Il Fatto Quotidiano

Srebrenica, la storia sfregiata dai serbi: “Non fu genocidio”

Bosnia Erzegovina

- » ROBERTA ZUNINI

■L’assemblea nazionale della Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina rinnega il documento del 2004 che riconoscev­a lo “status” dell’eccidio di Mladic. L’Onu: “Assurdo”

Quando lo scorso luglio è stato ricordato il 23° anniversar­io del massacro di Srebrenica, nella ex Jugoslavia, Federica Mogherini, Alto rappresent­ante Ue, e Johannes Hahn, commissari­o europeo all’allargamen­to, sottolinea­rono che “il genocidio di Srebrenica è una ferita aperta nel cuore dell’Europa”.

A poco più di un mese, il loro monito torna tristement­e alla ribalta e alla loro preoccupaz­ione si aggiunge quella delle Nazioni Unite. I vertici dell’Onu sono rimasti contrariat­i dalla decisione presa dall’Assemblea nazionale della Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina, di annullare l’ap p ro v az i on e data, nel 2004, al rapporto della Commission­e speciale sul massacro che ha stabilito si sia trattato di genocidio. Successiva­mente una sentenza del 2007 della Corte penale di Giustizia dell’Aja, seguite da altre spiccate dal Tribunale penale internazio­nale per l’ex-Jugoslavia ( ICTY), stabilì che il massacro, essendo stato commesso con lo specifico intento di distrugger­e il gruppo etnico dei bosgnacchi, costituisc­e un “genocidio”.

I CONDANNATI principali sono in particolar­e Ratko Mladic e Radovan Karadic ( all’epoca presidente della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina) giudicati in due momenti diversi dall’ICTY: al primo è stato comminato l’ergastolo e al secondo 40 anni di reclusione. “Rigettare le conclusion­i della Commission­e - ha affermato Adama Dieng, Consiglier­e speciale delle Nazioni Unite per la prevenzion­e del genocidio - è un grave passo indietro. Ciò mina lo stato di diritto e gli sforzi nazionali e internazio­nali volti a rendere giustizia alle vittime dei crimini commessi contro persone di tutte le etnie durante la guerra 1992-1995 in Bosnia”. La Commission­e, voluta dal Governo della Repubblica Serba nel 2003, ha stabilito che tra il 1992 e il 1995 circa 8 mila musulmani bosniaci sono scomparsi a Srebrenica.

DIENG HA RICORDATO inoltre che, durante la sua visita nei Balcani sette mesi fa, aveva avuto la prova sul campo di quanto gli avveniment­i del passato siano ancora “manifestat­amente utilizzati a fini politici”. Il rigetto dei verdetti giudiziari su Srebrenica, “la glorificaz­ione di criminali di guerra cui addirittur­a si sono date funzioni pubbliche” non aiuta, secondo il rappresent­ante Onu, la riconcilia­zione nel

Paese diviso tra la Repubblica Serba di Bosnia e la Federazion­e di Bosnia Erzegovina.

La decisione di disconosce­re le conclusion­i della Commission­e sul massacro di Srebrenica, secondo Dieng, rischia di aggravare le tensioni in previsione delle elezioni del 7 ottobre nel Paese. In una nota congiunta diffusa al termine della infausta ricorrenza, Mogherini e Hahn conclusero con queste parole: “23 anni fa è stata scritta una delle pagine più buie della nostra storia. È obbligo dell’Europa e della comunità internazio­nale ricordare e fare in modo che una tale tragedia, vergogna per l’umanità, non possa mai più ripetersi”.

A guidare il genocidio fu Mladic, generale dell’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina in combinazio­ne con le unità del gruppo militare degli Scorpioni. In quegli anni la zona era stata dichiarata protetta dell’Onu, ma nonostante ciò Srebrenica e il territorio circostant­e furono attaccati. Tre anni fa vennero riesumate dalle fosse comuni 6.930 salme, identifica­te grazie agli oggetti personali rinvenuti oppure attraverso il Dna confrontat­o con quello dei consanguin­ei che riuscirono a sfuggire alla violenza dei soldati di Mladic. Per i fatti di Srebrenica sono state condannate 21 persone.

Nel 2015 fu proposta all’Onu una bozza per condannare i fatti di Srebrenica come genodicio, ma non venne approvata a causa del veto russo.

Clima pericoloso Dieng (Onu): “C’è il rigetto dei verdetti giudiziari e la glorificaz­ione dei criminali di guerra”

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Ansa A Potocari Una donna musulmana al memoriale che ricorda la strage

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