italiana sia il ministero.

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LaPresse Guarda lineeIl Mit è competente per il traffico autostrada­le, ma il costo dal 2011 è in capo ai concession­ari. Le tariffe le ha fissate un decreto dell’ex ministro Graziano Delrio (a destra)

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